Santachiara canta tutta la sua "tristezza positiva"

Umbro, oggi vive a Napoli, dove si è sentito abbracciato dalla città. Qui ha dato vita a "Quindi" e "Io e te", i suoi primi due singoli, ricchi di malinconia e chitarre sporche, contro ogni gabbia musicale che pretende di dire chi sei e cosa devi ascoltare

Santachiara - foto di Enrico Rodriguez Barone
Santachiara - foto di Enrico Rodriguez Barone

"A mano a mano che scrivevo", dice SANTACHIARA aka Luigi, umbro classe ’98 di base a Napoli, "mi rendevo conto che in realtà ero felice, molto felice, di come stavo e della piega che stavano prendendo le cose". È questo il senso di quindi, singolo con cui il giovane cantautore debuttava a giugno: "Una felicità ritrovata, una consapevolezza nuova, come se guardandomi indietro potessi dire 'rifarei tutto', anche le scelte sbagliate se mi hanno portato a quello che sono ora", cioè un giovanissimo cantautore che da Spoleto arriva a Napoli per l'università e incontra Andrea, produttore con cui comincia a giocare con la musica per dare voce a sensazioni e sentimenti.

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Un paio di tracce su Spotify e Santachiara viene contattato dall'etichetta indipendente SuoniVisioni. La magia è fatta e il progetto Santachiara – distribuito per Carosello Records – è appena cominciato: ad oggi sono usciti due singoli, quindi e io e me, ma entro l’estate ne arriverà un altro e un altro ancora. La malinconia sarà il fil rouge che terrà unita tutta la sua musica: "Una tristezza positiva", la chiama Santachiara, "un sentimento che rimane intrappolato in chi parla e in chi ascolta molto più a lungo della tristezza", con cui si affronteranno melodie più solari, meno dure, ma anche rock.

Al ritornello di quindi il giovane cantautore ripete come una promessa: "Non mi serve che ci diamo un nome". In effetti, di sottofondo al progetto c’è la volontà di costruire un'immagine che sia indefinita e che generi un dubbio sulla sua vera identità. Un'immagine che sia fluida e che rifugga da ogni tipo di classificazione: "Non so esattamente cosa sia SANTACHIARA", spiega Luigi: "Nel concreto, è un progetto che parla a nome di tutti quelli che non hanno mai avuto posto nei generi. L'indie ha portato con sé un certo tipo di personaggio e un certo tipo di musica, così come il rap o la trap, con il risultato che molti non ascoltano la trap solo perché i trappari non gli piacciono".

Santachiara
Santachiara

"Io ho sempre ascoltato l’indie come il rap, ma sono un ragazzo 'normale': un ibrido che non ha un posto preciso. Per questo non ha senso dare un nome alla musica che faccio. Voglio semplicemente che chi mi ascolta si riconosca a pieno in quello che dico. Voglio parlare a tutti e voglio parlare per tutti", afferma Santachiara.

Ed è proprio per questo che i due singoli quindi e io e me di Santachiara sono così belli e riempiono le orecchie di chiunque ascolti senza stancare: perché parlano a tutti, in un linguaggio semplice che si fa capire immediatamente: "La gente che ha ascoltato questi due brani forse ha sentito la verità. Ha percepito che mentre stavo scrivendo quindi, stavo quasi per piangere e che mentre scrivevo io e me, stavo quasi scazzato. La verità arriva dritta all’ascoltatore, sempre. Quando si dice "mi sono venuti i brividi", secondo me vuol dire l’intenzione ha fatto centro: il messaggio ti ha colpito e ti ha anche affondato, perché il sentimento di cui si parla nella canzone è lo stesso che hai provato anche tu, almeno una volta, nella tua vita".

Santachiara
Santachiara

Ci sarà di tutto nei prossimi brani e il progetto sperimenterà vari generi, in linea con una musica che accomuna sensi e percezioni differenti e che prosegue non per stili, ma per mood. Seppure siano uscite solo due tracce, si comprende già la differenza tra quindi e io e te: "Ho scritto quindi completamente per me stesso, in un momento di grandi cambiamenti sia in termini di relazioni sentimentali sia in termini di stile di vita; mi ero appena trasferito a Napoli e stavo vivendo le prime esperienze della grande città, con nuove responsabilità", spiega Luigi. 

quindi è il classico momento in cui si fa il punto della situazione e si valuta come andare avanti: "Una canzone molto intima e innamorata che rappresenta una fragilità estrema", spiega Santachiara, mentre io e me rappresenta una consapevolezza, una presa di coscienza: "Quando arrivi a quindi capisci che le cose stanno così e arrivato a un certo punto, devi capire cosa fare".

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io e me nasce un po' per gioco, con l'amico e produttore Andrea: "Eravamo in casa e avevamo appena parlato di Shiloh Dynasty, che è la voce che XXXTENTACION ha campionato per molti dei suoi beat. Ci è venuta voglia e abbiamo smesso di parlarne, così abbiamo deciso di campionare noi stessi. Mi sono messo a fare quattro accordi e a cantare in un falsetto graffiato e appena abbiamo trovato qualcosa di buono ci siamo messi a 'registrarlo'. La chitarra è sporca perché proviene da un vocale Whatsapp e forse è anche un po’ la sua forza. Dopodiché, Andrea ha fatto la sua magia, è uscito fuori il beat e mi sono messo a scrivere".

Una musica spontanea e sincera che asseconda vari stati d'animo, inevitabilmente influenzata dal mondo napoletano: "Quando sono arrivato a Napoli ho sentito un abbraccio che ha condizionato tutta la mia vita, anche la musica". Napoli, con la sua passione e la sua vitalità, ha travolto il giovane cantautore, originario della piccola realtà spoletina: "A Spoleto c’è veramente poco dal punto di vista della musica, per questo sono andato altrove alla ricerca di quello che mi mancava", spiega. 

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L'articolo Santachiara canta tutta la sua "tristezza positiva" di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2020-07-20 13:25:00

Tag: singolo

COMMENTI (1)

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  • jacquesbrisson 3 anni fa Rispondi

    Très, très bonne musique! J'adore!!!