La musica è paesaggio: il suono dell'arte di Edoardo Tresoldi

"Opera" è l'ultima installazione permanente dell'artista lombardo sul lungomare di Reggio Calabria. A fare da colonna sonora all'imponente colonnato metallico – oltre al secret show di Brunori – ha pensato Teho Teardo: con i due riflettiamo sul ruolo del suono nell'arte visiva

"Opera" di Edoardo Tresoldi - foto di Roberto Conte
"Opera" di Edoardo Tresoldi - foto di Roberto Conte

Sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria si trova, da qualche giorno, una nuova installazione permanente dell’artista italiano Edoardo Tresoldi, tra i più importanti scultori a livello mondiale, tanto da essere inserito nel 2017 nella lista dei più importanti artisti under 30 europei di Forbes. L’installazione, chiamata semplicemente Opera, è composta da un colonnato di 46 colonne che raggiungono gli 8 metri di altezza in un parco di 2500 mq e vuole celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano, attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica.

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“Un’installazione permanente costruisce un rapporto lungo e mutevole con chi vive il luogo: i cambiamenti della città, il passaggio delle stagioni e quelli generazionali, i ritrovi concitati delle festività quando tutti tornano a casa e condividono anche la solitudine dell’inverno e la voglia di partire”, ci ha detto lo stesso Tresoldi. “Un’opera permanente deve saper cogliere e accogliere, deve saper ricordare ma essere in grado anche di cambiare”.

Per quanto riguarda lo scopo di Opera, Tresoldi spiega la sua creazione così: “Opera celebra il rapporto tra l'uomo e lo Stretto, che considero il vero monumento eterno di Reggio Calabria. Volevo semplicemente aggiungere un'ulteriore chiave di lettura a un luogo intimo e raccolto, in cui è possibile prendersi un momento e contemplare la Sicilia attraverso il mare”.

Le creazioni di Tresoldi hanno spesso un legame speciale con la musica: nel 2017, a Sapri, l’artista lombardo aveva realizzato una vela in rete metallica sul mare su cui si sarebbe poi esibito Iosonouncane, mentre l’anno dopo ha partecipato al Coachella Festival, per cui ha realizzato l’imponente architettura Etherea. Secondo Tresoldi: “La musica scolpisce il visibile, accompagna i movimenti degli oggetti e svela le sinergie nascoste tra elementi apparentemente estranei. La musica fa paesaggio”.

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Non sorprende, quindi, che anche in Opera la componente sonora sia molto importante. Tra le varie performance che hanno animato la creazione di Tresoldi, vanno in particolare segnalati il concerto a sorpresa di Brunori Sas e la composizione scritta appositamente da Teho Teardo per raccontare, attraverso un disegno sonoro, la fusione tra l’installazione e il luogo. “La nostra collaborazione è stato uno scambio sincero di riflessioni e proiezioni personali nel desiderio di proporre dei momenti tra noi e lo Stretto”, ci ha spiegato Tresoldi. “Mi piace pensare che sia una collaborazione tra tre autori: me, lui e lo Stretto. Ciò che fruiamo nel nostro quotidiano è sempre frutto di composizioni audio-visive-percettive, volontarie o involontarie”.

“Ho effettuato alcune registrazioni ambientali di notte, mentre Opera era ancora in fase di costruzione”, ci ha spiegato Teardo. “Mi servivano delle registrazioni del luogo che la ospitava, quello spazio sonoro così stratificato che le colonne fendono con la loro trasparenza. Sono partito da quei suoni per comporre tutta la musica. Ho cercato di capire che suono dovesse avere partendo da quelle registrazioni effettuate in loco. Si tratta di ascoltare cosa già c’è, mettersi in ascolto. Forse non si chiede qualcosa di analogo anche all’architettura quando un nuovo elemento va inserito in un contesto preesistente?”.

La composizione affiancata da Teardo non si tratta di un qualcosa di marginale rispetto all’architettura di Tresoldi, ma è un lavoro che a sua volta ha una sua forte rilevanza nel contesto artistico dell’installazione. Nelle parole del musicista friulano: “La musica apre altre possibilità di percezione e che non è un mero accessorio di decoro sonoro di una installazione. È un’indagine di un rapporto tra ciò che vediamo e sentiamo, è una questione planetaria di cui nessuno dovrebbe dubitare”.

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L'articolo La musica è paesaggio: il suono dell'arte di Edoardo Tresoldi di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2020-09-22 12:18:00

Tag: arte

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