Sanremo 2020, quanto è brutto invecchiare

Questa è la prima dolorosa reazione dopo la lettura dei testi delle canzoni in gara tra pochi giorni. Che, pensate che rivoluzione, parlano di mamme coraggiose e amori strazianti

29/01/2020 - 14:18 Scritto da Simone Stefanini

Ci siamo quasi, l'ultima settimana di patimento e poi via con la maratona sanremese, che noi seguiremo da eroi nella comodità di casa nostra, davanti alla tv, pubblicità comprese. Ma quale sala stampa, quale strizzata d'occhio al collega o foto accanto alla statua di Mike Bongiorno: il modo più genuino per capire Sanremo è guardarlo dal divano con frittatona di cipolle, birra gelata, commento al coronavirus e rutto libero.

Con questo stile che da sempre contraddistingue la nostra lucida analisi dell'evento, andiamo a giudicare senza indugio le canzoni in gara dal solo testo, immaginandoci la musica, proprio come facevamo da bambini quado usciva TV Sorrisi e Canzoni con lo special dedicato al Festival. Quest'anno è già tutto un fuoco d'artificio, perché su cento commentatori incazzati con Junior Cally per la canzone con le parole forti, meno della metà ha capito che si tratta di un pezzo vecchio e non di quello sanremese. Daje tutta.

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Achille Lauro - Me ne frego - voto 5 e mezzo / 6

(L. De Marinis - D. Petrella - E. Manozzi - M. Ciceroni - L. De Marinis - D. Dezi - D. Mungai)

Dai, delusioncina. Niente riferimento a Benito, niente critica sociale, solo una canzone d'amore alla Achille Lauro in cui lui sa che lei lo prende per il culo ma alla fine va bene così, detto con parole neanche troppo ispirate. Se portava C'est la vie dopo Rolls Royce, podio sicuro. 

"Prenditi gioco di me che ci credo, st'amore è panna montata al veleno"

Alberto Urso - Il sole ad est - voto 3

(P. Romitelli - G. Pulli)

Il rappresentante della quota Il Volo porta un pezzo in cui mi gioco alla Snai che c'è l'acuto, l'ovazione, la pioggia di rose, le bestemmie da casa. Il titolo mi induce a canticchiare la melodia de La Bella e la Bestia, ma purtroppo è la storia di uno a cui manca una, o uno, detta solo con più ampollosità.

"Ho nel cuore il sole ad est e nel mondo ovunque vada, mi ricorderà la strada che porta fino a te"

Anastasio - Rosso di rabbia - voto 5

(M. Anastasio - Stabber - M. A. Azara - L. Serventi)

Anastasio è giovane e incazzato, ce lo dice in tutti i testi e non s'è ancora dato pace. In questo testo vede se stesso come una bomba che sta per esplodere, poi diventa matto, si sente l'allegoria di un terrorista che, invece di detonare, viene imprigionato dalla fama. Anche meno, zio.

"E voi cosa volete sapere dei miei fantasmi, c'ho 21 anni, posso ancora permettermi d'incazzarmi"

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Bugo e Morgan - Sincero - voto 8

(A. Bonomo - M. Castoldi - C. Bugatti - A. Bonomo - S. Bertolotti)

Che grazia, questo testo. Un'analisi lucida di cosa significa diventare vecchi e un po' famosi, di quanto si è incendiari da giovani (vedi sopra) e di quanto la vita ci renda pompieri, senza però usare queste parole del cazzo che ho usato io. Sono sinceri e ci fanno sapere che quando ci salutano con un sorriso, in realtà fanno finta.

"Volevo fare il cantante delle canzoni inglesi, così nessuno capiva che dicevo, essere alcolizzato spaccare i camerini e invece batto il cinque come uno scemo"

Diodato - Fai rumore - voto 6 e mezzo

(A. Diodato - E. Roberts - A. Diodato)

Altra canzone sul ricordo di un ricordo, ma visto dal punto di vista uditivo: un rumore. Una metafora originale per descrivere qualcuno che ci manca e che non sappiamo se ci faccia bene o male, ma comunque prima o poi ci torniamo. Non indimenticabile ma neanche pessimo. 

"E non lo so se mi fai bene, se il tuo rumore mi conviene, ma fai rumore sì, che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale"

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Elettra Lamborghini - Musica (e il resto scompare) - voto Favola

(D. Petrella - M. “Canova” Iorfida - D. Petrella)

Il testo della canzone di Elettra Lamborghini parte con le parole "Elettra, Elettra Lamborghini", quindi non me ne frega nulla di leggerlo tutto, già so che sarà un incanto, una poesia, una corrispondenza d'amorosi sensi, un rapimento, un'estasi.

