Ketama126 - Fate l'amore, fate la gang

Viene dalla Lovegang, la crew di Carl Brave e Franco 126, ma fa la trap a modo suo: Ketama ci racconta il suo nuovo album "Oh Madonna"

Ketama
Ketama

Lovegang è la crew dell'amore, la crew di Franco126 e Carl Brave, autori di uno dei dischi forse più chiacchierati e ascoltati del 2017. È anche la crew di Ketama126, ovviamente nato e cresciuto nel rione XIII e autore di quello che è ad oggi forse uno dei dischi trap più solidi usciti negli ultimi anni, dall'approccio volutamente caricaturale alla scelta dei suoni estremamenti vari seppur coesi. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui, iniziando proprio da cosa sia quest'attitudine che contraddistingue Lovegang. 

Prima di parlare del disco: mi spieghi definitivamente cos'è Lovegang e cosa no?
Lovegang è tutto e niente, è amore e odio. Lovegang è cuore e al cuore non si comanda. Come dice Sean, Lovegang è fondamentalmente estetica, edonismo, cercare il piacere, il bello; non nel senso: "quello è bello", ma trovare ciò che ti piace. Ognuno deve fare ciò che più gli piace nella vita. Lovegang è anche irrazionalità. Il nome è frutto del creatore, Sean, come ci è arrivato non lo so. Tante serate, tanto alcol, tanta droga e poi ci arrivi. Diciamo che Sean ci è arrivato così (ride).

A proposito di tutta la droga che è passato sotto i ponti: abbiamo avuto 10 pezzi, poi "Ketam-City" e adesso questo "Oh Madonna". Prima di parlare del rap, volevo chiederti com'è cambiato nel tempo il tuo approccio alle produzioni.
È cambiato poco, io sono sempre stato uno attento al suono. Ammetto che prima di tutto, prima di mettermi a scrivere, deve piacermi il beat. Nello scorso disco c'erano molte più produzioni mie perché comunque ho iniziato come produttore. All'inizio mi ci dedicavo tanto, adesso col tempo mi sono concentrato molto di più sulla scrittura. Nonostante questo, ho seguito ogni singola produzione del pezzo del disco, ora mi piace collaborare con i miei amici, produrre a quattro mani con loro piuttosto che iniziare da zero e fare tutto solo. Cerco l'apporto di più teste, non solo la mia. Il sound però è la mia prima fissa,più delle parole.

Per i testi mi sembra che in questo disco ci sia stata una deriva molto (auto)ironica. Quanto c'è di vero nelle cose che racconti della tua vita?
Dal punto di vista  del vero non ho cambiato approccio: non mi piace parlare di cose che non mi appartengono. Prima parlavo di certi fatti personali in maniera un po' più pesante anche forse perché ero ragazzino e più preso dalla foga. A 20 anni ogni cosa è nuova e l'entusiasmo è alto per qualsiasi cosa. Col tempo capisci che tante cose che ti sembrano fiche sono una merda e viceversa. Per farti un esempio, la questione droga: "Ketam-City" l'ho scritto in un periodo in cui non dico che fosse una novità ma lo era sicuramente più di adesso, c'era un entusiasmo che adesso non c'è più. Questo non vuol dire che la droga non ci sia più, ma sicuramente c'è stato un cambio nell'approccio dettato dalla mia crescita e il modo un po' diverso in cui vedo le cose. Da "Ketam-City" a "Oh Madonna" c'è stato un lavoro graduale.

Cosa ti ha guidato nel tirar su "Oh Madonna"?
Ho capito che se vuoi arrivare a più gente nella scrittura e nel rap bisogna parlare di sé ma fino a un certo punto. "Oh Madonna" è molto autoreferenziale, ma in un senso diverso rispetto agli altri dischi. Prima dicevo: "ieri ho fatto questo, quest'altro e quest'altro ancora" mentre resto sul generico, il che mi permette di arrivare a più persone. Non che faccia le cose per arrivare a più persone, le faccio sempre per me, ma se arriva a più persone sono contento. Sono più soddisfatto del lavoro che ho fatto, diciamo.

