L'isola di Arturo, il debutto solista di Side

La dipendenza dagli psicofarmaci, l'indipendenza artistica. Abbiamo incontrato Side per farci raccontare "Arturo", il suo primo lavoro dopo l'uscita dalla Dark Polo Gang.

Paolo Ciriello
Paolo Ciriello
30/04/2019 - 11:10 Scritto da Marco Beltramelli

Sto fumando una sigaretta all’ombra di un glicine decennale quando Luca me lo presenta, ci diamo la mano, mi chiede quanti anni ho, di seguito, "e voi? Siete del 98, non ci credo. Sono più piccoli di noi. Guarda che mani giganti, ci siete proprio nati per fare sto mestiere" rivolgendosi ai buttafuori che ci scortano all’interno della Side House, uno spazio a pochi metri dal vicolo della lavandaia sull’Alzaia del Naviglio Grande. Postazioni per videogiochi, ampi divani in pelle, un lussurioso bancone bar, in pratica, la versione rap del più classico set di Playboy, con tanto di shop personalizzato. Il colore dominante è il bianco, quasi in antitesi col proprio passato. Non faccio in tempo a varcare la soglia che mi vengono offerte bevande e tartine, anche se all’interno dell’avveniristico showroom sono presenti ancora pochi amici e i membri più fidati dello staff. Le stesse persone che hanno aiutato Arturo ad uscire da un momento difficile, "ho anche pensato al suicido, ma non ne ho mai contemplato l’idea".

"Devi chiamarmi Arturo, tutta la gente che mi vuole bene, i miei veri fans, devono chiamarmi Arturo" esordisce così nella nostra intervista mentre ci sediamo attorno ad un enorme tavolo bianco. Perché Arturo è il ragazzo che si nasconde dietro Side, lo stesso nome che ha voluto dare al suo primo album solista, al suo lavoro più personale. "Dark Side è morto. Il peluche è un regalo di un’amica di mamma, glielo portò il giorno in cui nacqui, ce l’ho da sempre. Anche l’acqua nella copertina indica lo stesso concetto: una rinascita". Il passato, un peso che continua a lasciare i segni sulla pelle, come una ferita da rimarginare, come un tatuaggio."Prima c’era scritta Dark Gang", mostrandomi la nuova scritta “rock’n’roll” sulle mani. "Scusa quelle sono al cioccolato? Me ne puoi portare qualcuna?". Side è così, proprio come le sue strofe, un lento flusso inarrestabile che ogni tanto si ferma, si distrae, prende un giro largo per poi ripartire più forte di prima. La chiacchierata continua attorno ad un vassoio di mini donuts ripieni.

La DPG ha preferito andare avanti senza Side, o forse Side ha preferito proseguire senza la DPG "non li biasimo, mi hanno sopportato a lungo. Ho iniziato un periodo di riabilitazione che non ho portato a termine. Un mese in clinica era insostenibile. Però ora sto meglio, sono più lucido anche quando compongo". Il primo album solista di Side Baby è infatti mosso da due motivazioni ideologiche forti ma ben distinte: la lotta contro le dipendenze. "Mi è stato prescritto un disturbo dell’umore, non sono stato ricoverato per dipendenza. Ma compravo gli psicofarmaci da un pusher, benzodiazepine, con lo Xanax ho veramente esagerato troppe volte. Ho chiuso con quella merda, ora posso definirmi pulito", e per la propria indipendenza, questa volta artistica, "capisco che una band possa crescere ed avere necessità diverse, non critico il loro percorso, ma non mi rispecchiavo più nella musica della DPG. Il primo obiettivo di “Arturo” era raccontarmi, penso che la gente possa riconoscere questa veridicità".

Quello con la DPG è Un legame che in fondo non verrà mai sopito del tutto, almeno in parte, quant’è vero che Sick Luke -presente anche in due tracce dell’album- firmerà il primo singolo del percorso solista di Side, ” Medicine”, il manifesto artistico di Arturo, futurista del rap "Ho vissuto un periodo di abuso, ma non volevo mandare chissà quale messaggio, volevo semplicemente raccontare la mia esperienza". A dirigere l’orchestra una nuova figura con la quale Side ha probabilmente stretto rapporti ora che, per diversi motivi, passa sempre più tempo a Milano, dove non ha ancora trovato un gioielliere di fiducia ma, a suo avviso, le condizioni per comporre musica sono ideali. "Luke è mio amico, e non è solamente uno dei migliori producer d’Italia, e il producer con cui mi trovo più a mio agio. Skinny è il produttore principale del mio album, ma non è stata una scelta pre-impostata, non volevo segnare uno stacco con la DPG. È nato tutto quasi per caso, hai capito subito la direzione che volevo dare alle mie canzoni".

Medicine è stata diffusa inizialmente su Soundcloud. "Volevo fare un regalo a tutti i fans. Soundcloud è l'apoteosi della musica gratis. Per questo non l'ho inserita nell'album". Una mossa di “marketing” atipica che poteva nascondere implicazioni artistiche ed ideologiche, la stessa piattaforma nella quale si è costruito il successo Lil Peep, vero e proprio martire generazionale, maggior emblema internazionale della simbiosi tra estetica emo e trap, personificazione moderna del connubio tra musica e psicofarmaci. "Io in quelle condizioni sono andato a letto decine di volte. La sua morte mi ha fatto riflettere, mi ha aiutato. Però è un artista a cui spesso mi accostano erroneamente, più per questa parabola che per meriti musicali". Ci tiene a precisare: "Trap, cloud rap, sono tutte definizioni in cui non mi riconosco più. D'ora in poi dovrete iniziare a parlare di Side come rapper".

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L'articolo L'isola di Arturo, il debutto solista di Side di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2019-04-30 11:10:00

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