"Elettra, Elettra Lamborghini"  

Elodie - Andromeda - voto 7

(A. Mahmoud - D. Faini)

Mahmood e Dardust tornano a Sanremo col pezzo di Elodie, sempre più convinta a togliersi di dosso l'etichetta di ex fuoriuscita dai talent. Una riflessione sul diventare grandi restando immaturi, alle prese con una relazione, con un linguaggio che sulla carta funziona.

"Forse ho solo bisogno di tempo, forse è solo una moda, quella di sentirsi un po' sbagliati" 

Enrico Nigiotti - Baciami adesso - voto 5

(E. Nigiotti)

Una canzone d'amore, finalmente (satira). Lui ha litigato con lei, è un mese che si stanno sul cazzo ma alla fine a lui manca lei ed è preso male, dunque la esorta a baciarlo adesso, in modo che quel suo disagio vada a sparire. Una storia come tante, un testo come tanti.

"Baciami, baciami, baciami adesso, che poi fa buio presto"

Francesco Gabbani - Viceversa - voto 6

(F. Gabbani - Pacifico - F. Gabbani)

Una canzone di Gabbani che non è un tormentone? Incredibile, ma non abbiate paura: anche stavolta ci sono le supercazzole. Una lunga riflessione sul dirsi "ti amo" (tema che evidentemente mancava), ma nonostante non ami il suo cerchiobottismo, almeno si è impegnato. 

"Basterebbe solamente dire  senza starci troppo a ragionare, che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa"

Giordana Angi - Come mia madre - voto 6

(G. Angi - M. Finotti)

Le canzoni sulla mamma, se non le porti a Sanremo, che ci fai? Questa è uno standard: Giordana se diventerà mamma vorrà essere come sua mamma, poi scegliete voi se farvi emozionare o meno da questa dichiarazione.

"E se un giorno sarò una mamma, vorrò essere come mia madre"

Irene Grandi - Finalmente io - voto 4

(V. Rossi - R. Casini - A. Righi - V. Rossi - G. Curreri - R. Casini - A. Righi)

Torna Irene Grandi con un pezzo di Vasco e Curreri, gente che un tempo scriveva Anima Fragile e ora non più. Nel testo, la biografia di una donna che sta bene solo quando canta e che ad un certo punto ci infila una frase sul sesso da fare adesso. Premio sticazzi e delusionissima 2020.

"Allora non dirlo adesso che questo è il posto mio, ma quando canto... sto da Dio"

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Junior Cally - No grazie - voto 7 

(Callyjunior - J. Ettorre - F. Mercuri - G. Cremona - E. D. Maimone - L. Grillotti - J. Ettorre)

No, non è la canzone su Gioia che fa la meretrice, quello è un pezzo vecchio. Il primo accenno di testo che dica qualcosa che non sia d'amore o dei cazzi propri familiari. Parla di polulismo,  leoni da tastiera, politicamente corretto e prende una posizione politica contro razzismo, Salvini e Renzi. Più che altro: dice qualcosa e fa incazzare i parrucconi in prima fila.

"Spero si capisca che odio il razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito, e ppure il liberista di certro sinistra che perde partite e rifonda il partito" 

Le Vibrazioni - Dov'è - voto 5 e mezzo

(R. Casalino - D. Simonetta - F. Sarcina - R. Casalino)

Parto prevenuto, viste le ultime uscite della rock band meno rock del pianeta, eppure il testo non è malvagio. Niente che dia il batticuore, ma perlomeno non parla d'amore. È la riflessione di chi si trova fuori posto nel 2020, con un surplus di poesia un po' datata e il titolo ripetuto all'infinito. 

"Fuori vola polline e ho creduto fosse neve, chissà se poi sono io quello allo specchio"

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Levante - Tikibombom - voto 9

(Levante)

Brava. Levante fa tutto da sé e tira fuori un testo che è uno schiaffo ai benpensanti e alle facce di merda in giro. Parole che ti fanno sentire fiero di essere una minoranza, di non essere alleato, qualunque sia la particolarità che ti fa appartenere ai reietti della società perbene. Brava.

"Ciao tu, freak della classe, "Femminuccia” vestito con quegli strass, prova a fare il maschio,
ti prego insisto, fatti il segno della croce e poi rinuncia a Mefisto"

Marco Masini - Il confronto - voto 7- -

(M. Masini - F. Camba - D. Coro)

Torna la canzone d'introspezione, ma Masini sa scrivere bene e dà meno fastidio di altre. Descrive se stesso e tutte le sliding doors che non ha preso, tutto il peggio che è stato, per affrontare il suo lato oscuro e farci pace. Praticamente, la trama della saga di Star Wars con ancora più pathos.

"Sai che adesso mi è chiaro, mi son dato il permesso di parlarti davvero e accettare me stesso"

Michele Zarrillo - Nell'estasi o nel fango - voto 4 e mezzo

(V. Parisse - M. Zarrillo)

Posso allegramente dire che un'altra canzone che parla dei cazzi personali della gente non me l'accollo. Zarrillo è come la colomba pasquale che esce solo a Pasqua, e lui solo a Sanremo. Testo non all'altezza del suo greatest hits di tre canzoni, parla di farsi forza mentre s'invecchia, di base. 

