I 10 errori più frequenti di una band al primo festival

Come suonare per la prima volta a un festival e far andare tutto bene

ph: Silvia Violante Rouge
ph: Silvia Violante Rouge
03/06/2019 - 11:49 Scritto da Simone Stefanini

Archiviato, e bene, il MI AMI Festival, parliamo di un argomento che ci preme particolarmente: la giovane band che suona per la prima volta a un festival e tutti gli errori che è portata a commettere. Quando si suona in un evento con molti nomi, molti cambi palco, un minutaggio più corto rispetto alla propria serata e una voglia immensa di spaccare, capita di peccare d'ingenuità o di commettere passi falsi derivati dall'inesperienza. Non è un peccato, neanche una colpa: (quasi) tutti i grandi sono passati dalla gavetta, dal festival a un orario improponibile tipo a pranzo o a notte fonda ed è tutto mestiere che entra. Un evento in grande porta una grande attenzione alla musica che prima di quel giorno era girata solo online o nei piccoli locali di provincia, quindi ci sta di farsela sotto e dissimulare con troppa sicurezza.

La regola aurea, la base su cui si fonda ogni rapporto tra musicisti e personale tecnico (ma anche in generale): è sempre preferibile non tirarsela fino allo strappo perché nessun fonico che è lì a lavorare per la buona riuscita dello spettacolo, rimarrà impressionato dai comportamenti da star. Come recita quel famoso a4 scritto da Henry Rollins: lui è lì a lavorare ore prima di voi e sarà lì ore dopo che avete finito, quindi rispettatelo. Quando suonate in un festival (grosso o meno che sia), non importa quale sia il vostro daily job, la vostra routine scolastica o la vostra vita familiare: quel giorno, suonare è il vostro lavoro e dovete svolgerlo al meglio. Alla fine della fiera vale più un atto di gentilezza che venti di arroganza e possiamo assicurarvi che negli anni abbiamo visto personaggi al top della fama comportarsi con un'umiltà che li ha resi speciali e ragazzi al primo concerto fare i bulli e mandare tutto in vacca. Nel caso non sappiate di quale fazione far parte, vi suggeriamo caldamente la prima e imparate come un mantra ciò che è scritto qui sotto.

 

Queste sono le figure professionali con cui avrete a che fare: l'incaricato dell'accoglienza che vi darà pass, free drink come da accordi pregressi, risponderà ad ogni vostra domanda in merito a vitto e alloggio. Una volta giunti in loco incontrerete il direttore di palco che vi istruirà sulle tempistiche e sulle specifiche tecniche, coadiuvato dal fonico e dal personale resident. Tutto semplice, ma vi aiutiamo dandovi un piccolo dizionario di frasi da evitare per non commettere gli errori di cui sopra.

 

 

1) "Vediamo lì per lì cosa suonare, a seconda del mood"

Un festival è figo, ci sono un sacco di variabili e un sacco di gente diversa che potrebbe diventare vostra fan anche se non vi ha mai sentito, quindi un minimo d'improvvisazione rispetto alle vostre solite serate ci sta, ma se avete pattuito di suonare 30 minuti, preparatevi una scaletta da 25-27 minuti bella rodata, in modo che se sopraggiungessero problemi di varia natura, potrete rimediare senza sforare. Sempre utile tenervi un pezzo bonus casomai abbiate finito troppo presto e uno sacrificabile nel caso stiate andando lunghi, le tempistiche dei festival sono quasi sempre tassative proprio per il gran numero di band presenti nello stesso stage. 

 

2) "Vogliamo usare per forza il nostro ampli" 

Richiesta capibile specie per quelli che hanno un ampli con un suono ben preciso o con gli effetti incorporati, per non snaturare l'esibizione. Per gli altri che non se ne curano granché, meglio usare quello in backline che è già montato, microfonato e calibrato. State 5 minuti in più per trovare il suono giusto e poi vi divertite. Per i vari effetti di riverbero cosmetico, overdrive, distorsione, phaser, chorus etc., meglio farsi una pedaliera da attaccare a qualunque ampli. Stessa cosa per bassisti e batteristi, che porteranno solo i personali usando il corpo della batteria resident per semplificare il lavoro e portare a casa la serata.

 

3) "Il nostro fonico è importantissimo, imprescindibile"

Spesso è così, ma vi conviene portare il fonico solo nel caso sia un bel po' che gira con voi, che vi conosca benissimo, sappia fare i suoni su qualsiasi mixer analogico o digitale, altrimenti potrebbe risultare un inceppo invece che un vantaggio. Nel dubbio, o se è un'improvvisata dell'ultimo momento, sempre preferibile farsi curare dai fonici resident che conoscono gear e impianto alla perfezione e che, durante un festival, sono in modalità Flash, abituati a fare soundcheck, cambi palco e linecheck a velocità supersonica.

  

4) "Manca ancora mezz'ora al live, andiamo a bere" 

Meglio di no, ma mica per il bere, quello sono affari vostri. Meglio stare nel backstage ad accordare chitarre e bassi, cablare synth, provare pc, basi e altri device in modo da essere super pronti alla chiamata del direttore di palco, per iniziare il vostro set senza perdite di tempo dovute alle distrazioni dell'ultimo momento.

