I Mariposa e il trip lisergico in 3/4 di "Liscio Gelli"

La band nata a Bologna 20 anni fa torna sulle scene con un disco dove la musica da sagra incontra l'LSD e la P2

I Mariposa al completo, foto di Alfonso Santolero
I Mariposa al completo, foto di Alfonso Santolero

Cosa c'entrano Licio Gelli, fondatore della loggia massonica P2 e una delle figure più torbide della Prima Repubblica, e il ballo che domina le sagre estive della riviera romagnola? Ne abbiamo parlato con i Mariposa, una delle band più bizzarre del panorama italiano.

Nati nel 1999 a Bologna, in questi vent'anni, cambiando varie formazioni e incrociando il proprio viaggio con quello di artisti super come Enrico Gabrielli e Serena Altavilla, hanno intrapreso un percorso musicale all'insegna della psichedelia, fra la tradizione musicale italiana, il lo-fi e la scuola di Canterbury (con tanto di collaborazione con il leggendario Daevid Allen dei Gong, a cui è dedicato questo disco).

Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, in questo ultimo Liscio Gelli i Mariposa vanno a sviscerare le radici del liscio, approfittando dell'occasione per lanciarsi in passi di valzer, di tango, fino a galoppate latine. Un po' come immaginarsi gli organizzatori di Woodstock di fronte a un inaspettato pacco di Santana, prendere l'orchestra di Raul Casadei, imbottirla di acidi e lanciarla sul palco. 

Perché Licio Gelli? Dopo Craxi va riabilitato anche lui?

Nessuna riabilitazione. Licio Gelli, sotto forma di Liscio Gelli, viene chiamato in causa dal calembour che dà il titolo all’intero progetto: un gioco di parole per noi vecchio di una decina d’anni che inizialmente doveva identificare un side-project, non un disco dei Mariposa. Il fondatore della P2 è un convitato di pietra, un ospite tirato dentro più per assonanza che per pertinenza che diventa però ingombrante e costringe a fare i conti con tutto ciò che rappresenta: i misteri, le eminenze grigie, i punti interrogativi che sono diventati parti integranti della storia patria. Craxi invece nel disco non c’è per davvero.

Anche se è evocato sotto forma di pupazzetto.

Vero, nel bellissimo video di Licio, realizzato da Frame By Frame di Venezia, dove ha una relazione con un altro pupazzetto che a detta di molti ricorda un’attrice degli anni ‘80. Ci piace pensare che i pupazzetti, più che rappresentare i personaggi originali, siano dei cosplayer, delle persone in carne e ossa che amano impersonare questi personaggi iconici della storia politica e del costume degli anni ‘80. In fondo il “falso” è uno dei temi che tiene insieme tutto il disco, a più livelli.

video frame placeholder

Il momento politico che stiamo vivendo c'entra qualcosa con i temi trattati e le figure citate?

Non c’è relazione diretta. L’orizzonte politico di Liscio Gelli e, in generale, dell’idea stessa di ritorno dei Mariposa sulle scene, è asserire una libertà creativa che si è persa. Se c’è un’affermazione che vorremmo fosse chiara è che l’ascolto di Liscio Gelli restituisca intatta la voglia di sperimentare, rompere gli schemi, accostare mondi musicali distanti preoccupandosi poco o nulla delle best-practice rispetto ai codici attuali, codici che spesso sono stantii o appartengono ai cosplayer, per tornare a quei due. Sono codici che hanno fatto grande il pop e la canzone italiana, ma quaranta e passa anni fa.

A proposito di riabilitazioni storiche, cosa rappresenta il liscio per il nostro Paese?

Il progetto Liscio Gelli nasceva da un’idea di Enrico Gabrielli per restituire coolness al repertorio della musica da ballo romagnola, un po’ come è cool il country americano. Liscio Gelli ha spostato l’asse e si è appropriato di un linguaggio fondendolo con il rock e con la psichedelia. In alcuni pezzi è più evidente la matrice popolare/liscio, in altri siamo partiti per una consapevole tangente.

I Mariposa al Vibra Club di Modena (foto: Alfonso Santolero)
I Mariposa al Vibra Club di Modena (foto: Alfonso Santolero)

Da che esigenza siete partiti per questo disco?

Questo disco nasce all’indomani dell’uscita di Alessandro Fiori dalla band. La scrittura e la stesura di molti pezzi risale quindi al 2013, che è anche il momento in cui abbiamo iniziato a collaborare con Daniele Calandra alla voce e nella stesura dei brani. Dopo un anno di lavoro però non eravamo riusciti a trovare la sintesi e le vicende normali della vita ci hanno portato ad un lungo periodo di sospensione nel quale spesso pensavamo che il progetto non avrebbe mai visto la luce. Circa un paio d’anni fa c’è stato un giro di email che ha dato il la a una seconda fase dei lavori, in cui si è preso ad editare le vecchie registrazioni e anche a creare brani ex-novo (è il caso di Let’s Go Party e Il Lupo), coinvolgendo anche Serena (Altavilla, ndr) che già aveva cantato con noi. Un lavoro a bassa intensità, puntellato da aperitivi e cene, che però ci ha portato a finire uno degli album più a fuoco che abbiamo mai pubblicato.

Dopo la sperimentazione attorno al liscio, che si può ancora fare?

Si tratta di un nuovo inizio. Per tutti noi i Mariposa hanno rappresentato il massimo dell’adesione artistica ed esistenziale, fino a dieci anni fa erano una barricata. Ora è un periodo diverso delle nostre vite, ma vorremmo che Liscio Gelli rappresentasse l’inizio di un nuovo periodo di sperimentazione, gioco, ricerca sulla musica, da fare insieme, per aggiungere altri tasselli alla nostra patafisica musica componibile.

I Mariposa live: 

28 febbraio - Forlimpopoli @ Teatro Verdi
5 marzo - Milano @ Serraglio
6 marzo - Reggio Emilia @ Fuori Orario
7 marzo - Torino @ Magazzini sul Po
19 marzo Roma @ Monk
21 marzo Bologna @ Mercato Sonato
17 aprile Carpi (MO) @ Kalinka

 

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L'articolo I Mariposa e il trip lisergico in 3/4 di "Liscio Gelli" di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2020-01-23 19:53:00

Tag: album

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