"Amico ti capisco, questo sguardo lo conosco, anche tu sei stanco proprio come me"

Paolo Jannacci - Voglio parlarti adesso - voto 5+

(A. Bonomo - P. M. Jannacci - E. Bassi - M. Bassi)

Dopo Fedez e J-Ax, chi dedica una canzone ai figli andrebbe spedito nelle patrie galere. Questa tratta quell'angusto tema e benché sia scritta abbastanza bene, da quel cognome lì mi aspetto la sferzata che dia di più di un Renga qualsiasi. Poi a me chiamatemi stronzo ma dei figli degli altri non me ne frega niente.

"Voglio parlarti adesso solo per dirti che nessuno può da questo cielo in giù volerti bene più di me" 

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Piero Pelù - Gigante - voto 6+

(P. Pelù - L. Chiaravalli - P. Pelù)

Discorso del tutto diverso per la prima volta di Pelù al Festival, che rilancia e parla addirittura del nipote. Me lo immagino già, vestito ziganamente, a fare piroette e corna mentre mette in imbarazzo tutta la parentela. Metafore trash e "Oh eh oh eh" che già mi par di cantarle con le vocali allungate. Vate.

"Tu sei il mio Gesù la luce sul nulla mio piccolo Buddha… Il tuo non è un pianto è il tuo primo canto ehi!"

Pinguini Tattici Nucleari - Ringo Starr - voto 5

(R. Zanotti)

Parafrasi meno efficace del bel testo di Cremonini Nessuno vuole essere Robin, i PTN tentano di creare la canzone indie perfetta: titolo che cita personaggio famoso, giochi di parole sagaci, sentirsi sfigato, buttarla in caciara e mettersi a ballare. Un possibile update dello Stato Sociale a Sanremo. Sicuro successone su Spotify, per il resto meh.

"Che la mia vita non è niente di speciale e forse alla fine c’hai ragione tu, in un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr"

Rancore - Eden - voto 8 e mezzo

(T. Iurcich - D. Faini)

Un rapper incazzato ma meno autoriferito di Anastasio e meno modaiolo di Junior Cally. Bel testo, mille parole ed è difficile pure riassumerlo. Parla della società, di noi, delle migrazioni, della scelta di Eva nell'Eden, cita classici greci e manda in culo mafiosi e guerrafondai. Bella botta.

"Noi stacchiamo la coscienza e mordiamo la terra, tanto siamo sempre ospiti in qualunque nazione, chi si limita alla logica è vero che dopo libera la vipera alla base del melo"

Raphael Gualazzi - Carioca - voto 6+

(R. Gualazzi - D. Petrella - R. Gualazzi - D. Pavanello)

Canzone leggera, d'amore non melodrammatico e testo che ti fa venir voglia di ascoltare il ritmo della musica, anche perché letto senza è tutta una metafora dello scopare. Ma Gualazzi, quando non c'è Sanremo, che vita fa? Non riesco ad inquadrarlo.

"Nel locale a due passi da me, nel fumo, una voce mi sospira Balla con me. Occhi scuri e pelle carioca"

Riki - Lo sappiamo entrambi - voto 3

(R. Marcuzzo - R. Scirè - R. Marcuzzo)

Canzone d'amore, testo adolescenziale, hanno litigato e a me non me ne frega un cazzo.

"Da adesso in poi non darmi mai e non darlo mai per scontato. Non rispondi se ti chiedo di noi" 

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Rita Pavone - Niente (Resilienza 74) - voto 4 o forse 8

(G. Merk)

Il titolo più angosciante di questo Festival, distopico come un libro di Vonnegut e il testo ancora più straniante: frasi in inglese a caso, istanze reazionarie, rabbia repressa, porca puttana quanto fa schifo invecchiare. Fa talmente il giro che diventa glorioso, questo testo.

"Niente, qui non succede proprio niente, e intanto il tempo passa e se ne va. Meglio cadere sopra un’isola o un reality che qualche stronzo voterà"

Tosca - Ho amato tutto - voto 5 quasi 6

(P. Cantarelli)

E chi l'avrebbe mai detto che il Festival di Amadeus, il settantesimo anniversario, il 2020 avrebbe portato a Sanremo Tosca? Nessuno, perché mi sfugge chi sia, ma sicuramente ha una bella voce. È una canzone talmente sanremese che sento già i violini, e se non la fai lì, quando? 

"Perché se manchi tu manchi da morire, perché amarsi è respirare i tuoi respiri"

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L'articolo Sanremo 2020, quanto è brutto invecchiare di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-01-29 14:18:00

COMMENTI (1)

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  • pons 4 anni fa Rispondi

    Ahah ah pelù che imbarazza i parenti!