Tommaso Colliva: i dieci sample che più ho amato in assoluto

Creare musica nuova rubando quella già esistente è una delle cose più affascinanti in assoluto. Tommaso Colliva ha stilato una lista dei 10 campioni che più ha amato e che l'hanno spinto a fare musica. E ce li spiega uno per uno.

Vinili italiani
Vinili italiani

Tommaso Colliva è stato scelto per produrre le musiche orginali del Red Bull BC One, il contest mondiale di Breakdance che quest'anno, per la prima volta, terrà la sua finale in Italia (il 14 novembre 2015 a Roma). Per l'occasione gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua passione per il mondo del sampling e per chi crea musica nuova rubando quella già esistente. Ha stilato una lista dei 10 campioni che più ha amato in assoluto e ce li spiega uno per uno.

 

1. The Charmels "As Long as I've Got You” per Wu-Tang Clan “C.R.E.A.M.”

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Prima di questo pezzo non sapevo cosa fosse il campionamento.
Poi ho sentito questo disco e suonava veramente strano, con quel piano distorto, piccolino, che ti entra in testa e ci rimane per la vita, quell’accordo sul battere che si ripete per tutto il pezzo dritto ed in reverse e il Wu Tang Clan sopra. Se ti capita di ascoltare una cosa del genere e hai 14 anni non c’è modo di rimanere indifferenti.


2. Bob James “Nautilus” per milioni di beat

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Questo è un super classico, un break beat micidiale per ogni b-boy cypher e quasi uno standard per ogni producer con cui confrontarsi. Da ragazzo è stato uno dei vinili che ho cercato incessantemente. Avevo una terribile stampa italiana che pesava 50 grammi e suonava malissimo e ne volevo una americana che suonasse decentemente. Credo di averla cercata almeno un anno in lungo e in largo e poi una domenica mattina l’ho trovata in un mercatino in un piccolo paese vicino a casa.


3. Roy Ayers “Ain’t Got Time” per Black Star “Little Brother”

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Qui parliamo di tecnica sopraffina. J Dilla che letteralmente cuce i pochi brandelli di musica che Roy Ayers lascia liberi dalle parole nel disco originale per ricreare il groove completo del pezzo dei Black Star. Adoro i dischi di Roy Ayers e avere Calibro 35 sul palco con lui in Brasile qualche anno fa è stata una delle - tante - soddisfazioni che il progetto mi ha dato. Quando è iniziata “Everybody loves the sunshine” non ci potevo credere (anche se si sarebbe meritato musicisti decisamente migliori ad accompagnarlo…).


4. Clifford Brown “Yesterdays” per KRS One “MC’s act like they don’t know”

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Prendi un pezzo super mellow e lo trasformi in un head banger potentissimo. Questo è il bello del sampling. Riutilizzare in maniera completamente diversa un pezzo, farlo rivivere sotto un’altra forma, renderlo proprio, incorporarlo in un nuovo messaggio musicale. E se si parla di messaggio nessuno è meglio di KRS One.


5.  ESG “UFO” per Notorius BIG “Party And Bullshit”

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Questo lo metto non per tanto B.I.G. ma per le ESG. Un gruppo veramente assurdo che mischiava un po’ tutti i generi suonando malissimo (senti quanto è fuori tempo il basso quando entra) ma che rappresenta a pieno l’attitudine di un periodo storico incredibile per la musica: la New York a cavallo tra '70 e 80 in ci coabitavano disco, rap e post punk. Se non fosse stato per il sampling nessuno probabilmente avrebbe conosciuto questo gruppo e sarebbe stata una grave perdita per la storia della musica.


6. Lalo Schifrin “Danube Incident” per Portishead “Sour Times”

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Lalo Schifrin è un compositore enorme e la sua musica è perfetta per essere campionata (così come quella di David Axelrod per esempio). Uniscici i Portishead, un testo notevole, la voce di Beth Gibbons e una chitarra che potrebbe essere stata registrata nel 1962 e il pezzo è praticamente perfetto. Bellissima pure la versione dal vivo unplogged al Roseland di NYC dove il campione orchestrale ha fatto il giro per finire per essere risuonato dal vivo da una vera orchestra.

7.  Bernard Purdie “Soul Drums” per Beck “Devil’s Haircut”

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E fu così che anche il rock si appropriò definitivamente del sampling grazie a un artista illuminato e due produttori geniali come i Dust Brothers che basano tutto il pezzo su chitarre fuzz, voci distorte, una linea melodica infestante e sul groove pazzesco di “Soul Drums” di Bernard Purdie, uno che ha suonato con James Brown e Aretha, non un cretino a caso.
  

8. Tony Esposito “L’Eroe di Plastica” per Melma e Merda feat Moddi “Too Xigen”

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Killer groove napoletano per sottolineare che i campioni non devono essere solo presi da musica made in the US. Il disco di Melma e Merda era pieno di prelibatezze del genere come la colonna sonora di "Metralletta Stein" campionata su “Trilogia del Tatami”. Insieme ai due dischi di Fritz e all’EP di Neffa, rappresenta il canto del cigno dell’hip hop italiano con cui son cresciuto.


9. Tutti i campioni di “Vocal Studies + Uprock Narratives” di Prefuse 73

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A cavallo tra '90 e 2000 arriva un disco incredibile tutto sample based che per me rappresenta abbastanza il punto d'arrivo. Grazie a etichette di appassionati uscivano milioni di compilation, Napster era già passato inventando da un giorno all’altro il file sharing e cambiando irrimediabilmente il mondo della ricerca musicale. Il diggin' non sarebbe mai stato più quello di una volta. Meno male che ci sono questi dischi.


10. The Beatles “White Album” e Jay Z “Black Album” per Dangermouse “Grey Album”

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L’idea di DangerMouse fu geniale. Prendi le voci di JayZ e produci dei remix usando solo pezzi di un album dei Beatles, in più lo metti in free download, tutti lo scaricano e otto case discografiche diverse ti fanno causa: benvenuti negli anni 2000! Ecco come si diventa un super producer.

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L'articolo Tommaso Colliva: i dieci sample che più ho amato in assoluto di Tommaso Colliva è apparso su Rockit.it il 2015-10-01 09:15:00

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