Le luci della centrale elettrica - Le luci, seconda parte, 15-11-2010

Le Luci della centrale elattrica, parte due. La tanto attesa conclusione dell'intervista iniziata la settimana scorsa. Si parla, ovviamente, di molte, cose: De Gregori e De Andrè, Mina che gli ha chiesto un brano ma lui ha perso l'occasione per troppa cazzoneria, i critichini della scena indipendente e le major che si calano braghe, la sicurezza nazionale e le insicurezze personali, l'amore.



Rileggi la prima parte

LE LUCI, I MODELLI,
LA REALTA' & I CORTOCIRCUITI

(ovvero: quali le influenze e quali i modelli ? quale la realtà che ci sta attorno? e di conseguenza quali i contenuti?)

Sono sempre un po' in difficoltà a rispondere a questa domanda perchè ci sono tantissime cose che ho sempre seguito e che mi piacciono di cui io stesso vedo poca traccia in quello che poi viene fuori, nel senso che mi viene da mischiare tutto, che ne so dal libro "The road" di McCarthy alla faccia della persona da cui vado a prendere la frutta la mattina, dalla conversazione che faccio con mia madre dopo 1 mese che non ci parliamo a un libro di Sartre... Faccio sempre fatica a fare distinzione tra alto e basso nella cultura, davvero, non riesco a capirlo assolutamente, non riesco a capirlo né negli stessi "prodotti artistici", chiamiamoli così, che nelle conversazioni, mi si mischia in testa... Se penso a quello che stavo ascoltando mentre realizzavamo questo disco, ho messo in mezzo ascolti diversi: i dischi di ballate di Mark Lanegan, il disco solista di Thurston Moore ("Trees Outside The Academy") e tante altre cose che non so quanto e come sono entrate nel disco, però in qualche modo ci sono, come De Gregori ad esempio... è normale penso... cioè che ci sono anche tante influenze che magari non sono evidenti subito in quello che faccio, ma che sono quelle che mi hanno toccato di più. E credo che fondamentalmente ciò sia dovuto a questo cortocircuito che ho sempre avuto da quando ho iniziato a suonare...

Suonavo il basso nei gruppi punk e quindi avevo tutta l'influenza dei gruppi punk anni 80, il fatto che in tutti questi gruppi ci fosse un peso delle parole enorme, a volte anche superiore a quello dei cantautori, vedevo tipo 'sti concerti dove distribuivano foglietti con i testi delle canzoni fotocopiati, e dall'altra parte mi è sempre piaciuto De Gregori, che è stato il primo a folgorarmi e a farmi capire che le canzoni potevano andare in delle parti che non immaginavo neanche ci si potesse arrivare, così come anche De André. E quindi dall'insieme di queste cose è venuto fuori questo progetto, da questo cortocircuito tra il mondo punk e il mondo dei cantautori, anche per come si presenta, il nome che non è da cantautore anche se sono da solo come un cantautore, penso che sia veramente tutto frutto di questo incrocio... Incrocio che già era presente in due dischi che erano stati tra i primi a farmi cominciare a far canzoni: il live acustico dei C.S.I. e il live acustico degli Afterhours... che mi avevano mostrato come ci potevano essere momenti più violenti, di tensione più forte, fatti in modo scarno, anziché con batteria e elettricità d'ogni tipo... Quindi sostanzialmente credo che anche in questo disco si parta da lì.

Ok, questo per quanto riguarda i modelli artistici, mentre quali sono le tue fonti d'informazione/ispirazione dalla realtà?
Guarda io tutte le cose che faccio sono senza ritmo, senza metodica, neanche troppo abitudinarie, anche se a volte aspiro ad avere una routine così, ma è impossibile. Quindi a volte le notizie, le cose, le prendo in giro, le intercetto, tipo vado in un bar e sento una cosa, o per radio, o parlando con gli altri, leggendo qualche giornale. Però mi piace questa roba di avere una confusione, che mi viene dalla realtà, qualcosa che mi passa attraverso... non ho delle fonti precise, leggo e salto da una cosa all'altra. Non riuscirei dunque a fare una cartina di "da dove mi arrivano le informazioni", mi arrivano ti ripeto dalle robe e dai momenti più disparati. Mi piace molto guardarmi attorno, ascoltare gli altri, vedere le cose che fanno, perché molte robe sono senza spiegazioni, ti arrivano in quel modo, come quelle atmosfere che senti quando arrivi in un aeroporto di un'altra nazione e non riesci a spiegarti, lo capisci e basta.

