Se tuo figlio spaccia non è colpa di Sfera Ebbasta

Nuovi attacchi al trapper da Striscia la Notizia e dal rapper Anastasio

"Raga non ho mai detto niente, sono sempre stato zitto, ho sempre cercato di fare il superiore, di farmi scivolare addosso la cosa, però noto che sta diventando veramente ridicola, sta diventando tragica la situazione.

Sono mesi che mi sveglio ogni giorno e trovo il mio nome su qualche giornale, piuttosto che su qualche telegiornale in cui vengo diffamato gratuitamente, gratuitamente raga, in cui vengono presi di mira i miei testi, e io mi chiedo: “Ma in un paese come l’Italia, dove ci sono un miliardo di problemi, questi dove trovano il tempo per analizzare i miei testi, cioè non hanno niente da fare? Gente pagata da noi, con le nostre tasse, che invece che lavorare sta lì a perdere tempo e ad analizzare i testi di Sfera Ebbasta per capire se incita o meno l’uso di sostanze stupefacenti.

Ma quando mai? Quando mai? Quando mai ho detto: “Oh raga, drogarsi è giusto”? Quando mai ho detto: “Fate questo piuttosto che quest’altro”?

Mai fatto.

Mai fatto.

Io ho parlato di me stesso, ho parlato di quello che ho fatto io, di quella che è stata la mia vita e non mi sono mai nascosto dietro un dito, quello che dovevo dire l’ho detto, quello che dovevo fare l’ho fatto.

Però mi sembra ridicolo, adesso, puntare il dito contro di me e dire: “Ah, Sfera Ebbasta è il demonio, Sfera Ebbasta incita alla droga, Sfera Ebbasta è un cattivo esempio per i ragazzini…”.

Il cazzo.

Il cazzo!

Perché se i ragazzini invece che perdere tutto il tempo per strada si dedicassero, come ho fatto io, ad andare in studio, si dedicassero alla musica, troverebbero di sicuro una strada alternativa a quella del cazzeggio. I ragazzini mi prendono come esempio non perché mi fumo le canne, ma perché ce l’ho fatta."

 
 
 
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Queste le forti dichiarazioni di Sfera Ebbasta pubblicate in video sul suo Instagram qualche ora fa. Il trapper si è esposto finalmente alla marea di critiche ridondanti che da un sacco di mesi a questa parte stanno dominando quasi quotidianamente la stampa italiana, soprattutto in seguito alla tragedia di Corinaldo. Ma qual è stata la causa scatenante di questo sfogo sui social del giovane trapper? Chi ha pisciato così fuori dal vaso per farlo alterare tanto da dedicare un post su Instagram per giustificarsi dei suoi testi, della sua musica, difendendosi così dall’ennesima critica sterile?

Un paio di sospetti ci sono: nei giorni scorsi, oltre al solito servizio di Striscia contro la droga che tutte le volte è colpa di Sfera e dei trapper (stavolta si parla di Purple Drank, lo "sballo viola"), è uscita sul Corriere un’intervista piuttosto provocatoria ad Anastasio, vincitore della dodicesima edizione di X Factor Italia. Il rapper si è contraddistinto ed è stato apprezzato per la profondità dei suoi testi, giudicata dal pubblico come inusuale in un ambiente italiano in cui ormai la trap la fa da padrone.

Durante l'intervista, ad Anastasio viene chiesto di commentare un verso del suo ultimo pezzo, "Correre", che dice così: "Tuo figlio idolatra un idiota che parla di droga e di vita di strada". Il cantante, alla richiesta di una spiegazione riguardo a queste rime, risponde: "Ma io non ce l’ho mica con i rapper o i trapper, piuttosto me la prendo con i genitori che non si accorgono che i loro figli non hanno più modelli positivi con cui confrontarsi. Dovrebbero fare i genitori, non gli amici, discutendo con loro della totale mancanza di spessore di Sfera Ebbasta: dimostrarsi complici, condividendo questa passione giovanile, non produce nulla di buono. Gli eroi di un tempo non esistono più, oggi sono diventati di carta, e con i figli bisognerebbe parlare anche di questo." 

Non solo: l'intervistatore, avendo capito la piega che il discorso sta prendendo, incalza, chiedendogli se anche lui non si ritenga una persona che segue le mode, dato che “il rap è la tendenza del momento”. Al che Anastasio, stizzito, ribatte: "Sicuramente è una forma d’arte semplice, ma non è detto che non si possa esprimere qualcosa di intelligente e profondo. Per intenderci, credo di essere lontano anni luce dalla Dark Polo Gang, un gruppo che bada di più all’immagine che alla sostanza."

