Micevice - e-mail, 16-06-2000

Micevice è Giovanni Ferrario, cantante/chitarrista/autore/compositore che calca le scene da quasi 15 anni, nel cui 'curriculum' musicale figurano numerose esperienze con altrettanti numerosi musicisti molto importanti. Ferrario ha da poco pubblicato il secondo album a nome Micevice, "Bipolars of the world unite cpl", pubblicato dall'etichetta Great Machine Pistola e distribuito da Audioglobe, acclamato da critica e pubblico. Ora si appresta ad intraprendere un breve tour con i Micevice. Abbiamo fatto questa intervista (con qualche suggerimento per le domande di Fausti'ko) tra un impegno e l'altro di Giovanni Ferrario, metà per e-mail, metà telefonica. Questo è il resoconto della nostra "chiacchierata".



Rockit: Frequenti il mondo della musica da parecchio tempo (tra le numerose esperienze, citiamo Views, Cesare Basile, Lula, Scisma). C'è qualcuna di queste esperienze che ti ha 'lasciato il segno' più di altre? Perché?

MICEVICE: Le mie esperienze con altri musicisti sono state ovviamente tutte importanti. La più lunga è stata la collaborazione con i Views, circa 10 anni, in cui sono cresciuto e mi sono fatto le ossa, imparando certe cose che mi aiutano tutt'oggi all'interno ed all'esterno di un mondo talvolta paradossale, come è quello della musica leggera.

Rockit: La formazione iniziale dei Micevice inizialmente comprendeva Marta Collica alla voce e Cat Hope al basso, con cui hai realizzato il primo album, "Experiments on the duration of love". Quali sono state le dinamiche che lo hanno trasformato in un progetto solista?

MICEVICE: Abitavo a Catania e stavo con Marta Collica, e vivevo con lei. Oggi vivo al nord, e l'unica possibilità per me è quella di avere un gruppo il più aperto possibile. Musicisti esperti, con le idee chiare su come lavorare su un progetto senza troppi problemi di ego.

Rockit: L' album d'esordio a firma Micevice è stato registrato in Australia, con la co-produzione di Hugo Race e la collaborazione dello scomparso Norman Fagg (Nick Cave, Dirty Three). Come sono nate queste collaborazioni?

MICEVICE: Le cose avvengono molto semplicemente a volte. Hugo ha sentito il materiale registrato all'epoca con Marta Collica e ci ha invitati in Australia, perchè gli interessavano le canzoni, e dopo due mesi di scambi di idee via fax eravamo a Melbourne. Tutto qui.

Rockit: A lavoro completato, ne siete rimasti soddisfatti (coi come gruppo e Hugo Race come produttore)?

MICEVICE: Totalmente soddisfatti. Cerco comunque di non avere troppe aspettative al momento in cui mi accingo a registrare, preferisco stare a vedere quello che succede.

Rockit: La tua carriera artistica si è svolta tra Brescia, Catania e Melbourne. C'è molta differenza di 'modus operandi', musicalmente parlando, tra l'Italia e l'Australia? E tra Catania e Brescia? E come modo di vita?

MICEVICE: Lavorare a Melbourne e collaborare con Hugo ha significato confermare certe idee che avevo riguardo alla maniera migliore di sviluppare il mio discorso. Cio che accomuna molti artisti australiani è l'immediatezza con la quale lavorano in musica. Non sto parlando soltanto di improvvisazione, ma anche della necessità di sorprendersi più spesso possibile, cioè lasciar fluire le idee e coglierle nel tempo più breve possibile, in modo da potersi riascoltare veramente, e non passare il tempo poi a sottilizzare, cioè a cercare la sintesi, che secondo me in musica non c'è.

Rockit: Veniamo a "Bipolars of the world unite cpl". Un album molto eterogeneo, tu stesso hai dichiarato che si tratta di una raccolta di brani composti negli ultimi tre anni. Come è stata concepita l'idea dell'album? Qual'è stata la sua gestazione?

MICEVICE: Devo dire che quando ho registrato questi pezzi negli ultimi due-tre anni non c'era assolutamente l'idea di registrare un disco, erano cose che registravo nel "tempo libero".

Io registro molte cose su 4 piste, poi quando ci siamo chiusi in questa casa per registrare il disco degli Scisma mi è venuta voglia di farlo, usando anche alcune delle apparecchiature che stavamo utilizzando. Abbiamo pensato di fare questa cosa e così, semplicemente, è stata fatta in un tempo molto breve.

Rockit: Il brano che pare abbia colpito tutti, e che si sente più spesso è sicuramente "Power to the guitar sound" (cito Fausti'ko: 'per me è una genialata, ha un riff della madonna!'). Dove, come e quando nasce l'idea del pezzo?

MICEVICE: "Power to the guitar sound", come naturalmente tutti gli altri pezzi è uscito in modo molto immediato, un pomeriggio d'estate a Catania nel '97.

Rockit: Altro brano che calamita l'attenzione è la stupenda "Fireworks", dove la stupenda voce di Cristina Donà si intreccia alla perfezione col tessuto musicale. Come è nata la collaborazione con Cristina?

MICEVICE: Cristina è venuta dove stavamo registrando, ed io le ho chiesto se lei voleva provare a cantare "Fireworks". Lei ha preso la musica, è stata via una settimana e ci ha lavorato col 4 piste, ed è tornata in un pomeriggio. Ha fatto sia il testo che le melodie delle voci, ed ha fatto diventare un pezzo che io avevo intenzione di fare anche strumentale una ballata.