Quindi se ci immergiamo in queste tue nuove canzoni cosa troviamo? Quali sono i "temi forti" ?
Beh... quello che è ora intorno a noi. Tracce della realtà che si vedono in modo più marcato, elencandoli a uno a uno sono più retorici di quanto spero non siano nelle canzoni: il lavoro e il non-lavoro, l'emigrazione, la sicurezza nazionale e le insicurezze personali per gli affitti, i progressi che sono solo tecnologici. Potere parlare della realtà senza particolari bandiere da sventolare, la realtà che non è solo degrado. Nel senso che è molto semplicistico definire quello che mi capita di scrivere come un estremismo, o come qualcosa proveniente dalla realtà periferica, urbana. Credo che il degrado non sia in una palazzina popolare ai limiti della città, credo che il degrado sia nei ragionamenti di molte persone. Quella roba lì di cui parlo sono i luoghi dove viviamo tutti, i nostri tempi, i nostri posti, che sono i migliori che ci possono essere essendo quelli che abbiamo tutti i giorni, è banale da dire ma è così. E credo che questo sia propulsivo e non triste. Per me triste è tutt'altro. Che poi è molto consolatorio dire va bene esiste quella roba lì ma è solo qualcosa di marginale, di estremista. In realtà però questo è quello che mi sembra ci circondi, una realtà che non è quella mediatica che ci viene propinata tutti i giorni, perché la maggior parte dei lavori, dei posti dove si vive sono quelli lì, e la maggior parte dei nostri rapporti sono dipendono anche dai "nostri pochi giorni liberi" che ci sono in una canzone.

Ecco, per capire meglio, svelaci qualche citazione che c'è nelle canzoni, qualche riferimento, come quella dei cattolici "andremo ad abortire tra le mimose"...
Si, quella delle mimose era una cosa venuta mentre scrivevo e assieme "ai crocefissi da appendere negli uffici pubblici", che ci sono in "Quando tornarai dall'estero" sono un "omaggio" ai taleban-cattolici... c'è anche quest'altra citazione dell'articolo 1 della Costituzione Italiana... con l'Italia fondata sul lavoro che è diventata l'Italia fondata sui telespettatori, che non so qual è peggio, forse sul lavoro. Che è poi un articolo agghiacciante, mi sono sempre chiesto "ma non è fondata sulle donne e sugli uomini che ci abitano? cos'è sta cosa del lavoro?"... E purtroppo adesso è proprio sprofondata sul lavoro che non c'è, in questo momento di transizione, e di identità che con coincidono più con il lavoro che fai... E poi c'è quella che "siamo donne oltre il burka e le gonne" che dalla culturazza anni '80 (Jo Squillo&Sabrina Salerno, Ndr), da cui proviene l'ascesa della donna berlusconiana, alla cultura del burka, anche qui fa parte di quelle immagini che ti arrivano e uniscono automaticamente cose che ti evocano altri significati, e dentro c'è pure "Vogliamo anche le rose" di Alina Marrazzi. Poi... "Il nostro ridere che fa male al presidente" rivisitzione di Jannacci, "il nostro viaggio che forse porta un po' più lontano" rivisitazione di De Andrè... Poi c'è Pasolini tirato in mezzo... Poi Putin, un altro dei personaggi dei nostri tempi, uno dei più grandi criminali che c'è al mondo che stringe la mano ai presidenti di mezzo mondo...

LE LUCI & L'AMORE

(...) Un'altra cosa che mi interessa molto è quella dell'amore, che è particolarmente presente, c'è quell'amore che non è il sentimento melenso propinatoci dalle fiction e da migliaia di canzoni, ma è un amore che, tipo nella canzone "L'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici", mi fa venire in mente la scena d'amore di "La classe operaia va in paradiso", quest'amore fatto in una 500, scomodi, col freddo. Mi piace questa idea di un amore destabilizzante, forte per quello, perché totalmente antifunzionale, mentre noi stiamo con la nostra mania di controllo e gestione dei tempi di tutte le nostre giornate.

