Concertoni del Primo Maggio: se il lavoro sparisce la musica raddoppia

Gli eventi di Roma e Taranto sono la cartina tornasole di un Italia che cambia: tra lavoro che sparisce e un nuovo modo di utilizzare la tecnologia e vivere il territorio

primo maggio taranto roma sindacati lavoro
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26/04/2016 - 16:24 Scritto da Andrea Girolami

Nel pantheon delle istituzioni musicali italiane il "concertone" del primo maggio mantiene un ruolo granitico difficile da scalfire. Non sono bastate le polemiche, le crisi e i cambi di governo: i tre sindacati italiani CGIL, CISL e UIL continuano ad organizzare il loro evento gigante in Piazza San Giovanni a Roma richiamando di anno in anno una folla sempre oceanica. Ma non basta: da quattro anni a questa parte al classico evento romano se n'è aggiunto un secondo, questa volta a Taranto. Stessa tipologia di concerto con le all-star della musica italiana ma motivazioni politiche e un modello economico e produttivo molto diverso.

Proprio lo scorso anno qui su Rockit abbiamo incontrato e approfondito le ragioni e il dietro le quinte delle due manifestazioni intervistando i rispettivi organizzatori (qui e qui). Dal piccolo punto d'osservazione del nostro sito dedicato alla musica italiana verifichiamo puntualmente un grande interesse dei nostri lettori nei confronti di questi eventi. Un dato numerico che ci porta a pensare come nonostante i cambi di direzione, la concorrenza di una moltitudine di concerti sul territorio e le critiche sulle modalità, i concerti del primo maggio di Roma e Taranto sono un'importante cartina tornasole degli umori e delle ragioni di chi segue la musica in Italia, e non solo.

Guardando il cast dell'edizione 2016 dei due concerti contemporanei si ha la sensazione di una sostanziale equivalenza nei nomi delle due edizioni o addirittura di un sorpasso, in termini di rilevanza, del concerto di Taranto su quello classico di Roma. Mentre a Taranto suoneranno tra gli altri Afterhours, Levante, Litfiba, LNRipley, Ministri, Teatro degli Orrori, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Subsonica a Roma saliranno sul palco Skunk Anansie, Marlene Kuntz, Vinicio Capossela, Tiromancino e Salmo, Fabrizio Moro, Gianluca Grignani, Coez e Bugo assieme a molti altri "classici" come gli immancabili Modena City Ramblers e Bandabardò. In entrambi i casi stiamo parlando dei big della musica italiana ma l'impressione è che nei nomi di Taranto ci sia una maggiore coesione artistica e non sia solo un who's who del rock italiano.

Oltre queste questioni di lana caprina, la realtà è che in pochi anni il concerto di Taranto ha guadagnato terreno rispetto al suo cugino romano ben più celebre e se in quanto a pubblico il divario esiste ancora (a Taranto nel 2015 sono arrivate circa 150mila persone, a Roma molte di più) l'attenzione verso le due manifestazioni da parte di media e artisti si sta velocemente equiparando. Questo cambio nei pesi di quella che è una vera e propria istituzione musicale italiana ci racconta qualcosa di interessante su come cambia il modo di concepire la musica e soprattutto il lavoro in Italia.

Da tempo si discute sul ruolo dei sindacati in un mercato del lavoro che nel corso degli ultimi anni è mutato profondamente e velocemente. La domanda lecita è: come è possibile difendere e tutelare una classe sociale e di lavoratori che non si riconosce più come tale? Se un tempo il ceto medio e operaio era facilmente identificabile con gli impiegati o gli operai delle grandi fabbriche oggi l'esercito di freelance, dei liberi professionisti, creativi e precari non si identifica in un panorama sociale così preciso. La nuova struttura dei contratti di lavoro e del mercato ha inoltre reso il ruolo dei sindacati sempre più difficile relegandoli ad una posizione di sostanziale marginalità se non addirittura di completa inutilità, anche per colpa di un loro grande ritardo nell'ascoltare e reagire ad un cambiamento sociale che procedeva rapidissimo. Il Corriere Della Sera ha parlato di 723,000 iscritti in meno alla CGIL nel 2015, tra questi la maggioranza sono proprio i lavoratori atipici. Giorgio Airaudo, ex figura di primo piano della Fiom e deputato ha commentato così questi dati: "Qui il sindacato ha un problema perché non ha mai realmente organizzato questi lavoratori che, secondo me, dovevano essere rappresentati all’interno delle categorie di appartenenza e non nella Nidil. Forse si pensava che la precarietà fosse una fase transitoria del mercato del lavoro. Invece sta aumentando".

