Meta- Ascolta l'ep d'esordio e leggi l'intervista

Un progetto che parla la lingua dell'elettronica sperimentale, di forte stampo ambient

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Un progetto che parla la lingua dell'elettronica sperimentale, di forte stampo ambient. Meta- è il nome che si sono scelti i due giovani compositori Luigi Calfa e Simone Giudice nell'affrontare simbioticamente questo loro nuovo percorso. "Ambienti: Volume I", il loro ep d'esordio, è una suite in quattro tempi espressione di pause e moti interiori. Vi facciamo ascoltare il disco in anteprima accompagnato da un'intervista.

Come vi siete incontrati e cosa vi siete detti quando avete deciso di dar vita a questo progetto?
Simone Giudice: ​Ci siamo incontrati per la prima volta circa quattro anni fa, ad un festival a Lamezia Terme (nostra città di origine) dove entrambi avremmo suonato. Le affinità erano molte, ed anche il modo di concepire (e rispettare) il suono e tutti gli elementi ad esso connessi​.
Luigi Calfa: ​Poco tempo dopo si è parlato di far qualcosa insieme, trovando una linea compositiva diversa rispetto a quello che ognuno di noi stava facendo individualmente in quel periodo. Il momento in cui abbiamo dec​iso di dare v​ita a Meta-, che noi interpretiamo come un indefinito e continuo laboratorio di visioni, è stato probabilmente nel 2014. Da lì un lento e bellissimo processo di ricerca a quattro mani.

Avete un approccio simbiotico nei confronti delle produzioni? Come lavorate?​
LC: In parte mi lego alla prima risposta: sono stati circa tre anni di lavoro insieme, e con il tempo ci siamo conosciuti tantissimo l'uno con l'altro. ​All'inizio non scrivevamo mai musica ​separatamente, al contrario cercavamo il primo momento utile per stare insieme in studio e lavorare in duo fin dalle prime stesure (considera che io vivo a Milano mentre Simone a Roma).
SG: Vivere in due città diverse è sempre stato il nostro più grande ostacolo, poi con il tempo abbiamo imparato a lavorare su Meta- anche in solitudine. Tuttavia siamo arrivati a questo risultato soltanto nell'ultimo anno, ed ora da un punto di vista artistico ci conosciamo perfettamente e abbiamo focalizzato il nostro suono.

Come sono nate le composizioni di "Ambienti: Volume I"?​
SG: "​Ambiente'", in senso stretto e non, è stato da subito il primo elemento al quale ci siamo sentiti più vicini, l'evoluzione di questo pensiero infatti è: l'ambiente - che ci circonda. Successivamente abbiamo cercato di trasformare questa idea in release, che fortunatamente Kabalion Records ha interpretato in maniera eccelsa.
LC: All'interno di questo lavoro, che peraltro nel nostro archivio rimanda ad una seconda e terza parte, vi è un'intera filosofia che va dall'idea di field recording (legato allo stato d'animo di un preciso momento ed un definito spazio), e sfocia nella pulsazione ritmica. Una sorta di analisi mentale e spirituale fortemente legata alle nostre percezioni.

Che strumentazione utilizzate e quanto cambia il vostro approccio sulle macchine dallo studio alla live performance?
SG:​ Gli strumenti con i quali creiamo sono innumerevoli, immagina anche le cose più semplici e comuni. Dal vivo cerchiamo sempre di avere lo stesso approccio con il suono, quindi alcuni strumenti come il sintetizzatore modulare, il laptop (strumento al quale siamo molto legati) o una serie di distorsori sono vitali.
LC: Recentemente, stiamo provando a non avere limiti anche in questo. Il modo in cui interpretiamo una performance è sempre diverso da quella precedente. Ci adeguiamo ​alla venue, al palco, al possibile ambiente (concetto che torna utile anche in questo caso)​ ed è sempre un lavoro estremamente​ ​site specific.

Il lato visuale è un altro degli aspetti fondanti dei vostri show.
LC: ​Il lato visivo dei nostri lavori è divenuto parte integrante di essi poco tempo fa, quando entrambi (sound artists di natura) abbiamo aumentato i nostri skills in merito. Abbiamo lavorato su diverse tipologie di AV performance o installazioni, le quali anche in questo caso mutano in base allo spazio e alla luce.
SG: Ora questa parte rappresenta la nostra performance in una maniera totalizzante. Non potremmo più esprimerci senza una, per noi forte, componente visiva. Considera comunque che di base i nostri lavori riprendono sempre delle tessiture molto astratte, perciò sono dei piccoli elementi ma estremamente significanti e sui quali possiamo lavorare anche per dei mesi.

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L'articolo Meta- Ascolta l'ep d'esordio e leggi l'intervista di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-05-05 16:39:00

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