Sergio Messina - RadioGladio (via email), 01-12-1999

RadioGladio racconta 25 anni di "controcorrente"

Incontriamo telematicamente Sergio 'RadioGladio' Messina, musicista, giornalista,produttore, speaker radiofonico, webmaster e quant'altro...

RadioGladio e' unpersonaggio scomodo, che da piu' di 20 anni anni si occupa di agitare e scuoterele acque del mare della musica italiana, aprendo sfide pionieristiche econtrotendenza che lo hanno reso famoso e apprezzato da tutto il settore.



Rockit: Sergio hai cominciato a lavorare nel mondo della musica nel 1975, quando i media erano pochi e molto controllati, internet non esisteva e la censura era sempre dietro l'angolo... come faceva un giovane testardo e incazzato a farsi ascoltare?

SM: Il '75 e'stato un anno importante per la storia musicale italiana (e non certo per via del sottoscritto); in quell'anno nascevano in Italia le prime radio libere. Io avevo 100 lp; mi presentai a Radio Roma 103 e dissi: "Ho cento dischi: posso fare un programma?" e Enzo Buscemi, il proprietario, mi disse: "Ma certo: eccoti due ore al giorno". Ecco perche' quell'anno m'hanno bocciato a scuola. All'epoca non ero ancora testardo, ne' incazzato. Ero solo al settimo cielo: parlavo alla radio!


Rockit: Ci racconti la tua esperienza alla RAI?... come ci sei arrivato e che hai combinato in un ente pubblico e politicizzato, tu che eri (sei) uno a cui piace andare contro?

SM: Ho lavorato a Radio Città Futura di Roma tra l'80 e l'87 (anno della prima chiusura). Nell'84 ho cominciato a stufarmi della formula "musica e chiacchiere" ed ho iniziato a sperimentare soluzioni nuove: mandare due dischi insieme, oppure all'indietro, o fare una normale selezione musicale ma tenendo un microfono sempre aperto fuori dalla finestra. A furia di insistere qualcuno si e' accorto del "pazzo di rcf": era Pinotto Fava, una delle figure più straordinarie della radio italiana in generale e della Rai in particolare; si occupava della zona "sperimentazione" di RadioUno - AudioBox - uno spazio davvero libero (anche se emarginatissimo) dove si poteva sperimentare in santa pace. Molti dei princìpi che governano Radio Lilliput (come il concetto di pubblico accesso) li ho imparati da Pinotto Fava. Per AudioBox ho realizzato diversi programmi "sperimentali", ed ho anche lavorato come produttore e regista radiofonico tra l'85 e il '90. Ho anche collaborato con zone più commerciali della Rai. Purtroppo nel '90 (dopo l'uscita di RadioGladio) è scattato una specie di embargo - ad opera di alcuni caporali socialisti. Dal '90 vado solo raramente come ospite.


Rockit: Anno 1990... entri nella storia della musica italiana... raccontaci come e' successo...

SM: Nell'89 ho deciso di portare in tour una serie radiofonica realizzata per AudioBox, "RadioMantra": era un varietà radiofonico elettronico dal vivo (una cosa bizzarra, che girava nel circuito del teatro d'avanguardia). Proprio alla fine di quell'anno esplodeva il caso "Gladio". Allora ho deciso di scriverne la storia, in inglese, per farla sapere al pubblico americano - che aveva inconsapevolmente finanziato l'operazione (costata molte decine di miliardi) e che ne era all'oscuro. Per questa ragione il brano usci' su cassetta senza copyright (al grido di "copiate e fate copiare: stavolta e' legale") e funzionò: tra i risultati principali un'indagine della Digos su di me, la mia comparsa sulla scena delle "posse" e l'incontro a distanza con Frank Zappa.


Rockit: Frank Zappa ha detto di RadioGladio: "Ecco la dimostrazione di come il rock possa servire ad aprire gli occhi alla gente"
Molti non avrebbero resistito a una tale emozione!

SM: E infatti ho camminato su una nuvoletta per alcune settimane. La cosa e' andata cosi': un amico comune (Riccardo Giagni, musicista e conduttore radiofonico) ha fatto avere la cassetta a Zappa. Fine. La cosa sembrava morta li'. Mesi dopo invece una giornalista dell'Espresso lo ando' ad intervistare e Zappa citò RadioGladio. La giornalista gli disse che non ne sapeva niente, e così Zappa gliela fece ascoltare (!) e poi disse la famosa frase. Certamente sapeva di dare così un impulso straordinario alla mia carriera, e queste sono cose che non si scordano (aldila' del fatto che Zappa - checchè ne dica Campo - resta tra i più grandi del secolo).