Anastasio tiene a specificare di non essere come i trapper, che pensano solamente a come ingioiellarsi nel prossimo video e non mettere qualcosa di intellettualmente rilevante nei loro testi. Con queste affermazioni il cantante sembra ergersi su un piedistallo, disprezzando quell’arte che, per l’appunto, bada più all’intrattenimento che all’educazione, alla forma piuttosto che al contenuto.

Viene da chiedersi: ma deve essere per forza così? È giusto che chiunque non pretenda di essere un faro culturale nell’ambito dell’arte, sia etichettato come un artista di serie B? E ultimo, non per importanza: davvero vogliamo attribuire tutti i mali delle nuove generazioni agli artisti che i ragazzini seguono e idolatrano?

Quando Anatasio afferma: gli eroi di un tempo non esistono più, di quali eroi sta parlando? Di cantanti che parlavano di rock’n’roll, di vite al limite, eroina, groupie e di quando a qualcuno si è fermato il cuore per la troppa cocaina ingerita (vedi alla voce: Kickstart my heart)? Il dubbio è più che legittimo, quando si tratta di affermazioni così forti in un’intervista, soprattutto se il polverone viene sollevato da un ragazzo di 21 anni e non dal 50enne indignato che commenta tutti i post di Salvini e Di Maio.

Niente di strano, infatti, se si trattasse delle polemiche acchiappa-spettatori di Striscia, che ha sollevato un polverone mediatico su Achille Lauro e la sua Rolls Royce e gli ha addirittura consegnato un tapiro d’oro, facendogli una paternale da prete dell’oratorio estivo per le allusioni che il testo del brano sanremese avrebbe fatto all’ecstasy (o, come la chiama Staffelli, ESTASI).

Dopo la tragedia di Corinaldo, in cui persero la vita 5 ragazzini e una madre che accompagnava la figlia al concerto di Sfera, il trapper è stato additato come capro espiatorio di tutte le tendenze nefaste delle nuove generazioni.

I ragazzini si drogano per colpa di Sfera Ebbasta, usano lo spray al peperoncino per colpa di Sfera Ebbasta, non hanno più rispetto di niente e di nessuno per colpa di Sfera Ebbasta. Sfera Ebbasta è il Lucifero dei nostri giorni che sta portando i 15enni al Paese dei Balocchi, li sta traviando e noi genitori non possiamo farci nulla. 

Una cosa giusta Anastasio l’ha detta: i ragazzi devono tornare ad avere un dialogo coi genitori, perché devono essere questi ultimi a preoccuparsi dell’educazione della propria prole, non un ragazzo di 27 anni che ha deciso di voler fare musica di intrattenimento e in cui racconta la sua storia, che è una storia fatta di strada, sacrifici e, sì, guarda caso anche droga.

Sfera Ebbasta non si è mai voluto ergere a paladino delle nuove generazioni, plasmandole a sua immagine e volontà, se non nel senso positivo di cui lui stesso ha parlato: se ce l’ho fatta io, che vengo da una situazione di merda, ce la puoi fare anche tu. Con l’impegno e la dedizione, ce la puoi fare, puoi diventare quello che hai sempre sperato, facendo un sacco di soldi e arrivando dove manco avevi immaginato nei tuoi sogni più reconditi.

È inutile continuare a puntare il dito altrove quando è dalle generazioni precedenti, figlie, tra l’altro, di boom di droghe molto peggiori delle attuali in circolazione, che dovrebbe venire un certo tipo di educazione, non dai trapper che vostro figlio ascolta in cameretta. Troppo facile scaricare la colpa così.

 

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L'articolo Se tuo figlio spaccia non è colpa di Sfera Ebbasta di Linda Codognesi è apparso su Rockit.it il 2019-03-07 15:55:00

COMMENTI (3)

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  • fede.marini 5 anni fa Rispondi

    "Ragazzo di 27 anni"?... Ecco, iniziamo a trattare le persone per quello che sono, cioè adulti e responsabili delle proprie azioni ed inazioni. Poi se ne riparla.

  • noemibonafede 5 anni fa Rispondi

    Per me sta cosa non ha senso, perché come dice Capo Plaza: "Il futuro te lo scegli e le scelte le fai tu." Non c'è nessuno che può dirti quello che devi fare o meno.

  • rossellini96 5 anni fa Rispondi

    Se I ragazzi avessero più cervello, nemmeno di ascolterebbero.