LE LUCI, LA VITA & L'ITALIA

(ovvero: quanto Le Luci è italiano? E perché le Luci non è un cervello in fuga?)

Questa è una domanda veramente difficile a cui rispondere. Nel senso che alcune cose sono dovute a delle cose che sono successe. Il fatto che lavoravo da anni e non avevo niente di particolare qui, lavoravo da quando avevo 18 anni in un bar, sei giorni a settimana, e sono andato ad abitare da solo a 20 anni. E a un certo punto lì non ne potevo veramente più, e dunque avevo ipotizzato diverse soluzioni, che comunque ci sarebbero anche potute stare, tipo andare all'estero a fare il cameriere o chissà... In pratica non ho mai suonato con l'ambizione, che detta adesso sembra poco sincera, di fare la "rockstar", non mi apparteneva e l'ho sempre considerata qualcosa di ridicolo, per me la musica era sempre un qualcosa associato a qualcos'altro da fare, e mi andava benissimo, e anche adesso ci penso, nel senso che se ne Le luci della centrale elettrica fossimo in due e non io da solo, non riusciremmo a mantenerci, quindi avrei avuto anche bisogno di mantenere un lavoro facendo meno concerti. Perché io appena ho iniziato (col demo, NdR) ho dovuto smettere di lavorare, perché sarebbe diventato insostenibile coi concerti... perchè è un lavoro... purtroppo oggi passa questa logica brunettiana che se uno suona lo fa per hobby, trattando questo lavoro senza nessun tipo di rispetto, buttandolo giù... Comunque dicevamo che non me sono andato dall'Italia perché nel momento più inatteso questa roba ha iniziato ad andare, e anche io mi ci sono completamente buttato allo sbaraglio dentro, senza reti di nessun tipo, senza amicizie di nessun tipo, e in questo senso mi si è poi manifestata davanti una realtà migliore di quella che io pensavo. Nel senso che essendo da solo, venendo da una città di merda, questa roba è uscita ed è arrivata a vincere anche il Premio Tenco, a cui tra l'altro neanche avevamo spedito il disco, e io non sapevo neanche che eravamo arrivati in finale. Pensa che quando m'ha telefonato il presidente del Premio Tenco sono caduto dalle nuvole, per dire come eravamo fuori da quella realtà, senza nessun tipo di agganci e cose così e di come comunque siamo riusciti ad arrivarci. Per quanto riguarda il Mondo... adesso ti dico ho un po' l'ansia di partire, andare fuori, vedere tutti i posti che ci sono e poi tornare, voglio andare a capire come si vive là. Penso che da occidentali abbiamo questa grande fortuna che non crepiamo di fame, che ci sono tutti questi posti attorno da scoprire. E fa ancora più rabbia leggere di miei coetanei che si accaniscono con le litigate su internet, le prese in giro, quando fuori abbiamo tanti di quei mondi a disposizione e battaglie forse più utili.

VIENI A VEDERE LE LUCI DAL VIVO

(ovvero: come sono stati (vissuti) fin qui i live? come sarà in futuro?)