Rockit: E su Rumore come ci sei finito?...

SM: Avevo in mente una rubrica di "recensioni di oggetti, persone e stati d'animo"; al Corriere della Sera non interessavano (hehe), e cosi' ho contattato Campo e voila'. La regola è che io NON PARLO MAI di musica (facendo questo mestiere sarebbe scorretto), e mi pare che funzioni: un sacco di gente dice di leggere sempre con curiosita' quello che scrivo, inclusi alcuni illustri colleghi.


Rockit: Curre Curre Guaglio' ha sconvolto il mercato dell'hip hop italiano... quanto c'e' di Sergio Messina nell'esordio dei 99 Posse?

SM: Questa domanda dovresti farla anche a loro. Penso che ci sia abbastanza, e ogni volta che l'ascolto si conferma questa impressione. Ma quello e' un disco proprio "tanto"; c'e' certamente la mia impronta, ma ce ne sono di ben più forti: i 99 avevano già una grande potenza nello scrivere ed interpretare la loro musica. Probabilmente l'apporto maggiore che ho dato e' stato in termini di "possibilita'". Come produttore avrei potuto indirizzare il lavoro in maniera piu' razionale, produttiva e "commercialmente sensata". Invece quell'album è stato fatto lentamente, collettivamente e in totale libertà: si sente bene e ne resta uno dei pregi. Figurati che speravamo di venderne al massimo 5.000 copie...


Rockit: E che mi dici delle collaborazioni con Disciplinatha e Casino Royale? SM: Coi Disciplinatha le cose sono venute naturalmente, dato anche il legame affettivo che c'era con Roberta, la bassista del gruppo. A furia di frequentarsi (e di stimarsi - ci vogliono un bel po' di palle per cantare "Addis Abeba" in Italia) abbiamo deciso di fare dal vivo una versione crossover di "La vendetta del Mulino Bianco" - bella potentona. Poi, in Inaudito, ho inserito una cover di "Lontano Scintillante" con la voce di Valeria Cevolani. Ho conosciuto i Casino appena arrivato a Milano. Loro erano in una fase complicata della loro carriera: nuovo album (Dainamaita) dopo diversi anni di blocco contrattuale, nuovo genere, etc. Avevano un brano "Justice" che "chiedeva una intro", e io le intro le faccio benino, cosi'... Poi siamo andati in tour: e quando vai in giro con qualcuno si creano legami di sangue.


Rockit: La Vendetta del Mulino Bianco e' il tuo primo mini-album, seguito da Inaudito, pubblicato pero' con lo pseudonimo di Buddha Stick. Cosa rappresentano per te questi due lavori?

SM: Sono le mie due linee produttive. Il "Mulino Bianco" e' la zona RadioGladio, polemica ed incazzosa, dove ogni brano DEVE avere un senso. Ho in lavorazione il secondo album a nome RadioGladio, "La valle degli orti viventi", che dovrebbe essere il prossimo ad uscire. Inaudito è il suono che faccio quando nessuno mi sente; e' una musica che mi fa stare bene a farla e poi a riascoltarla, e basta. Adesso i Buddha Stick sono morti, e sono nati i Duplex (http://duplex.iuma.com), un gruppo sostanzialmente illecito - e basta ascoltarsi "Scioc" per capirlo. Anche qui c'e' un album in lavorazione, "Pacifico Godimento" che uscirà dopo "la valle", o forse insieme.


Rockit: A quanto ne so, non hai buoni rapporti con Red Ronnie, come mai?

SM: Ronnie e' il fondo del barile. Peggio di lui c'e' solo lui con l'alito pesante. Se facesse solo programmi coi cantanti anni '60 sarebbe perfetto. Invece si accanisce sulla nuova musica italiana, con effetti a volte disastrosi, altre volte mortalmente comici. Il problema di Ronnie è che nessun'altra tv copre quegli spazi, col risultato che i Pere Ubu, per passare in tv, sono costretti ad andare da lui che non capisce quello che dicono, come lo dicono, perche' lo dicono... Ho scritto una canzone su Ronnie, "Ansaloni" (il testo e' qui: http://www.radiolilliput.org/testi/canzoni/ansaloni.htm) e lui s'e' incazzato come una bertuccia. Strano, poiche' tutto quello che si dice nel brano e' vero e documentabile.


Rockit: Hai collaborato per molti anni con la radio austriaca, ci spieghi come e' nata questa esperienza estera e se va ancora avanti?