Una cosa che ho notato è il richiamo, pressocché unico, a una certa estetica da internet. Penso ad alcuni video musicali in particolare e anche a "Triste", che poi è Sadboy. Quanto sei legato alla cultura internet e a roba tipo la vaporwave, il cloud rap, Yung Lean?
Sono molto legato a quella scena cloud rap europea perché penso siano riusciti a rendere credibile, anche per dei bianchi che stanno in Europa e che non vendono crack, un suono come quello trap che prima era credibile solo in altri contesti. Sono riusciti a cambiare un po' l'immaginario che gira intorno alla trap, a crearne uno che non fossero solo gli spari in testa. Riconosco il fatto che hanno reso possibile che questo genere si espandesse. Devo molto a un artista come Yung Lean, non tanto per il suono o per il discorso internet. È una questione più di concetti che d'immagine. Questo è quello che i trapper italiani non hanno ancora capito e che stanno iniziando a capire adesso. Molti che prima facevano la trap che parlava dei palazzoni, adesso parlano di cuori e di cose di cui noi della Lovegang parliamo da anni. Hanno capito che non esiste solo un modo di fare trap, anzi.

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Da subito giravano molti pezzi tuoi con Side, penso a "Street Sharks", "Xanax Gang" e "Numeri sul braccio". Su "Pezzi" Side dice "ringrazio mio fratello che mi ha insegnato a fare i pezzi", che sicuramente ha varie interpretazioni più street, ma sembra anche un tributo musicale. Secondo te come mai la Dark Polo Gang è esplosa prima? Credi che questa vostra amicizia vi abbia spinti a vicenda o comunque sia stato un trampolino?
Credo siano esplosi prima di noi semplicemente perché da un punto di vista d'immagine e di organizzazione, anche sui social, sono potentissimi, tra i più potenti d'Italia. Hanno avuto le palle di fare una proposta per cui inizialmente tutti gli davano contro, compresi gli amici. La loro grande forza è stata sbattersene il cazzo di quello che diceva la gente. Mi sento molto fortunato perché vedo tutti i miei amici di Roma realizzarsi, fare delle belle cose. Siamo cresciuti tutti insieme e stiamo prendendo le nostre strade. Sono contento e anche molto orgoglioso. Non ci verrebbe mai in mente di copiarci a vicenda, ci piace camminare sulle nostre gambe, anche perché penso che le nostre gambe siano quelle che reggeranno di più. C'è anche molto rispetto reciproco: sono gli unici rapper italiani che rispetto, anche perché, come dicevo prima, siamo cresciuti insieme. C'è sana competizione ed è questo che fa alzare il livello.

Nei rapper di nuova generazione è comune rinnegare qualsiasi background legato al boom bap. Come ti poni riguardo questo tema e quali sono stati i rapper che ti hanno ispirato? So per esempio di riferimenti a J Dilla, per dire.
Fossilizzarsi su una cosa in generale è una cazzata, che sia old school o trap, io non la rinnego perché effettivamente non vengo dal rap. A 14 anni non ascoltavo il boom bap ma il metal, i Led Zeppelin, i Black Sabbath. Poi, ti dico: ora faccio trap perché siamo nel 2020, negli anni '90 avrei fatto boom bap, negli anni '80 avrei fatto il glam-metal: mi piace fare la roba più fresca del mondo in cui vivo. Non sono nato 40 anni fa dove potevo suonare la chitarra fatto di acidi e mi tocca fa' trap, capisci? È così che va la vita (ride).