L'inizio è stato un delirio, per più di 2 anni, a partire dall'uscita del demo in poi, non mi sono mai fermato, non ho davvero ricordi di essermi fermato... se non un settimana forse dove ero a pezzi steso sul letto a croce quasi (ride, NdA)... e l'ho vissuto in molti modi... in parte come un animale, senza razionalizzare, della serie "quello che c'era da fare facevo", ed ero comunque dentro questa cosa in pieno, era una dimensione strana, irreale... poi a un certo punto superato il limite, dove per buona volontà avevo fatto tutti questi concerti in cui sul palco davo tutto il possibile e immaginabile... e quando ero sul palco ero sul palco, però ero sfibrato per il resto del tempo... nel senso ho avuto un momento di esaurimento psico-fisico in cui mi ero fermato all'improvviso un paio di mesi... poi comunque c'erano le date fissate e sono riuscito a tirare fino a novembre e poi son stato fermo un annetto, benissimo, in cui ho scritto il disco nuovo etc, ma sono stato fermo anche perchè ho capito che avevo esagerato, tutti, intorno a me, abbiamo spinto troppo, che mi sono davvero spremuto ma non si poteva andare avanti così... che poi mi ero fermato anche nel momento in cui i cachet stavano crescendo... fortunatamente ho attorno persone che sono prima di tutto amici, però quando è stato il momento di tirare su anche economicamente il frutto di due anni di lavoro ci siamo fermati per un anno perchè non ne avevo più e perchè anche di quel riconoscimento lì (economico) una volta che uno ci paga l'affitto mi sento più che ricco... e anche molte cose che non sopportavo più in realtà sono cose tranquille, che si possono sopportare, ad esempio questa continua dimensione pubblica era per me eccessiva... nel senso che mi sono reso conto che non è del tutto il mio lavoro questo, non è del tutto il mio lavoro quando mi trovo ad essere io in persona sempre e comunque con un ruolo pubblico ed esposto, da piccola celebrità che deve sorridere sempre e farsi fare le foto se no dicono che te la tiri... ho invidiato chi può lavorare da casa, che ne so scrivere e far uscire la sua opera da casa senza doverla portare in giro... anche perchè non provo nessuna soddisfazione dagli applausi, il riconoscimento, la foto anzi... mi mette o in imbarazzo o comunque, davvero, non mi da soddisfazione... mi da soddisfazione quando finisco una canzone ed è apposto... cioè alla fine credo che un musicista che riesca a vivere con l'identità da musicista deve avere un malessere che fortunatamente è uno dei pochi che non ho e anche una sorta di esibizionismo parallelamente, cioè il fatto di godere dall'essere lì sul palco a farti guardare dalle persone a farti applaudire deve appagarti qualcosa che a me non appaga... essere sempre lì sul palco senza mai staccare, il ritrovarmici sempre e comunque in ogni tipo di condizioni, tipo una volta hai mezzo mal di gola una volta hai la febbre una volta sei stanco morto e hai altri problemi della tua vita, a volte è straniante ma basta non farsi trascinare basta fermarsi quando è il momento e ricominciare quando è il momento.

Quindi il prossimo tour come sarà?
Eh sì, per questo il prossimo tour ho cercato di strutturarlo in un altro modo: faremo 6 date teatrali con questa specie di orchestra distorta che c'è nel disco, con una scenografia presa dai disegni di Andrea Bruno, in posti molto belli, poi ci fermeremo un mese e poi parte il tour nei club. Nel tour teatrale siamo riusciti a tenere il prezzo del biglietto tra i 15 e i 18 euro, lottando coi denti ed è comunque una lotta impari visto che in un teatro di questo tipo con una produzione del genere si va dai 20 in su... e poi comunque ci sarà il tour nei club dove costerà di meno, biglietto a 10 euro spero anche meno, e io sarò considerato più freakkettone anche se in realtà guadagneremo di più rispetto ai teatri dove si andrà in pari, e in cui tutti avranno la possibilità di sentire male come amano (ride, NdA)... e quindi 20 date nei club, e poi una ventina d'estate. In questo modo, insomma riesco a rapportarmi all'idea del concerto come l'evento che è... con la concentrazione che serve e ogni volta sarò contento di andare sul palco ecco.... non facendone 300 come prima!... adesso mi va proprio di sapere quando iniziano e quando finiscono, ma tanto poi perderò il conto e so che ne faremo tantissimi e sarà giusto così finché ogni sera sarà sensata.

Ma tu davvero faresti anche a meno di fare concerti?
Ma no no, fare a meno dei concerti no dai, diciamo che queste date sono il minimo giusto e poi queste canzoni nuove ho davvero un po' d'urgenza di farle sentire, cioè credo che siano su un disco e ok, ma sostanzialmente (le canzoni) assomiglino a te in ogni giorno che te le porti dietro... il disco vecchio dal vivo l'abbiamo stravolto in ogni modo... anche se poi penso che quelle canzoni lì abbiano avuto la loro vera vita in questo tour di 200 e passa date in cui è entrato tutto questo disastro che poi è anche in quel periodo lì in cui ho scritto della roba che è finita nel disco di adesso... (pensa)... Sì dai, adesso ho davvero molta voglia di andare dal vivo, riuscirei a rapportarmici in un modo più sicuro. Anche perchè dopo 2 anni riesco a capirmi in questo contesto, mentre prima la mia identità mi sfuggiva ancora di più, mi sembrava semplicemente tutto quanto assurdo, il fatto di avere tante persone che ti ascoltano, le persone che ti guardano, che ti applaudono a volte mi davano proprio fastidio alcune cose... al posto di dire no loro sono qui perché gli piace quello che sto facendo anche se non l'ho fatto per loro... non lo so, sono riuscito un po' a metabolizzarlo adesso, quindi adesso mi ci rapporterei in un modo migliore e più semplice, a divertirmi anche un po'.