SM: Kunstradio, il programma gemello di AudioBox della radio austriaca, mi ha commissionato un brano in omaggio a F.T. Marinetti nel '91; da allora e' nata questa collaborazione, e più o meno ogni anno realizzo un programma per loro. Inoltre è dal 1995 che Kunstradio si occupa di radio in rete; molto di quello che so su Internet lo devo a loro: sono stati loro ad obbligarmi ad andare in rete. In Autria mi sono reso conto di cosa può fare una radio di stato che decida di investire nel "nuovo".


Rockit: Da quanto tempo ti interessi della rete e come ti e' venuta l'idea di RadioLilliput?

SM: Mancava una zona libera in rete. Purtroppo la situazione da questo punto di vista e' drammatica. Non esiste la possibilita' di essere visibili e indipendenti online, com'era all'inizio. Sono in rete dal '95, ed ho quindi fatto in tempo a vedere internet com'era; mi piaceva l'idea che esistesse un posto in Italia dove si operasse con quello spirito di scambio e di cooperazione che c'era all'inizio. E poi con questa storia dello spazio gratis ai musicisti sono nati un sacco di siti che, con la scusa di promuovere i giovani musicisti, lucrano sulle loro teste. Ci voleva uno che, in perfetto stile kamikaze, facesse loro presente che sono dei manigoldi. E chi e' in Italia che si comporta come se non avesse mai niente da perdere? Lo zio RadioGladio...


Rockit: Radiolilliput per crescere ha bisogna anche dei soldi, ma hai rifiutato ogni forma di pubblicita' e banner, come tira avanti il sito?

SM: Per adesso ci stiamo dentro da soli. Quello che spero e' di poter cominciare a lavorare con le istituzioni per poter continuare ad offrire un servizio gratuito (guardare la pubblicità è come pagare, come sa chi telefona gratis usando gratistel, che non ti fa pagare le chiamate ma ci mette gli spot) ed indipendente. Non dovrei essere io a fare Radio Lilliput, bensi' il ministero dei beni culturali; l'adesione massiccia al progetto la dice lunga su quanta fame di "zone franche" ci sia in giro. Quindi la speranza e' che le istituzioni si accorgano di noi e decidano di sovvenzionarci. Non e' una strada semplice, e abbiamo gia' avuto offerte di sponsorizzazione da parte di produttori di pantaloni. Ma come potremmo chiedere alle persone di lavorare gratis, di fare programmi radio, di identificarsi col progetto (cosa che sta avvenendo in maniera devo dire straordinaria) quando poi chi incassa (in immagine) è uno sponsor?


Rockit: Su RadioLilliput si possono anche ascoltare trasmissioni radiofoniche indipendenti, credi che la radiofonia e l'emittenza in genere possano trovare la loro naturale evoluzione in questo mezzo telematico?

SM: In un certo senso si, ma molto dovrà cambiare. Non e' pensabile di doversi collegare telefonicamente per ascoltare la radio. Ma gia' con la tecnologia adsl le cose cambieranno. Certamente tutta la scena mediatica e' destinata a evolversi con l'avvento delle reti e dell'interattivita', e quindi anche la radio. Ma, se ci pensi, mentre la televisione puo' ancora migliorare tecnologicamente (l'alta definizione, l'audio in stereo, etc.) la radio è gia' perfetta, e non ulteriormente migliorabile (qualità digitale, portatilita', ricezione in zone distanti, etc.). Quindi verrebbe da dire che il futuro della radio e' la radio, anche se ovviamente cambiera' anche lei.


Rockit: Onestamente, credi che oggi ci siano le basi per una crescita della scena italiana?

SM: Oggi come non mai. Il livello e' cresciuto un sacco, la lingua non e' piu' un problema e certi steccati, una volta ben rigidi, stanno cadendo; io per esempio, che sono un funkettaro, apprezzo moltissimo artisti come Lalli, Massimo Volume, Afterhours, Volwo: tutta gente distante dalla mia sensibilita' ma geniale nel suo genere (e apprezzabile aldila' del genere). Adesso aspettiamo tutti quanti che le case discografiche si sveglino e capiscano che c'e' qualcosa oltre i Luna Pop...


Rockit: Le etichette indipendenti italiane sembrano fare a gare a chi raccatta piu' briciole invece di coalizzarsi per allargare la pagnotta.

SM: Anche questo sta lentamente cambiando; purtroppo in Italia non c'e' l'abitudine di favorire i gruppi locali, si comperano pochi dischi, le radio sono avare di passaggi, etc. col risultato che spesso diventa una guerra tra poveri. Un segnale positivo e' la nascita di diverse etichette gestite dai gruppi: Royality, per esempio, ma non solo. Questo potrebbe cambiare molte cose, e in meglio.


