Forse stavolta Lucio Battisti arriva davvero su Spotify ed è un bene per gli ascoltatori

Un ottimo modo per far conoscere le sue canzoni meno famose ai nuovi utenti

Foto di Cesare Monti Montalbetti
Foto di Cesare Monti Montalbetti

Stavolta sembra fatta per i 12 album del sodalizio Battisti-Mogol su SpotifyIl Corriere della Sera in un articolo ricostruisce l'apparente fine di una vicenda decisamente singolare per la musica italiana: Gaetano Presti, il commissario nominato dal Tribunale di Milano, secondo le fonti raccolte dal quotidiano, ha comunicato formalmente alla Siae martedì scorso l'estensione all'incasso dei diritti web. Significa che, a distanza di 50 anni dal primo album di Lucio Battisti, i suoi dischi classici coi testi scritti da Mogol e gli arrangiamenti rivoluzionari per l'epoca, saranno disponibili in ogni piattaforma di streamimng digitale, di Spotify a Tidal, per il piacere dei fan di tutte le età.

Lo scorso settembre apparve per poche ore un best of dei suoi successi su Spotify, ma era un'operazione illecita e l'album venne rimosso dopo poche ore. Intanto le cover di Battisti su Spotify volano e Il mio canto libero versione fake ha totalizzato quasi 2 milioni di ascolti. C'è anche una petizione per portare le sue canzoni su Spotify, giusto per farvi capire quanta voglia ci sia del classico Lucio Battisti da ascoltare sugli smartphone. Ma perché è uno dei pochi a non avere il suo catalogo in streaming?

Lucio Battisti live all'Altro Mondo di Rimini, agosto 1970. Ph via

Grazia Letizia Veronese e Luca Battisti, moglie e figlio di Lucio, che gestiscono il 56% del capitale della società Acqua Azzurra, sono sempre stati contrari alla digitalizzazione dei dischi di Battisti, al contrario di Mogol che ritiene questa anomalia una grave perdita per le nuove generazioni. Secondo l'articolo, ogni anno Acqua Azzurra incassa dagli 800 ai 900mila euro e gli eredi di certo prepareranno una contromossa legale, ma sembra che Presti abbia il potere di rendere Lucio Battisti fruibile in streaming. Senza entrare troppo nel legalese, stavolta per noi ascoltatori potrebbe essere fatta.

Si parla di Emozioni, Amore non amore, Umanamente uomo: il sogno, Il mio canto libero, Il nostro caro angelo, Anima latina, Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso eccetera, Io tu noi tutti, Una donna per amico, Una giornata uggiosa e di tutte le meravigliose canzoni contenute in quei dischi, che vanno ben oltre quella trentina di capolavori conosciuti da nonne e nipoti, risalenti soprattutto al primo periodo. Si parla "solo" della discografia in collaborazione con Mogol, purtroppo gli album bianchi, quelli dei testi di Pasquale Panella non sono compresi in questo lotto ed è un gran peccato perché l'ultimo periodo di Lucio Battisti, sperimentatore di musica e linguaggio, è assolutamente da scoprire e rivalutare.

Perché Lucio Battisti piace così tanto? Beh, a parte l'ovvietà che sia stato uno dei più grandi artisti italiani di musica leggera, negli ultimi 20 anni il suo lavoro ha ispirato una marea di nuovi cantautori e non poteva essere altrimenti, perché quando è uscito Lucio Battisti alla fine degli anni anni '60, la critica del tempo l'ha fatto a pezzi. Era l'Italia del bel canto, del gorgheggio e della nota tenuta perfettamente, Lucio invece amava la musica americana, il blues, il suo timbro era del tutto diverso da quelli che andavano in quegli anni. Sforzato, al limite della stonatura, svisante, di pancia, forse meno tecnico ma di sicuro intercettava le nuove istanze emotive dei giovani di allora. Oggi è amato per le sue soluzioni armoniche e per i suoi arrangiamenti mai banali, che travalicano il tempo per stupirci ancora. Ascoltare Battisti, e parliamo degli album interi comprese le canzoni che non conosciamo a memoria, è un corso su come scrivere una canzone pop e arrangiarla come fosse un'opera d'arte musicale.

Lucio Battisti mentre registra Non è Francesca. Ph via

Qualche esempio senza cadere sui pezzi più banali (e comunque bellissimi):  Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi, Il fuoco, Dio mio no, La collina dei ciliegi, Confusione, La canzone della Terra, Abbracciala abbracciali abbracciati, Il veliero, Neanche un minuto di non amore, Maledetto gatto, Il monolocale, Perché non sei una mela. Dal blues psichedelico ai ritmi tribali, nel mezzo la disco, la musica sperimentale e ogni genere di viaggio mentale. Lucio Battisti è assolutamente da riscoprire e, se da una parte è vero che il vinile sia il custode dell'anima di un disco (specie se vecchio), dall'altra possiamo perderci nei suoi pezzi anche con le cuffie attaccate allo smartphone e volare nello stesso modo

Se non conoscete abbastanza Lucio Battisti, in questo articolo di Giulia Cavaliere potete recuperare cinque album fondamentali.

 

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L'articolo Forse stavolta Lucio Battisti arriva davvero su Spotify ed è un bene per gli ascoltatori di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-07-12 14:30:00

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