LE LUCI & LE MAJOR

(ovvero: e le major in tutto questo, si erano fatte avanti?)

Sì sì, si erano fatte avanti tutte, volevano comprare il master del disco precedente e fare questo, però non mi ci sono nemmeno voluto addentrare, proprio nemmeno rapportarmi, perchè non avevo voglia la mattina di telefonare a uno di questi o rispondergli alla mail... perchè non sapevo che cazzo dirgli, non avevo voglia, molto semplicemente, proprio mera qualità della vita e non per fare gli eroi, ma proprio perché nel 2010, non si pone nemmeno il dilemma "economico-morale" del "potrei fare successo con una major"... non c'hai più nemmeno l'aspettativa di dire vediamo cosa tirano fuori questi qua dal mio cd, anche da un punto di vista economico è molto meglio uscire per La Tempesta (che non è un'etichetta ma un collettivo di persone, ci tengo a ribadirlo, perchè si lavora ancora meglio). E' meglio essere tu proprietario del tuo disco, avere a che fare con persone fidate, bere insieme una birra, che essere schiavo di questi venditori di musica come fossero pneumatici. Che poi è assurdo... ormai arrivano a calare le braghe a dei livelli... mi han detto "non vogliamo nemmeno sentire i provini", a loro pro o loro contro non so... quindi questo mio disco sarebbe uscito tale e quale anche se fosse uscito con Universal e non per La Tempesta per dire, con la cosa però che se fossi uscito per major sarei diventato un venduto per tutti quelli che già criticano il disco ora che neanche è uscito... e guarda ti dirò di più l'avrei fatto solo per "dar fastidio" a tutti questi critichini della "scena indipendente" di uscire per una major con lo stesso identico disco pronto per un'indipendente (ride, NdA)... comunque te l'ho detto non avevo voglia di avere a che fare con delle persone che sono li a vendere i dischi come se fossero alla Pirelli... con queste strutture che giustamente e prevedibilmente stanno completamente fallendo perchè se tu tratti la musica per anni e anni come una roba morta in un contesto morto che devi vendere come un prodotto qualsiasi e non ti rendi conto che la musica cambia nei contenuti e cambia nei modi di essere fruita condivisa e vissuta dalla gente, perchè la musica è una cosa viva e cambiano quindi tutte queste altre variabili che sono attorno a lei, è ovvio che poi fallisci.

LE LUCI & MINA

(ovvero: una chicca per i lettori Rockit)

Vasco, prima di salutarci, la raccontiamo la storia di Mina?
Ahaha, ma sì dai... era nata così: lei stava scrivendo questo disco ("Facile", NdR) e mi sembra che il primo contatto sia stato che mi abbia scritto un'email trovando l'indirizzo sul blog o da qualche parte, dicendo che stava preparando il disco nuovo, in cui gli Afterhours avevano scritto una canzone "Adesso è facile"... e quindi mi ha chiesto se volevo mandarle un paio di canzoni che le sarebbe piaciuto, che le era piaciuto molto quello che aveva sentito che facevo... è stato davvero una cosa bella, certo... solo che è stato nell'estate in cui stavo facendo un casino di concerti, io avevo questa canzone su cui stavo lavorando... e in un giorno a Milano con Rodrigo, Enrico e con Asso (rispettivamente: Rodrigo d'Erasmo, Enrico Grabrielli, Alessandro "Asso" Stefana, NdR) abbiamo provato a registrarla che poi questa canzone è diventata "I nostri corpi celesti" che è poi finita in "felicità"... e sentendola potrete capire perchè lei mi ha detto bello il testo ma non fa per me come canzone (ride, NdA)... giustamente... ma io quella canzone avevo quella ho mandato, non l'ho pensata ovviamente troppo su di lei come invece sarebbe stato giusto fare... poi lei mi ha risposto "dai va benissimo c'è ancora tempo" e li avrei dovuto davvero scrivere per qualcun altro, cioè lavorare in un modo in cui non avevo mai lavorato, e quindi avevo chiesto a Enrico Gabrielli se ci avremmo potuto lavorare insieme lui avevo risposto "sì sì ci lavoriamo"... poi erano passati un paio di mesi e quando io le avevo scritto guarda stiamo per trovarci per finirla e mandarti la canzone lei aveva risposto "ma guarda Vasco che il disco esce fra 1 settimana nei negozi" (ride, NdA) e quindi niente per la cazzoneria è saltata questa grande occasione...