Rockit: Rispetto al precedente lavoro a firma Micevice, le atmosfere sembrano più dilatate, sembra che ci sia una maggiore ricerca in tale senso. C'è stato un approccio diverso nella creazione e nella realizzazione dei due lavori?

MICEVICE: L'approccio è ogni volta diverso a seconda del periodo che sto vivendo e a seconda del luogo in cui vivo. Sì, queste sono canzoni più mie, più nel mio stile, ho fatto tutto da solo, quindi l'idea iniziale è stata sempre rispettata, è stata più facilmente assecondata.

Rockit: Per le registrazioni di "Bipolars" ti sei circondato di amici musicisti, che ti hanno dato una mano nella realizzazione dell'album. Com'era il clima in studio?

MICEVICE: Non era uno studio, era una casa. E' stato molto divertente. La gente che passava era invitata a suonare, e di solito non si tirava indietro. C'era anche del buon vino...

Rockit: C'è qualche episodio in "Bipolars" che, riascoltandolo, non ti soddisfa per come è riuscito?

MICEVICE: No, non c'è nessun pezzo che non mi soddisfi.

Rockit: "Murder and Create" e "Strawberry Wine" citano il riferimento a T.S. Eliot, mentre "Moeroga" si rifà ad una novella di Peter Abrahams. Quanto influiscono sul tuo lavoro di composizione le letture, gli ascolti, il cinema?

MICEVICE: Influiscono molto, anche se molto spesso in maniera indiretta. Per quanto riguarda "Murder and create" ho usato a piene mani certe poesie di Eliot mentre stavo registrando col 4 piste. A volte mi capita di non avere un testo pronto, nel senso che un testo non esce insieme alla musica, e quindi mi avvalgo di cose che leggo.

Per quanto riguarda gli ascolti, ascolto molto poco, anche se un CD che finisce sul mio lettore, se mi piace ci rimane per molto tempo.

Il cinema era una mia grande passione in passato, lo è rimasto, anche se ora è come se chiedessi di avere un momento di svago in quel luogo, quindi non sempre vedo film troppo impegnati.

Rockit: Cosa ascolta Giovanni Ferrario?

MICEVICE: In questo momento i Toshack Highways, che sono il gruppo di Adam Franklyn (membro degli Swervedrivew - ndi). Molto spesso, oltre ad altre cose che pesco nel cassetto prima di addormentarmi.

Rockit:Il tuo album sembra concepito per farsi notare anche all'estero, e lo dimostra anche il cantato in inglese, decisamente in controtendenza rispetto a quanto avviene negli ultimi anni in Italia. Come mai la scelta dell'inglese?

MICEVICE: Ho sempre e solo cantato in inglese. Non so cantare in italiano.

Rockit: Cosa ci dici della Great Machine Pistola, la piccola etichetta bresciana che ha pubblicato "Bipolars"?

MICEVICE: E' una etichetta fatta di persone che hanno un grande entusiasmo, sono Rudi Tanzi, Claudio Cambedda e Roberta Accettulli (sì, sono proprio io! - ndi), che sopperiscono alla loro inesperienza con, ripeto, un grande entusiasmo, e quindi faranno grandi cose. E comunque mi assecondano molto, quindi non posso che parlar bene di questa cosa.

Rockit: Ed ora parliamo della dimensione live. Dopo aver recentemente accompagnato gli Scisma e Cristina Donà, con cui sei tutt'ora impegnato, ti vedremo 'on stage' coi Micevice. Che impatto c'è da aspettarsi?

MICEVICE: Non lo so proprio cosa c'è da aspettarsi. Io non mi pongo aspettative, e spero neanche la gente ce viene a sentirmi.

Rockit: Quale sarà la line-up della band che ti accompagnerà sul palco?

MICEVICE: I Micevice saranno, oltre a me, Beppe Facchetti - tra gli altri ex batterista de Il Grande Omi - Davide Mahony - chitarrista dei (p)itch e dei Pineapple Facial Wax - e Giorgia Poli, bassista degli Scisma.

Rockit: La domanda è scontata: preferisci la dimensione live o il lavoro in studio? Perché?

MICEVICE: La domanda non è assolutamente scontata, e non so assolutamente rispondere, perchè mi piacciono tutte e due le cose.

Rockit: Ti sei anche cimentato come produttore, nella realizzazione di "Armstrong" degli Scisma, tuoi amici di lunga data. Come ti senti nella veste di produttore?

MICEVICE: Io ho sempre fatto sia uno che l'altro, ho sempre "prodotto", ho sempre fatto questa cosa per i Lula o per i Views ecc. Non sono sicuro che il significato di questa parola sia del tutto noto a te che mi poni la domanda ed in Italia in generale. Secondo me è come suonare, è far uscire qualcosa di buono dalle macchine che ci sono in uno studio, con degli amplificatori, delle chitarre, dai pedali, dai microfoni, dalla batteria e le pelli...

Rockit: Quali sono i prossimi impegni del Giovanni Ferrario produttore, e del Giovanni Ferrario musicista?

MICEVICE: Seguirò la tournèe di Cristina Donà, e non so quali altri impegni. La mia vita è abbastanza vissuta alla giornata.

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L'articolo Micevice - e-mail, 16-06-2000 di Roberta Accettulli è apparso su Rockit.it il 2000-06-19 00:00:00

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