Sui palchi dei festival che ho sempre sognato: intervista a Francesca Michielin

Incontriamo Francesca Michelin al Primavera Sound e ne approfittiamo per farle qualche domanda

foto di Starfooker
foto di Starfooker

Dopo averla conosciuta dietro le quinte del MI AMI Festival, ci reincontriamo nel soleggiato pomeriggio sullo sfondo del Parc del Fòrum di Barcellona, dove entrambe stiamo assistendo come spettatrici al Primavera Sound, un festival che, mi racconta Francesca Michielin, lei frequenta ogni anno, perché è come una gita d'istruzione. Ne approfitto per farle qualche domanda, visto che quest'estate sarà ospite dei maggiori festival della penisola.

La tua presenza al MI AMI è stata molto significativa per quello che vogliamo che domani diventi questo festival, non ci sono più le barriere che grazie anche ad altri artisti stanno cadendo e tu sei stata la nostra testa d’ariete: raccontaci il tuo MI AMI.
È stato bellissimo e ho i brividi solo a pensarci, è un festival che ho sempre amato e che ho sempre apprezzato tanto, mi ha sempre dato l’idea di un festival puro, una sorta di “Woodstock italiano” dove le persone stanno insieme, anche proprio il fatto di chiamarlo MI AMI vincola un certo tipo di messaggio. Mi ha sempre affascinato senza contare la location che è stupenda. Questo disco l’ho scritto con degli artisti che stimo tanto come Calcutta, Cosmo e Tommaso Paradiso, ma l’ho scritto per raccontare me stessa senza sovrastrutture o etichette, senza nessuna paura. Ho detto le cose come le volevo dire e sono arrivate senza essermi posta nessun limite nel farlo e di questo sono felice. Le persone che sono venute a sentirmi hanno amato questo disco, sapevano tutti i pezzi e per me è stato emozionante perché vuol dire che nella musica non ci dovrebbero essere appunto barriere. La musica o è bella o è brutta.

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Quando abbiamo annunciato la line up c’era qualche voce contraria nei tuoi confronti probabilmente perché Rockit e il MI AMI si portano dietro una storia e un certo tipo di pubblico che non è ancora abituato a certe novità, ma si sono ricreduti tutti. Post MI AMI abbiamo ricevuto tantissimi messaggi di persone che raccontavano di aver visto il tuo concerto e di esser stati affascinati anche dalla tua formazione live: raccontaci come hai scelto i tuoi musicisti e come avete lavorato a come riportare sul palco il tuo disco.

Io li conosco da quando avevo 17 anni, suoniamo insieme da quando siamo molto piccoli anche se in realtà lo siamo anche adesso, infatti abbiamo tra i 23 e 25 anni. In questo tour e anche al MI AMI abbiamo osato proponendo un set particolare perché tutti suoniamo tutto. Credo che ogni membro della mia band, di cui io sono frontman ma sono un elemento tanto quanto lo sono loro senza nessun valore maggiore o minore, possa esprimere se stesso, cercando, rispetto al tour precedente, di introdurre qualcosa di molto personale per ognuno. Tutti siamo un po’ dei solisti all’interno della band, ma al contempo siamo anche parte di una struttura che non può fare a meno di nessuna delle sue parti. Anche a livello cromatico ci siamo posti come se volessimo essere dei proiettori di luci, sensazioni e immagini. È bello perché ognuno può esprimersi in questo tour e fare quello che sente in base a come vede il pezzo. Nei nuovi lavori che sto facendo li coinvolgo in maniera più diretta perché alla fine quando sali sul palco e racconti un disco vale molto più del disco stesso.

Al MI AMI ti sei trovata davanti a un pubblico misto, normalmente ai tuoi concerti che tipo di persone vengono a vederti? Hai notato delle novità importanti nel tuo pubblico?
Ho sempre avuto un pubblico trasversale, ma con questo disco c’è una fascia più concentrata tra i 25 ai 35 anni. Questo semplicemente perché forse le persone che frequento e la persona che io stessa sono si trova in questa fascia. Nella volontà di raccontare un certo tipo di situazioni che mi capitano quotidianamente, anziché comunicare come ho sempre fatto in maniera ermetica, metaforica, poetica e con dei colori anche molto raffinati che però sono più ostici da cogliere, il messaggio è arrivato a questo tipo di pubblico e ne sono contenta. È bello che ogni persona nei pezzi veda quello che vuole vedere. Quando sono uscita nel 2011 a un certo punto sono chiesta: ma cosa abbiamo detto con questo disco? Per esempio parlavamo sempre dell’amore in maniera così sublime, quando in realtà l’amore è una cosa sì gigante, ma anche quotidiana, sarebbe un peccato non raccontarne anche queste sfumature.

Pensi che il tuo pubblico stia anche crescendo con te?
Sì, ed è la cosa più bella che mi auguro nel mio percorso musicale. Ho seguito tanti artisti nella loro evoluzione anche se ero molto piccola e ho sempre visto la bellezza nella fragilità di ogni artista di non proporsi come qualcosa di invincibile e perfetto, ma vedere una ricerca costante, una curiosità, un fuoco interiore. Noto che in questo percorso che sto facendo tante ragazze magari si rivedono in me indentificandomi ad esempio come la figura di una cugina, soprattutto le più piccole, fino a gente della mia età che è cresciuta co me. Si crea un’empatia fortissima.