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In questo scenario l'organizzazione del primo maggio di Taranto sembra una bella novità che va proprio a colmare un vuoto lasciato dalle istituzioni tradizionali. Come ricordava a Rockit uno degli organizzatori Cataldo Ranieri riguardo il concerto: "Non ci sono né sponsor né finanziamenti politici o di sindacati. Siamo liberi di dire quello che pensiamo" ed in effetti l'intera manifestazione si regge su un meccanismo di autofinanziamento e autoproduzione dell'associazione Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti che è in qualche modo in risonanza con le sempre più frequenti esperienze di crowdfunding anche in Italia. Ultima è quella di Cellamare Music Festival di cui abbiamo parlato ampiamente. Nel caso del festival pugliese però la forma è ancora ibrida con una parte di finanziamento dal basso e una di sponsorizzazione tradizionale da parte di grandi marchi. Anche grazie a queste nuove possibilità tecnologiche c'è stata la possibilità di esprimere ed esaudire i bisogni di nuove realtà locali più attente al proprio territorio. Proprio questo apparente conflitto tra il lavoro concepito nella sua maniera industriale e superata ed un bisogno di vivere il territorio in maniera diversa è stata il primo motivo della nascita del concerto di Taranto come ci hanno ricordato gli stessi promotori: "Il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Noi non vogliamo scegliere più, noi vogliamo entrambi ed è questo il senso di questo Primo Maggio". A proposito della città e del tormentato rapporto con lo stabilimento Ilva aggiungono "Di divieti in funzione dell’inquinamento ne abbiamo avuti tanti, per cui proteggendo l'Ilva si vuole garantire qualcosa che non ha futuro. Secondo noi tutte le risorse che ci sono (sia pubbliche che private, sequestrate o meno) debbano essere investite per creare alternative di lavoro, per creare una riconversione industriale. Per cui nei prossimi 5 o 10 anni mi auguro che avvenga innanzitutto una riconversione mentale più che industriale dei cittadini di Taranto, e che siano tutti uniti per sostenere chi chiede finanziamenti non del ferro veccho e dell’Ilva, ma finanziamenti per creare alternative di lavoro di altro tipo".

D'altra parte proprio il concerto di Roma in cui campeggiano i loghi dei tre sindacati (titolari del marchio e promotori dell’evento) invece ha una serie di sponsor tradizionali. Due tra gli organizzatori, Carlo Gavaudan e Massimo Bonelli, auspicavano un maggiore intervento di questi finanziatori per il futuro: "Sì, ci sono [sponsor, ndr] ed è anche grazie a loro che oggi è ancora possibile organizzare un evento gratuito di tale portata a Roma. Se in passato ci vieniva raccontato che intervenivano a copertura del 50% del budget complessivo ora è molto meno, sarà per il poco tempo avuto per la raccolta delle risorse o per la concomitanza dell'Expo a Milano, ma le risorse sono fortemente diminuite e oggi coprono circa un venti per cento del totale. Speriamo che prossimamente le condizioni migliorino sostanzialmente".

A parte le scelte produttive, i cast artistici, la contraddittorietà solo apparente di coinvolgere importanti marchi in un evento sociale e politico come il concerto di Roma in tanti si chiedono che senso ha oggi un evento come il concerto del primo maggio. Il paradosso è che più il lavoro sparisce dai nostri orizzonti quotidiani e più diventa argomento di discussione e di mobilitazione sociale, tanto da arrivare addirittura a duplicare i concertoni nel giorno della sua celebrazione. Viene da pensare che proprio come il lavoro cambia e occupa spazi sempre nuovi all'interno della nostra società, così anche gli eventi che lo celebrano e ne proteggono le buone pratiche hanno bisogno di trovare altre soluzioni, linguaggi e modalità di organizzazione. Il rischio è altrimenti quello di ripetere stancamente il proprio canovaccio e perdere la propria capacità di incidere nella discussione politica e sociale, indipendentemente dai nomi si chiamano a suonare sul palco.

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L'articolo Concertoni del Primo Maggio: se il lavoro sparisce la musica raddoppia di Andrea Girolami è apparso su Rockit.it il 2016-04-26 16:24:00

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