Ferdinando Arnò, dagli spot alle "canzoni pianeta"

É il fondatore dello studio quiet, please! e ha scritto più di 1500 jingle per le campagne pubblicitarie più note degli ultimi 30 anni. Ora, dal suo talento, affiorano due brani senza riferimenti e confini

Ferdinando Arnò in una foto promozionale
Ferdinando Arnò in una foto promozionale

“L'advertising è la più grande forma d'arte del Ventesimo secolo”, sosteneva il sociologo canadese Marshall McLuhan. Ed è la prima frase che Ferdinando Arnò ha utilizzato per presentarsi durante la nostra chiacchierata.

Ferdinando Arnò vanta la fama di essere il compositore di alcuni tra i più importanti jingle pubblicitari dagli anni ’90 ed essere il fondatore di quiet, please!, studio di registrazione e casa di produzione milanese. Che cosa lo affascina dello scrivere musica per la pubblicità? “In questi anni ho composto oltre 1.500 musiche per spot. Esiste un punto di contatto tra le colonne sonore della pubblicità e le canzoni: molti pezzi li ho scritti come bonsai musicali per promuovere un prodotto. Poi, in un secondo momento, sono riuscito, con grande soddisfazione, a trasformarli in vere e proprie canzoni."

Ferdinando ha conseguito una formazione musicale degna di nota. Ha studiato improvvisazione jazz al Berklee College of Music di Boston e, tra i suoi insegnanti, c'era uno dei più grandi pianisti di sempre, Charlie Banacos. Come aneddoto ci ha raccontato che il diploma gliel'ha consegnato Quincy Jones nel 1983, l'anno in cui aveva prodotto Thriller di Michael Jackson. Per quanto riguarda gli ascolti musicali che lo hanno influenzato, sottolinea: “Ho amato Lucio Battisti, Stevie Wonder, Keith Jarrett, Burt Bacharach, la Incredible Bongo Band, le colonne sonore di 007 composte da John Williams e trovo geniali i Radiohead.”

Ferdinando ha recentemente composto due canzoni What Love e There Was an Angel, pubblicate rispettivamente il 19 e 26 giugno, due brani con i quali il musicista tarantino ha cercato di rompere delle barriere, provando ad unire - attraverso la musica - culture e persone, valorizzando il concetto di amore universale. L'obiettivo è quello di creare un'atmosfera adatta per delle "canzoni pianeta”.

“Per questi pezzi ho sentito la necessità e l'urgenza di collegare la musica ai valori della vita. What Love è l'incontro sul pianeta canzone tra lo spirito free jazz della voce di Angel Bat Dawid, la magia senza tempo di Pharoah Sanders, l'arte della poesia rap di B’Rael Ali Thunder con la dirompente vitalità dello Zimbabwe Kids Choir. There Was An Angel è una cinematic soundtrack lontana dalle convenzioni estetiche tradizionali, il match virtuoso tra lo stile raffinato di Samora Pinderhughes e il flow di Precious Ebony, icona freestyle oltre i generi".

Così Ferdinando continua il suo racconto sulla nascita di queste tracce: “Imbastita la prima stesura dei brani, ho cercato di immaginare chi potesse indossarli, magari aggiungendovi stupore. Non mi sono posto confini, neanche geografici. Sono molto felice dell’entusiasmo che ciascuno ha investito nei due progetti.”

What Love è una miscela tonificante di arte, estetica e culture. È un atto di osmosi attraverso la musica, un apparente abbattimento delle barriere e dei confini attraverso una canzone. Una canzone che narra dell'amore come unico obiettivo possibile da raggiungere, un inno a comunione, alla condivisione e alla distribuzione della pace a tutti gli esseri umani, di tutte le nazionalità in ogni parte del mondo. Un tema ricorrente così nei tempi attuali diventa una celebrazione per una integrazione non violenta.

Per la realizzazione di questi brani Ferdinando ha collaborato a distanza con musicisti collocati da ogni parte del mondo, ma ci ha raccontato che questa modalità di lavoro, in realtà, la utilizza da tanto tempo: “Il cantante dei Common Mama vive a Manchester, Joan vive a New York, Maro a Los Angeles, mentre Tom Elmhirst abita a New York. Non c'è mai stato un problema. E poi bisogna considerare che questo processo lavorativo a distanza si è standardizzato durante il lockdown.”

E, alla domanda “Consideri la musica un linguaggio universale?”, Ferdinando ci risponde così: “La musica è l'arte più effimera, non esiste fino a quando non riesci a catturarla, a registrarla e poi a convertirla in segnale elettrico. Molto tempo fa, tutto quello che si suonava si perdeva nell’aria, si poteva tradurre in note, ma era comunque una rappresentazione piatta. Detto questo, con la musica si viaggia, si visitano luoghi inesplorati e territori del sentire a volte ignoti anche a noi stessi.”

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L'articolo Ferdinando Arnò, dagli spot alle "canzoni pianeta" di Enrica Barbieri è apparso su Rockit.it il 2020-07-20 10:40:00

Tag: singolo

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