Voodoo Kid: il video di Paranoia fa uscire i mostri dalla stanza

"Paranoia", il nuovo video di Voodoo Kid e un'intervista per conoscerla meglio

Marianna Pluda, in arte Voodoo Kid, potrebbe diventare una star. Classe '95, con una bio che non si vede tutti i giorni (si forma musicalmente alla University di Westminister di Londra dove studia Commercial and Popular Music Performance) e già una nostra conoscenza. Ha debuttato al MI AMI 2018 con la sua band Red Lines e torna in veste solista con il progetto Voodoo Kid, cambiando tutte le carte in tavola. R&B, urban, sinuoso, affascinante e oscuro come un presagio. Si ispira a sonorità tipo The Weeknd, Lana Del Rey, Frank Ocean, SZA e punta in alto, basta ascoltare il suo singolo "Come Quando Fuori Piove" con annesso video per capirne il valore. Ah, è affetta da dislessia e la musica le fa da terapia.

Ha già attirato l'attenzione di producer come 2nd Roof (Salmo, Marracash…), Mamakass (Coma Cose) e Dario Bass (metà di LNDFK), è apparsa come feat. nel pezzo "Neverland" di Mecna e Sick Luke + Psicologi, Marïna e Ainé e ha pubblicato un doppio singolo, "Satisfacition"/"Paranoia". Dell'ultima canzone è appena uscito il video che vi mostriamo qui sotto. 

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L'abbiamo contattata per conoscerla meglio.

Voodoo Kid: agonista di sport (quale?) prima, poi musicista con chitarra e pianoforte. Ti abbiamo conosciuta al MI AMI come cantante dei Red Lines. Come sei arrivata al cambio di lingua e di stile per Voodoo Kid?


Agonista sia di sci (discesa) che di Karate, ho stravolto la mia routine staccando completamente la spina per dare spazio alla musica. Voodoo Kid è un progetto che c'è sempre stato, l'ho tenuto ben custodito e al segreto fino a che non è arrivato il momento il cui mi sono detta "okay, questo che sto facendo è piuttosto decente, potrei anche farlo sentire a qualcuno". Mentre i temi che tratto e la ricerca del suono puntano sempre nella stessa direzione, ho scelto di intraprendere questo viaggio in lingua italiana non tanto consciamente, è stata più sfida personale. Ho sempre e solo scritto in inglese, un giorno una persona mi ha detto "se riesci a scrivere anche in italiano, vuol dire che sei davvero forte". Mi son fatta una risata ed ho lasciato perdere questa idea per un paio di giorni, poi mi sono messa, quasi per gioco, a comporre un pezzo, scrivendo un testo in italiano, il giorno dopo l'ho inviato a Marco, la persona che mi disse di fare questo esperimento; ricordo ancora la reazione che ebbe, mi disse: "sei un genio", da lì è partito il progetto VDK, così come lo conoscete oggi.

 

Sembra che la malinconia e l’anima nera siano il fil rouge che lega i tuoi progetti. Che ci dici di Satisfaction/Paranoia?


Che sono malinconiche e nere, come la mia anima. "Satisfaction" e "Paranoia" sono gli opposti che si attraggono, due pezzi che non potrebbero esistere uno senza l'altro. Con i miei pezzi cerco di dare forma alla mia visione, ma anche di dare un suono alle mie emozioni e alle sensazioni che certe esperienze mi trasmettono; cerco di fare uscire, e sfogare, i mostri, cosa che tra l'altro cerco di fare anche con i miei video.

Doppia release, ma tu sembri abituata al dualismo: analogico/elettronico, reale/virtuale, dark/urban e gender più fluid possibile. Una convivenza tra gli opposti. Vorremmo conoscerti meglio: parlaci di cosa ti piace e di cose invece detesti, nella musica ma anche nella vita.


Sarà che nella mia testa convivono più personalità, il mio modo di vestire e di essere varia sicuramente dal mio mood; sono più influenzabile dal tempo che dalle persone, ho imparato a tenere lontana l'energia negativa di chi mi sta attorno, è finita però che non riesco più a farmi contagiare da quella positiva quando sto nei miei momenti "down".  Mi piace poter dire quello che voglio nei miei testi, non ho filtri, e non ho limiti neanche musicalmente parlando; non ho mai definito la mia musica con uno o due soli generi, per me è importante sperimentare ed esplorare, e penso che questo si senta se si ascoltano "Come Quando Fuori Piove", "Satisfaction" e "Paranoia" in fila.

Non mi piace quando il mio progetto viene etichettato con dei generi, non mi piace che diano confini alla mia creatività, che la gente si faccia di me una determinata idea perché ha letto da qualche parte che io faccio questo o quello - che io sia indie perché nelle mie canzoni c'è la chitarra o che sia una trapper perché uso la 808 o gli hihat terzinati -; mi piace pensare di essere un artista declinabile e camaleontico, di poter lavorare con qualsiasi altro progetto, per questo continuo a produrre e scrivere i miei pezzi, così da non dovermi far cucire addosso da nessuno né produzioni né parole.

 

Sembri molto lanciata e ti facciamo i nostri migliori auguri. I classici progetti per il futuro per Voodoo Kid?


Salute fisica e mentale ed ispirazione continua. 

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L'articolo Voodoo Kid: il video di Paranoia fa uscire i mostri dalla stanza di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-10-22 09:51:00

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