 

5) "Ho comprato questo sitar amplificato di seconda mano e voglio usarlo oggi per la prima volta" 

Capiamo bene che un festival, meglio se prestigioso, sia un'occasione unica per mettersi in mostra di fronte a pubblico e addetti ai lavori che di solito non vedete tutti i giorni, ma provare a stupirli con effetti speciali non troppo preparati potrebbe rivelarsi un autogol: attaccate il benedetto sitar (simbolo di ogni facezia extra band vogliate portare) e quello non va, state mezz'ora a capire perché e finisce il check, lo riprovate dal vivo e quello proprio si rifiuta, avete perso 5 minuti e il pubblico e gli addetti ai lavori hanno cambiato palco perché si sono annoiati.

 

6) "Scusa il ritardo, avevo il telefono spento"

Mai, la reperibilità è troppo importante. Portate powerbank o mettete il telefono in carica nel backstage ma stategli sempre appresso: ci può essere una qualche necessità tecnica o di produzione per cui dovete essere chiamati al palco per risolvere problemi (che capitano spesso durante i festival) oppure potreste dimenticare di andare in backstage un'ora prima della vostra esibizione e arrivare in ritardo nonostante le mille chiamate senza risposta da parte della produzione. 

  

7) "Hanno finito quelli prima di noi, saliamo sul palco" 

Nein, frenate l'entusiasmo: salite quando il direttore di palco vi dice di salire, altrimenti si può creare una coda sulle scale che portano allo stage oppure confusione tra il gear delle band. I fonici hanno bene in mente le scene (cioè gli ambienti virtuali di suoni ma anche la disposizione degli strumenti secondo il rider tecnico) di ogni band, quindi hanno bisogno di un attimo per ripulire il palco da tutta la strumentazione della band prima di voi.

 

8) "Ciao ragazzi come state? Ora vi spiego tutti i pezzi"

Siete dei grandi oratori e il contatto verbale/verboso col pubblico fa parte dello spettacolo? Ottimo, ma calcolatelo in scaletta altrimenti rischiate di fare 5 pezzi dei 7-10 programmati perché vi siete fatti prendere la mano, presi bene dall'atmosfera che si è venuta a creare senza mai guardare l'orologio. Purtroppo c'è chi lo fa per voi. 

 

9) "Si è rotta una corda della chitarra, un attimo di pazienza" 

Statisticamente è il problema tecnico più diffuso durante un live, che costringe il chitarrista a fermarsi per 5-10 minuti per cambiare la corda al volo o cercare un'altra band per farsi prestare una chitarra. Prevenire è meglio che curare: portatevi la chitarra di riserva, già accordata e pronta per l'uso casomai si rompesse una corda durante il live: zero perdita di tempo e malumori che guastano l'hype. Ricordate: non c'è cosa meno entusiasmante che aspettare mentre accordate la chitarra on stage.

 

10) "Dai fammi fare l'ultima"

No zio: abbiamo parlato con te o col tuo manager da mesi, abbiamo concordato orari, inizio e fine dello show, ci siamo guardati negli occhi e stretti la mano. I tecnici e la produzione lavorano per voi, per farvi fare la miglior figura possibile e voi dovete collaborare comportandovi quanto più potete da professionisti, che non significa vecchi tromboni, piuttosto musicisti consapevoli.  Chiedere di sforare volontariamente di 3 minuti in un palco con 10 band significa accumulare 30 minuti di ritardo per l'ultima che potrebbe non suonare, ecco perché c'è bisogno del massimo rispetto. Se i vostri fan vi acclamano e vi fomentano, radunateli al merch o in un'area condivisa, abbracciateli e invitateli a un nuovo concerto in cui siete gli headliner. Una soluzione che rende tutti felici.

 

BONUS: "Abbiamo finito, ora beviamo, dopo smontiamo" 

Altro no: in un backstage condiviso, prima portate via il vostro gear meglio è. Volete mettere la soddisfazione, una volta messa la strumentazione in sicurezza, di fare letteralmente ciò che vi pare? 

Fine del tutorial. Potrebbe sembrarvi fin troppo severo ma sempre più spesso capita di lavorare con band al primo live o comunque non rodata sul palco e gli errori di ingenuità ci stanno. Nel dubbio ricordate un vecchio adagio: Less is More. In un palco con altre 10 band avrete bisogno di adattarvi e se c'è da lasciare qualcosa a casa per arrivare rilassati e spaccare di più, meglio farlo. Tutti questi consigli servono soprattutto per farvi divertire e farvi fare un concerto memorabile. Buona estate su tutti i palchi d'Italia!

Leggi anche i consigli del più grande e indimenticato stage manager italiano, Toni Soddu

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L'articolo I 10 errori più frequenti di una band al primo festival di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-06-03 11:49:00

COMMENTI (1)

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  • alessialessie 5 anni fa Rispondi

    Semplicemente la normalità, scimmia bifolca chi si comporta contro certe regole basilari.