Siamo qui al Primavera Sound: quali concerti hai visto e quali andrai a vedere?
Quest’anno la line up è pazzesca, sono arrivata lunedì e ho visto anche un po’ di Primavera PRO quindi riuscendo a sentire anche artisti italiani come Any Other che adoro. È stato stupendo fare tre giorni prima di ambientazione. Ho visto Björk per cui sono venuta principalmente, ma poi come al solito ci sono anche altri artisti che mi stupiscono di più, ad esempio Vince Staples che mi ha completamente mandata fuori di testa. Ho visto Chvrches, gli Waxahatchee che sono incredibili, ora vado a sentire i Metà Metà che sono l’unico gruppo brasiliano. C’è un sacco di roba incredibile... 

Tra gli artisti italiani al Primavera Sound quest’anno la scelta è stata variegata e particolare. C’è Populous che fa un certo genere di elettronica, Any Other canta in inglese, i Guano Padano che ricordano la storia della musica italiana cinematografica e poi c’è Cesare Basile che è un progetto che canta in dialetto, quindi paradossalmente diventa come presentarsi con un’altra lingua. Insomma manca proprio il progetto cantato in italiano. Secondo te come mai?
Secondo me il problema non è la lingua, ma di come un progetto è strutturato e di come si pone a livello di comunicazione non verbale, perché la musica nasce come comunicazione non verbale. Ad esempio l’anno scorso io ho visto qui al Primavera Sound Iosonouncane che è qualcosa che va oltre la lingua, per essere qui uno deve sapere comunicare in maniera trasversale, ed è una cosa a prescindere dalla lingua. Chi organizza questo festival cerca di comunicare un certo tipo di coolness, è una questione musicale. Attualmente in Italia c’è stata una rivoluzione testuale fortissima però a livello musicale manca ancora qualcosa. L’unico è Cosmo che attualmente potrebbe venire a un festival del genere, per come è strutturato il suo progetto dal punto di vista musicale e testuale.

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Ultimamente è nato un "impegno" che è stato firmato da tanti festival europei affinché tutti insieme si arrivi alla parità di genere nelle line up dei festival entro il 2022. Come MI AMI è una problematica che sentiamo e che vogliamo accogliere, e nell’ambito del nostro racconto vogliamo rimanere integri senza forzature, ma credo sia importante che si vedano le ragazze sui palchi e anche dietro ai palchi. È bello che sia di ispirazione per delle ragazze tra il pubblico vedere donne fortissime sui palchi.
Non credo tanto in questa cosa, nel senso che io mi reputo un’artista e basta. Né un’artista donna, né un’artista giovane o veneta, le etichette mi hanno sempre limitata nel momento in cui si creavano, anche solo per abbatterle. Questa problematica è venuta fuori anche al Primo Maggio perché eravamo solo tre donne io, Maria Antonietta e Carmen  Consoli. Non credo che il problema sia a livello di cast dei festival o degli eventi ma alcuni aspetti potrebbero dipendere anche dalle case discografiche che magari hanno vissuto momenti in cui era più importante decidere di investire sui ragazzi piuttosto che sulle ragazze. Per le donne è più difficile avere un pubblico per una serie di retaggi che si stanno abbattendo. Io credo molto che la musica deve essere bella e gli artisti devono essere grandi artisti a prescindere dal loro sesso, quindi quando ci si mette a classificare è una normale conseguenza che si discrimini, anche se lo si fa per salvaguardare qualcosa. Per me siamo tutti essere umani. Se domani ci fosse un festival con un solo uomo e 200 donne cosa dovremmo fare?

Ti aspetta un tour molto consistente in tutta Italia, dove andrai?
Il tour riparte il 7 luglio dal festival del Castello di Vigevano e si conclude il 2 settembre all’Home Festival a Treviso e nel frattempo ci sono un sacco di date in altri festival tra cui c’è l’apertura di Alanis Morissette il 9 luglio a Roma e il Pistoia Blues Festival il 13 luglio, Il Tanta Robba Festival a Cremona, insomma c’è un sacco di roba bellissima. È il primo tour estivo che faccio e il primo tour nei festival e infatti ci sentiamo un po’ come dei bambini in un negozio di caramelle. Con la band d'estate andiamo sempre ai festival insieme perché sono come gite di istruzione per noi, e il fatto di suonare nei posti che abbiamo sempre amato è bellissimo.


Ecco tutte le date del tour estivo di Francesca Michielin:

7 LUGLIO                         Vigevano (PV) – Estate in Castello 2018

8 LUGLIO                         Cremona – Tanta Robba Festival

9 LUGLIO                         Roma – Roma Summer Fest (opening act Alanis Morissette)

11 LUGLIO                        Olgiate Olona (VA) – Gravity Pop Festival

12 LUGLIO                        Pistoia – Notte Rossa 2018

14 LUGLIO                       Forte dei Marmi (LU) – Villa Bertelli 2018

16 LUGLIO                       Varallo Sesia (VC) – Alpàa Festival

18 LUGLIO                       Cattolica – Arena della Regina

19 LUGLIO                       Pescara – Teatro D’Annunzio

22 LUGLIO                       Quartu S. Elena (CA) – Opera Beach Arena

28 LUGLIO                       Zafferanea Etnea (CT) – Etna in scena

3 AGOSTO                       Lignano (UD) – WE ARE A Lignano Summer Dream

2 SETTEMBRE                Treviso – Home Festival

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L'articolo Sui palchi dei festival che ho sempre sognato: intervista a Francesca Michielin di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2018-06-04 17:25:00

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