Rockit: Oltre alla politica delle etichette, non credi che sia anche un problema di un pubblico meno ricettivo che in altri paesi?

SM: Suona molto male, ma il pubblico si può educare; se l'offerta fosse molto ampia e variegata (com'e' per esempio in Francia) la gente sarebbe abituata a consumare molta più musica italiana. No, penso che il pubblico prenda quello che l'industria (e la realta', e Mtv) gli offrono.


Rockit: Credi che nel futuro la SIAE fara' ancora a fare da balia agli artisti o e' un ente destinato a finire?

SM: La Siae, come ho gia' detto e scritto fino alla noia, puo' giocare un ruolo fondamentale nella scena italiana: deve solo capirlo ed attrezzarsi per agire in questa direzione. Ci sono dei segnali, ma i Mogol sono ancora troppo forti. Vedremo, anche perche' la Siae e' in una posizione delicata e quindi dovra' per forza agire, in un modo o nell'altro.


Rockit: E la strada della privatizzazione non potrebbe essere una soluzione all'immobilita' di questo ente?

SM: Personalmente sono contrario alla privatizzazione; porterebbe inevitabilmente alla nascita di diverse Siae concorrenti, e vincerebbe chi strilla piu' forte. La causa tra Siae e Mediaset (avvenuta perche' Mediaset semplicemente si rifiutava di pagare diritti, e conclusasi con un compromesso per cui le reti Fininvest pagano inspiegabilmente meno della Rai) propone uno scenario agghiacciante: la MediaSiaeSetRlusconi, per esempio, che paga una miseria e che (grazie al fatto che il suo padrone capeggia l'opposizione) adotta la politica "o ti mangi 'sta minestra..." (che potrebbe perfino essere "o ti iscrivi alla mia Siae o non trasmettero' mai la tua musica"). Molto meglio questa Siae, decadente ma migliorabile e che, almeno a parole, sta dalla parte degli autori.


Rockit: Attualmente ti senti piu' giornalista o musicista?

SM: Bella domanda. Sono certamente un musicista, e quando scrivo il mio punto di vista non e' MAI quello del giornalista (imparziale cronista). Mettiamola così: sono un musicista che al momento scrive piu' di quanto suoni.


Rockit: Pero' come musicista non scendi mai a patti in quello che dici, ma come giornalista devi rendere conto a un caporedattore... sei mai stato censurato?

SM: Mai. E, adesso che mi ci fai pensare, probabilmente perche' scrivo con la stessa mentalità con la quale faccio la mia musica: ho gia' detto e scritto che il peccato piu' grave della stampa musicale italiana e' di scrivere sempre con una piccola remora, come se appassionarsi davvero fosse poco "cool". Io invece, perfino quando parlo del bidet, cerco di farlo mettendoci dentro "er core" (cosa che probabilmente a qualcuno sembra ridicola), e penso che questo atteggiamento funzioni, sia coi lettori (che mi leggono con piacere) che coi caporedattori (che non mi censurano). E poi so bene cosa non si puo' scrivere (anche se ogni tanto lo scrivo)...


Rockit: Il giornalista/i che stimi di piu'.

SM: Il critico che stimo di piu' in assoluto e' Theodor W. Adorno.


Rockit:...e quelli con cui non corre buon sangue...

SM: Con la stampa italiana ho un buon rapporto, e non ho dissapori particolari con nessuno. Certo che molti scrivono cazzate, ma spesso scrivono anche DI cazzate. E come fai a scrivere di cazzate non scrivendo alcune cazzate?


Rockit: La tua playlist di fine anno...

SM: Vuoi dire cosa passa nel mio stereo in questo periodo?

*) Alien Army, orgasmi meccanici
*) Sud sound system, reggae party
*) Underworld, Beaucoup Fish
*) Elio e le storie tese, craccracriccr & tutti gli uomini... ost
*) Aphex Twin, windowlicker e I care because you do
*) Indi, Some juggling (autoproduzione)
*) Paine', Simplemente Asì
*) Bob Marley vs Funkstar de luxe, sun is shining
e un sacco di New House


Rockit: Che progetti ha RadioGladio per l'immediato futuro?

SM: Sopravvivere al prossimo capodanno, far fare un bello scatto a Lilliput entro marzo e poi fare il mio album. Fermo restando che cerco moglie....

Baci
SM
www.radiolilliput.org

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L'articolo Sergio Messina - RadioGladio (via email), 01-12-1999 di Stefano "Acty" Rocco è apparso su Rockit.it il 2000-02-08 00:00:00