Giovanni Succi: "La carne è tutto ciò che ci rimane"

Solo per Rockit il video del nuovo singolo "Povero Zio" del co-fondatore dei Bachi da pietra . Che ci racconta il suo album "Carne cruda a colazione" (per iniziare bene la giornata)

Foto promozionali di Giovanni Succi
Foto promozionali di Giovanni Succi

Succi dei Bachi da pietra. Ma anche da Madrigali magri, se si va ancora indietro. E poi quattro album solisti come Giovanni Succi e l'ultimo, il ventiquattresimo, solo come Succi: "Il titolo era già lungo, e alla fine perchè a qualcuno dovrebbe importare che mi chiamo anche Giovanni? Mi sembra pretenzioso". Carne cruda a colazione è il suo nuovo disco, Povero zio il nuovo video, qui in anteprima.

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Carne cruda a colazione, per quando non hai voglia di marmellate. Perchè proprio la carne, che puzza ed è piena di sangue e nervi?

Perché intanto è la cosa più vera che abbiamo, e se ti dice qualcosa fidati. Poi perchè viviamo in un mondo molto smaterializzato, e darci una tastatina ogni tanto non sarebbe male. E la mia proposta è fuori dagli schemi ma non fuori dal mondo, e la carne è questa cosa qua. Proposta a colazione mi rendo conto non sia tipica, ma è un'eventualità. Qui in Piemonte la carne cruda è un antipasto, e se la colazione è l'antipasto della giornata torna tutto.

In brani come Algoritmo proponi un'antitesi alla formula dello streaming, e di tutto ciò che non è umano della fruizione musicale.

Non è un antagonismo, io fotografo cose. Il tempo in cui vivo, e lo vedo dominato dall'ansia di catalogare tutto. È sempre stato così, ma ora che le proposte musicali sono tonnellate ogni giorno tutto deve essere sul giusto scaffale. È un bisogno, me ne rendo conto, ma non tutto è catalogabile. Prendi me, ad esempio, dove mi metto io? E non lo dico per essere stronzo, ma per essere me stesso. Rimango umano, di carne, e comunque un'altra cosa.

Il mondo va in un'altra direzione e tu scegli di tenere una posizione. 

Ho l'impressione che vivano tutti all'arrembaggio di qualcosa. Ma non è il mio modo di fare e vedere le cose.

E in questa corsa non ci vedo nemmeno una grande direzione.

Ma la lucidità è persa per sempre, in questo mondo. 

Citi un archetipo, Lindo Languido, che è il protavoce del mondo dei cantautorini, delle playlist e delle tastierine. Che rapporto hai con i Lindo Languido?

Li rispetto, ma sono completamente altro, e non può che essere così. È giusto che le tipe se li bevano e i guerrieri invece siano soli. Funziona così e va bene. Il programma che propone la canzone, ovvero dei gran giri di Tagadà, te li offrirà qualcun altro. Non io. 

Che rapporto hai con la solitudine?

Ci sguazzo.

Per scelta, necessità o abitudine?

Perchè siamo fatti della stessa sostanza. Se mi lasciassi andare sarei un pesce da fossa oceanica, unico che none sce fuori, sono perfettamente ing rado di bastare a me stesso. Non me ne faccio un vanto, anzi, è un difetto che col tempo ho cercato di limare. L'unico modo di crescere è il confronto con qualcosa che è altro, e anche lì non basta la musica o la letteratura, ci vuole la carne di un altro.

Che poi il mestiere del musicista non ha una forte parte di scambio con l'altro?

In realtà il concerto, se parliamo di quello, credo appartenga più alla categoria del rispecchiamento, ricerca dell'uguale senza nessuno scambio. Vado a vedere una cosa che è identica a me e uno che si propone come esattamente identico a me. E quindi ci piacciamo un casino. A meno che tu non vada a vedere concerti di gente che presumi possa non piacerti. Io ad esempio amo vedere concerti di gente tipo Lindo Languido o Gino Melenso, perchè da quelle esperienze capisco perfettamente cosa non sono.

Vai a molti concerti?

Certo, con il lavoro che faccio...

Non è così scontato, in realtà.

Eh infatti... È come se uno chef non andasse mai a mangiare fuori. Una deontologia professionale mi spinge a vedere qualsiasi concerto nel raggio di 50 chilometri, eventualmente anche 100, 120.

Dove abiti ora?

Nizza Monferrato, provincia di Asti.

Che è dove sei nato, giusto?

Sì, esatto. È un posto dove, se vuoi vedere un concerto devi fare una quarantina di chilometri. A livello enogastronomico siamo in una botte di ferro. E poi adoro il passaggio collinare, è profondamente mio. Ho abitato quasi 5 anni a Genova e 3 a Milano, ma quando ho dovuto decidere dove fermarmi sono tornato alla provincia, che è la mia dimensione.

Cosa te lo ha fatto capire?

Il fatto che tutti si sentissero, già dalla ricerca del parcheggio, in lotta contro l'universo. Senza accorgersi che l'universo sei semplicemente tu su un'altra macchina. Come tutte le cose ha pro e contro, ma se sei disposto a viaggiare o guidare di notte, non è un problema. Sarà poi l'abitudine del tour sulla guida.

Sei tu al volante di solito?

Purtroppo no. Con i Bachi a rotazione, mentre come Succi il mio collega Tristan Martinelli non ha la patente. Quando sono in tour sono il driver, lo scaricatore, il tour manager, l'artista, e il driver di nuovo. Nel mio caso non c'è trippa per gatti per fare più di questo. Ma non sono di primo pelo ed è difficile trovare qualcosa che mi spaventi o una situazione che possa farmi sentire in imbarazzo. Più strada fai e più calli ti porti a casa. 

Come ascolti la musica tu?

Devo essere sincero, anche per uno come me, abituato al vinile, il digitale è diventato la mia maestra. È una facilità disarmante avere questo universo in mano, inimagginabile fino a qualche anno fa, e la mia pigrizia mi impone di cedere allo streaming. Poi spesso la ascolto da solo, anche se ora, che sono a casa, subentra una nuova modalità di condivisione, che poi è quella con mio figlio. 

Quanti anni ha?

Cinque, siamo ancora nella fase di canzoni per bambini. Ma gli lascio le sue inclinazioni, cerco di non dargli nessun tipo di sterzata in questo momento. Vedo però che ora è molto più dentro i Lego che Spotify. Ma mi fa ben sperare, dimostra già un livello di attenzione e praticità nettamente superiore a quello di suo padre. Spero sarà presto l'uomo di casa, che se c'è da mettere una mensola poi ci pensa lui. 

Succi è in tour, ecco tutte le date:

01/11 Asti - Diavolo Rosso
11/11 Cremona - Osteria del Fico
22/11 Torino - Spazio 211
06/12 Colle Val D'Elsa (SI) - Bottega Roots
13/12 Bologna - Mikasa
14/12 Roma - 'Na Cosetta
15/12 Avellino - Godot Art Bistrot
17/01 Milano - Circolo Ohibò
18/01 Buja (UD) - Circolo Henry Chinaski c/o biblioteca
24/01 Savona - Raindogs House
07/02 Cavriglia (AR) - Officina Klee
08/02 Grosseto - Spazio 72

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L'articolo Giovanni Succi: "La carne è tutto ciò che ci rimane" di Vittorio Farachi è apparso su Rockit.it il 2019-10-29 13:52:00

Tag: anteprima

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