Gio Evan è la sintesi tra un parodia dell'indie, Fabio Volo e Di Battista

Il poeta di strada amato dall'ex di Matteo Salvini ci riprova con la musica. La sua "Klimt" è perfetta per chi ha ancora una Smemo su cui scrivere testi e cuoricini

Foto promozionale di Gio Evan
Foto promozionale di Gio Evan

Confesso: non avevo mai approfondito Gio Evan, perché avevo annusato il rischio che fosse un mix fabiovolesco di musica già sentita e parole che non avrei voluto leggere. Non avevo neanche capito bene che tipo di artista fosse – al netto del merito di aver ispirato con le sue poesie l'abbandono di Matteo Salvini da parte di Elisa Isoardi –, quand'ecco che stamattina mi hanno passato il suo nuovo singolo: Klimt. Ho pensato a una di quelle parodie che fanno Le Coliche quando prendono in giro l'indie (con risultati non sempre brillanti), e invece era tutto vero. Che fare quando ti scopri ignorante? Devi ammettere che hai delle lacune e colmarle, ed è quello che ho fatto, studiandomi la biografia di Gio Evan. 

Si apre così: "Gio Evan, all’anagrafe Giovanni Giancaspro, è un artista poliedrico, scrittore e poeta, filosofo, umorista, performer, cantautore e artista di strada. Durante gli anni che vanno dal 2007 al 2015 intraprende un viaggio con la bicicletta che lo porta in gran parte del mondo: India, Sudamerica, Europa. Comincia a studiare e vivere accanto a maestri e sciamani del posto e in Argentina viene battezzato come “Gio Evan” da un Hopi."

Questa volta è difficilissimo trovare l'alba dentro l'imbrunire. Rispetto il suo vissuto, ci mancherebbe, ma sembra di leggere la biografia di Di Battista, non un gran complimento. In 5 righe sono enunciati 8 mestieri, alcuni un po' ripetuti, altri piuttosto diversi tra loro, tipo filosofo e umorista, ma il climax viene raggiunto dalla descrizione del viaggio tra gli sciamani. Scaturisce a questo punto in me la reazione di Mario Brega quando Carlo Verdone versione hippie gli parla del Maestro nudo che ha sfoderato la spada de foco.

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Battute telefonate a parte, questo ragazzo è famoso, ha centinaia di migliaia di fan che scrivono le sue frasi nelle storie di Instagram, ha pubblicato libri e album. Tento di capirlo analizzando la sua ultima canzone, così mi sento in pace con la coscienza. La musica è di facile lettura: nuovo cantautorato di scuola romana tra il Calcutta più radiofonico, il Gazzelle di Punk e il Coez prodotto da Contessa. Persino le inflessioni delle parole sono declinate allo stesso modo. Niente di originale, ma capisco perché piaccia: si parla del copycat di tre artisti che fanno i palasport e che hanno un target preciso, quello che fossimo in un talent definiremmo Under Donne.

Il testo, quello mi devasta. La prima strofa racchiude quel mondo radical chic che farebbe diventare Gramsci leghista. Nomi buttati lì: Klimt, Fibonacci, Damien Hirst, viene pure scomodato Kim Ki-duk per Ferro 3. Già che ci sei stupisci le ragazzine citando Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera, così vinci una citazione sulla Smemoranda. 

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Il testo mostra i muscoli e fa dei giochi di parole che in confronto quelli dei Coma Cose sono scritti da Montale ("dormi da me così restiamo svegli"), rivelando un'antipatia naturale ("e tutti vogliono essere diversi, e tutti se ne vanno controvento, io e te invece che siamo uguali, siamo rimasti soli con il vento a favore"), un atteggiamento reazionario di fondo ("ti piace Kim Ki-duk l’hai visto Ferro 3, ma questo cinema di oggi cos’è?"), una pulsione verso la parafrasi di De André ad uso e consumo delle quindicenni che leggono Giulia De Lellis ("Che schifo questo fiore di loto, è uscito dal fango, ma tu ami questo fango, ha partorito questo fiore di loto") e tutta una serie di figure retoriche tipiche degli anni '10, che hanno parlato solo d'amore mentre fuori c'era la morte.

Leggo un'intervista di Gio Evan: "Il futuro, se lo vogliamo, è smettere di dire ‘io sarò’ e iniziare a dire ‘noi siamo.". Bestemmio forte, mi rifugio nei testi di Emidio Clementi. Alla fine ci sta che il vero radical chic sia io. Me l'accollo, basta che nessuno mi faccia più lo scherzo di farmi ascoltare Gio Evan.

 

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L'articolo Gio Evan è la sintesi tra un parodia dell'indie, Fabio Volo e Di Battista di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-10-29 13:01:00

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