Simone Cargnoni meets Colapesce

Un'entrata in scena con un'enorme testa di pesce: così iniziavano i live dell'artista siciliano e così inizia la collaborazione con il fotografo che lo avrebbe seguito live per un anno durante il tour di "Infedele". Un percorso emotivo, ancor prima che artistico

© Simone Cargnoni
© Simone Cargnoni

Dentro ai tuoi occhi è la rubrica di Rockit che vi propone uno scatto dei maggiori fotografi della musica italiana, raccontato dalla prospettiva dell'autore. Nell'appuntamento di oggi, Simone Cargnoni ha scelto questo suo scatto a Colapesce, realizzato durante la prima data del tour di Infedele e che ha dato vita a un libro fotografico (Colapesce & Infedele Orchestra, edito da 42Records e Jump Cut), che attraverso 90 scatti documenta un anno in tour insieme al musicista.

Milano, 11 gennaio 2018

È una foto che ho scattato a Milano il primo giorno del tour di Infedele. Avevo visto Colapesce dal vivo a Trento alcuni anni prima, ma mi era capitato di rivederlo a Milano a fine novembre 2017, in occasione di un live a BASE Milano in cui portava La voce del padrone di Battiato insieme a Mario (Conte, ndr) alle tastiere. Ascoltavo Colapesce già dal suo primo disco, lo apprezzavo molto e avevo la sua mail da quando gli avevo inviato gli scatti realizzati a Trento: quando ho saputo che a gennaio sarebbe partito con il tour di Infedele, ho iniziato a scrivergli, chiedendogli di portarmi in tour per realizzare un progetto su di lui. Gli ho inviato diverse mail: non mi rispondeva mai, mai, mai.

Alla fine, il 26 dicembre gli scrivo via Instagram: "Ciao Lorenzo, ti ho scritto più volte ma non mi hai mai risposto. Mi dispiace molto, perché mi interesserebbe davvero fare un lavoro su di te. Fammi sapere se è possibile sentirci". Mi risponde dopo tre minuti: Sto festeggiando il Natale con la mia famiglia, ti chiamo domani". Il giorno dopo mi ha telefonato: gli ho mostrato alcuni lavori che avevo realizzato con Marlene Kuntz e Verdena, le foto gli piacevano molto ma la band era completamente nuova e, prima di accettare, voleva capire come si sarebbero trovati con me. Sono andato alle prove il giorno prima della data zero: c’era molto nervosismo, alcune cose non funzionavano e il giorno dopo Lorenzo mi sembrava estremamente teso.

Ho scattato questa foto alla prima data, durante il primo pezzo, quando lui arrivava sul palco con addosso una testa di pesce. Quando l’ho riguardata sul display della macchina, ho subito pensato che avesse il potenziale per dare vita a un progetto. Gliel’ho mandata il giorno dopo ed è stata un po’ la foto che ha aperto le porte: da quel momento abbiamo subito pensato alla realizzazione di un libro fotografico del tour. Un progetto iniziato a dicembre e concluso il dicembre dell’anno dopo. Ho seguito Lorenzo per quasi tutte le date italiane e tre delle cinque date europee: dopo tre concerti eravamo amici, dopo cinque sono stato a casa sua, abbiamo condiviso qualche giorno di vacanza insieme in Sicilia.

Per me è stato un progetto importante perché non si è trattato solo di un libro fotografico, ma di un bel percorso: a livello personale, ascoltando Lorenzo mi dicevo che una persona che scriveva quelle cose doveva avere un’enorme profondità e mi chiedevo come riuscisse a gestirla in un mondo veloce e spesso superficiale. Volevo conoscere questa persona e rubarle questo aspetto, perché anche io voglio imparare a scavare così in me per poi riuscire a farlo negli altri. 

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L'articolo Simone Cargnoni meets Colapesce di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2020-10-07 11:17:00

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