Quali altre sono le tue ispirazioni musicali ed estetico-visive?
Come si può vedere in "Piccolo Kety" riprendo sia un pezzo dei Pooh, quindi il rock anni '70, che Kodak Black, ovvero la trap odierna. Sono queste le cose che mi influenzano di più: la musica vecchia, il rock anni '70/'80/'90 e la musica attuale, cioè la trap, ma solo perché la faccio e mi rispecchia, non perché sia la migliore di tutte le musiche attuali. Diciamo che la sento perché è il mio lavoro, cioè, cazzo, faccio trap non posso non ascoltarla. Non la facessi forse sentirei solo musica jazz e rock anni '70 probabilmente. Il genere però per cui ho avuto una passione forte è proprio il rock anni '70 e sono cresciuto ascoltando solo quello. Mi ispira anche nell'immaginario e nel modo di vestirmi: quelle erano rockstar e penso che nessuno possa fottere con quelle rockstar. A livello estetico mi ispirano i film ma anche la vita quotidiana, il quartiere, i pazzi che vedi per strada.

Spiegami una cosa che ho notato, per esempio, su "Gelato". Come tanti hanno fatto notare che la produzione è davvero molto simile a un brano di Lil Yachty. Questa cosa un po' da mixtape, fatta per esempio anche da Achille Lauro e da Boss Doms, non pensi possa anche essere deleteria per l'immagine del produttore?
Chi dice che ho bitato dovrebbe intanto leggere le info del brano e vedere che l'ho scritto io stesso, non è che hanno scoperto l'acqua calda. Non mi metto a fare l'originale su una roba che non è originale, se penso a un remix lo scrivo. C'è quello che vuole fare lo sveglio e lo scrive ma va be'; quello è un pezzo che non  trovi su disco perché appunto è un remix, ma non è copiare. È un pezzo fresco, fico, che in Italia non era ancora conosciuto. I remix si sono sempre fatti, poi se tu lo metti dentro un disco ufficiale e non scrivi che è un remix e il beat è scopiazzato allora sei un gran paraculo. Se lo metti come singolo e ci scrivi che è un remix, allora hai fatto un bel remix e basta.

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Prima dell'album hai messo pezzi su YouTube come "Hakuna Matata", "Gelato", "XIII", poi non inseriti nel disco. Stavi cercando un suono, una direzione da prendere per l'album o li hai pubblicati semplicemente per intrattenere durante l'attesa?
Entrambi. Inizialmente erano modi per far accrescere la curiosità, poi più passava il tempo più mi accorgevo che avevo la possibilità di fare una cernita dei pezzi usciti, più potevo scegliere e quindi dare un suono coeso all'intero progetto. Alla fine il disco spazia molto a livello di sound, poi il mio approccio e la mia voce sono quelli e il tutto risulta omogeneo. Tutti i brani sono in stile Ketama ma credo che il disco affronti vari aspetti della trap: c'è il pezzo pestone, quello sognante, quello più cloud. Far uscire dei singoli mi è servito per capire in che direzione andare.

Ti sei fatto influenzare dai feedback che ti sono arrivati?
Sì, anche. Mi piace sapere il parere dei fan, anche se poi faccio sempre di testa mia. Mi piace sapere a cosa sto andando incontro.

10 dei tuoi pezzi sono finiti su Viral Spotify: quali credi siano le cose che più arrivano della tua musica?
"Triste" è finito al primo posto e "Lacoste" al sesto, infatti sono molto contento. Non saprei dirti cosa arrivi di più, ma spero che sia l'originalità del suono e del mio approccio alla scrittura che penso sia unico nella trap italiana. Anche i concetti che esprimo nel disco sono non solo sfoggio ma anche critica a quello che è adesso il mondo, infatti sono molto pessimisti. Non è un disco che dice che il mondo è a fiori. Ho l'impressione che il resto dei dischi trap dica questo o la solita solfa: "che merda i palazzoni", ma niente di originale. "Triste" è forse il pezzo più distante, per concetti, da tutta la trap italiana. Credo sia il mio punto di forza.

Quali saranno le prossime mosse della Lovegang?
Eh (ride), non te lo so dire. Lovegang non è studiata a tavolino, sicuramente il prossimo prodotto che uscirà sarà "Romanzo rosa" di Pretty Solero. Per il resto, chi vivrà vedrà.

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L'articolo Ketama126 - Fate l'amore, fate la gang di Raffaele Lauretti è apparso su Rockit.it il 2017-06-23 13:44:00

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