Tra Torino e Napoli nasce la World Music in salsa techno

"Sienteme" del progetto elettronico torinese dei Mangaboo assieme a Enzo Avitabile. Che danno vita a un suono avvolgente, in cui Kraut Rock e ritmi africani trovano una sintesi

Da sinistra Giulietta Passera e Francesco Pistoi aka Pisti, i Mangaboo
Da sinistra Giulietta Passera e Francesco Pistoi aka Pisti, i Mangaboo

 “L’Africa si avvicina all’Europa, mentre l’Oriente si sveglia e l’Occidente si riposa. Ma la musica vera non tiene colori, da secoli e secoli quando era un rumore”. Questo è il mood in cui è nata Sienteme, la canzone che segna il ritorno dei Mangaboo, a poco più di due anni dal debutto e in attesa del secondo album, dal titolo Autoradio, nel maggio 2020. 

I Mangaboo nascono a Torino da Francesco Pistoi aka Pisti (già Krakatoa e Motel Connection) e Giulietta Passera (The Sweet Life Society), desiderosi di lanciare un nuovo progetto elettronico. Per questo nuovo pezzo, davvero molto interessante, si sono fatti affiancare da Enzo Avitabile, sassofonista, polistrumentista e cantautore napoletano di culto.

"Il testo di Sienteme è caratterizzato da una metrica rap in dialetto napoletano alternato da un più melodico ritornello in griko, idioma di eredità ellenica tuttora in uso nel sud Italia. Un testo civile che più che mai si rivolge al mondo contemporaneo e a tutti i popoli da sempre in continuo movimento. Il tutto sottolineato da un arrangiamento elettronico tribale che lascia poco scampo all’idea di stare fermi e buoni", spiegano dalla band.

Il brano, uscito il 20 gennaio, è anche la prima uscita di Lunetta 11, uno studio di produzione e galleria d’arte contemporanea con sede in un piccolo borgo dell’Alta Langa piemontese, che prossimamente diventerà anche etichetta discografica. Sotto il video di Sienteme, Francesco Pistoi risponde ad alcune nostre curiosità.video frame placeholder

Come definiamo questo pezzo? Rispolveriamo la vecchia dizione di World Music?

Proprio oggi stavo, guardando in che genere classificare su Spotify Sienteme, ho optato per Musica Elettronica e World Music, anche se non è facile catalogare dei lavori trasversali come questo, o meglio che non appartengono a un genere. Qualche anno fa se lo avessi ascoltato avrei detto che mi sembrava un brano Down Beat. Sicuramente è una canzone che dentro ha molti mondi, la voce di Avitabile mi riporta all’oriente, a dei suoni ancestrali della mia cultura musicale. Noi abbiamo cercato di costruire un beat che fosse posseduto dall’Africa, ma dentro c’è anche del Kraut Rock. Il nostro è un mondo compresso dentro un campionatore, è la World Music della Techno.

Cosa aggiunge il pezzo al percorso dei Mangaboo?

Mangaboo è un luogo di incontro tra Giulietta e me, lei porta ciò che più ama della sua musica e io faccio lo stesso. Siamo un gruppo che ama fare concerti e condividiamo un’estetica comune. Tutto ciò che facciamo è cercare di fare insieme la musica che ci piace, nulla di complicato e nulla di semplice. I brani nuovi che produci ti servono a capire dove stai andando, sono un termometro per determinare sempre meglio o in maniera sempre diversa il nostro linguaggio.

Com'è lavorare con Enzo Avitabile?

Con Enzo Avitabile ci siamo incontrati solo una volta a Torino in occasione del Jazz Festival, è stato pazzesco. È arrivato e ha cantato e suonato con una facilità unica, è come illuminato dalla musica, un uomo sorprendente per come suona e come parla, per il senso delle parole che dice. Un’esperienza fantastica perché basata unicamente sulla musica. Mentre lavoravamo il mondo era fuori. È importante nel nostro lavoro potersi cibare di questo, della musica.

Ascolti tanta musica napoletana?

Da sempre, da piccolo impazzivo per il groove di Renato Carosone, poi ho amato Tony Esposito e al liceo ballavo con Mamma che caos di Enzo Avitabile. Quando a 16 anni ho scoperto la techno partenopea non mi sono più sentito solo, Gaetano Parisio, Marco Carola, Rino Cerrone, Danilo Vigorito e tutti gli altri. Ho avuto la fortuna di lavorare e essere amico dei 99 Posse e oggi sono felice del successo di Lucio Aquilina e Mass Dl con i Nu Guinea. Napoli spacca!

Com'è fare musica nelle Langhe?

Lunetta11 è una piccola e ospitale borgata dell’Alta Langa dove mi sono trasferito tre anni fa, è un luogo immerso nella natura dove lavorare è un piacere, qui abbiamo lo studio dove registriamo e una galleria d’arte con parco di sculture. E da quest’anno abbiamo deciso insieme a vari producer di iniziare a costruire un’etichetta discografica. L’idea della label è di promuovere nuovi musicisti della sfera dell’elettronica, dopo Mangaboo uscirà un progetto nuovo dal nome Antenna e poi Popolonuovo e tanti altri. Un’etichetta piccola, veloce, che può produrre progetti snelli e che cerca di avere cura di tutto, dalla grafica che viene fatta da artisti (quest’anno le copertine saranno tutte curate da BR1) alla produzione dei video e a quella del suono. Per troppi anni sono stato in delle major, oggi mi sono annoiato, non hanno più spinta non creano occasioni, ti trattano come un’occasione…

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L'articolo Tra Torino e Napoli nasce la World Music in salsa techno di Redazione è apparso su Rockit.it il 2020-01-20 13:43:00

Tag: singolo

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