Ahah va beh ma ci sarà ancora modo in futuro no?
Ma sì spero di sì ovviamente... poi c'è questa cosa che in casa dei miei si ascoltava solo Battisti e Mina... e quindi gliel'avevo detto che i miei genitori sono tra i suoi più grandi fan e lei era contentissima... mi aveva chiesto l'indirizzo senza che io lo dicessi ai miei, così gli aveva mandato un disco suo con una dedica bellissima... e i miei sono impazziti, figurati... io ero a Roma a suonare e mi chiama mia madre (ride, NdA) e mi fa "dille che non ho dormito quella notte per l'emozione"... no è stato davvero bellissimo, anche per questa cosa che ci è andata dietro... Mi rendo conto anche a posteriori della concitazione di quel periodo in cui non c'era tempo nemmeno per fare una cosa così bella e importante e anche della cazzoneria sia mia che di Enrico... Poi è stato bello anche perchè sai... non ti rendi conto di chi ti ascolta, e quindi pensare che Mina avesse ascoltato il mio disco e gli fosse piaciuto era una roba "fuori" proprio... una cosa a cui sicuramente non pensi... e invece anche qui opera l'autosuggestione in cui ci si figura Mina come una persona fuori dalla realtà, quando invece è una persona normale che si occupa di musica e quindi segue quello che succede con una certa attenzione e libertà.

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L'articolo Le luci della centrale elettrica - Le luci, seconda parte, 15-11-2010 di Stefano 'Fiz' Bottura è apparso su Rockit.it il 2010-11-15 00:00:00

COMMENTI (25)

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  • toswim 14 anni fa Rispondi

    Come testi è forse uno dei migliori.Però stiamo parlando di musica,quindi melodia e liriche. Come musica fa veramente cagare.Preferirei molto di più leggere una raccolta di racconti di vasco che ascoltare un suo disco.

    Poi ognuno la pensa come vuole

  • utente0 14 anni fa Rispondi

    che classe infinita

  • youwinimstupid 14 anni fa Rispondi

    Tua mamma nuda in croce.

  • briscola 14 anni fa Rispondi

    hey! anche youwinimstupid è molto intelligente come damarama.

    damarama e youwinimstupid sono amici, anzi forse sono la stessa persona





  • youwinimstupid 14 anni fa Rispondi

    E' intellettualmente un disonesto.

  • spranga 14 anni fa Rispondi

    è vero, come può dire tutte quelle cose e avere la maglia alla rovescio?
    (non ho letto l'intervista, volevo anch'io vedere solo i commenti)

  • worlich 14 anni fa Rispondi

    ah ok, no problem, comunque quello è il worlich-pensiero sulla cosa. ciao.

  • damarama 14 anni fa Rispondi

    scusa! Lo scrissi mentre tu rispondevi :)

  • worlich 14 anni fa Rispondi

    ecco, qui siam d'accordo però.

  • worlich 14 anni fa Rispondi

    Eh ma allora la cerchi tu la polemica damarama, o sto intendendo male io?

    Non c'è bisogno di sti commentini,, io scrivo e registro in camera da letto e lo faccio per hobby.. e di essere invidioso dell'attenzione che ha ricevuto Brondi l'avevo già detto nel mio primo commento qui, e lo ripeto anche adesso se vuoi.

    Il "mio atteggiamento" non cambia, e non è stato messo in dubbio da te.. non gli sto tirando bottiglie sul palco, sto solo dicendo che non mi piace su un forum, me lo permetti?