Shkodra Elektronike, un gemellaggio electrofolk tra le sponde dell'Adriatico

Dalla città “culla della cultura albanese” il duo di Scutari (formato da Kolë de Il Teatro Degli Orrori e Beatriçe) con “Synin si Qershia” continua a mischiare folk e lirica italiana, reinterpretando brani dell’800. Per mantenere viva la tradizione del paese e rinnovarla con l’elettronica

Beatriçe Gjergji e Kolë Laca aka Shkodra Elektronike
Beatriçe Gjergji e Kolë Laca aka Shkodra Elektronike

Prendere una canzone ultra-tradizionale conosciuta da tutti e ribaltarla, pur rimanendo fedeli allo spirito originale e renderla fruibile per le nuove generazioni: è questa l'operazione che gli Shkodra Elektronike, il duo albanese di Scutari di base in Italia da anni, compie con la sua musica – un ibrido elettronico tra folk e lirica italiana.

Synin si Qershia è il loro ultimo singolo e ascoltando questo brano si capiscono molte cose, soprattutto come il mar Mediterraneo, ancora una volta, sia davvero quella "autostrada liquida" di cui si sente spesso parlare. Parlando con Kolë Laca (già facente parte de Il Teatro Degli Orrori) e Beatriçe Gjergji, abbiamo esplorato la città di Scutari, ma non solo: abbiamo avuto l'ennesima prova quanto la musica sia foriera di collegamenti. Esattamente come nel videogioco di Hideo KojimaDeath Stranding, le persone, segnatamente gli artisti, sono fatte per creare nodi, intessere legami e formare connessioni.

"Beatriçe nel 2012 mi inviò un messaggio su Facebook dicendomi di aver sentito su YouTube un rifacimento di una canzone popolare scutarina - Turtulleshë - del mio progetto 2Pigeons", racconta Kolë, e continua: "Da lì i messaggi sono proseguiti fino a scoprire che anche lei era una musicista e stava facendo una ricerca su quel brano per proporlo al suo gruppo del tempo. Praticamente ci siamo conosciuti e riconosciuti in questo percorso di ritorno alle nostre radici".

È chiaro che gli Shkodra Elektronike nascano da una precisa volontà: scoprire e innovare la tradizione albanese, cercando di renderla fruibile a un numero più largo possibile di persone. In questo senso, il singolo Synin si Qershia appare davvero come una sorta di "pietra fondatrice" dell’intero progetto: "Innanzi tutto questa è una bellissima canzone d’amore (come tutte le canzoni della nostra tradizione). A differenza della musica popolare di altri paesi, dove spesso si perdono le tracce degli autori, in quella scutarina si conoscono ancora le penne: questo brano ad esempio è una composizione del prolifico Prenk Jakova e il testo è di Zef Zorba", spiega Kolë Laca.

Beatriçe Gjergji e Kolë Laca aka Shkodra Elektronike - foto via Facebook
Beatriçe Gjergji e Kolë Laca aka Shkodra Elektronike - foto via Facebook

Il progetto Shkodra Elektronike nasce con l’intento di riproporre le canzoni tradizionali di Scutari con un sound più contemporaneo: "La maggior parte dei brani che facciamo sono stati scritti tra la fine dell'800 e gli inizi del '900. Synin Si Qershia è la più 'giovane' di tutti. Kanga qytetare shkodrane (letteralmente in italiano: 'la canzone cittadina scutarina') ha delle caratteristiche ben precise, derivate soprattutto dalla sue molteplici influenze" dice Kolë, e continua: "Questo tipo di musica è nata quando l’Albania era sotto il dominio dell’Impero Ottomano, quando le tradizioni delle varie etnie si contagiavano l’un l’altra. Significative sono state le influenze turche, slave e romanì. Più recentemente quelle occidentali, essendo Scutari parte per un periodo della Repubblica di Venezia". Quando parlavamo di Mediterraneo come via di connessione liquida non ci stavamo sbagliando.

Attraverso il racconto di Kolë ci immergiamo, poi, in un mondo di strumenti antichi e moderni: un qualcosa di davvero affascinante che riporta alla memoria il grande lavoro di Mauro Pagani (prima e dopo Creuza de ma). Gli strumenti mediorientali furono sostituiti con quelli classici, come il violino, il contrabbasso e il clarinetto, e anche le melodie e le armonie iniziarono a fare proprio il lirismo italiano: "Noi non facciamo altro che mantenere vivo il percorso di questa tradizione usando gli strumenti elettronici. Per farti capire quanto è importante il continuo rinnovarsi di questo genere, pensa che nella nostra città, ogni anno, si tiene il Lule Borë. Un festival esclusivamente dedicato alla musica scutarina, in cui vengono presentanti inediti che il pubblico aspetta di acclamare come nuovi classici. Io e Beatriçe abbiamo partecipato per la prima volta l’anno scorso, con un brano scritto appositamente per il festival, Ku e gjeta vedin, vincendo il premio della critica", racconta Kolë.

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Scutari è la grande protagonista della musica del duo albanese: "Effettivamente è una città che si fa amare: distesa in una valle morbida, profumata e piena di fiori, incorniciata dalle Alpi, con un castello su un’altura che le fa da guardiano. È uno degli insediamenti più antichi dell’Adriatico, vicinissimo al mare e circondato dal lago più grande dei Balcani. Nel centro abitato convivono architettonicamente edifici in stile liberti con moschee, chiese, palazzi di regime e bellissime abitazioni del periodo ottomano", spiega Kolë, e continua: "Basta alzare lo sguardo per poter vedere campanili e minareti, e più di una volta nel corso della giornata, oltre al suono delle campane, è possibile sentire il canto del muezzin. Ogni via è piena di bar: se ti viene voglia di bere una grappa rakija, non sia mai che tra il desiderio e la soddisfazione passi più di un secondo!".

Una città viva e vitale, anche grazie a una popolazione giovane e proiettata verso il futuro: "Le persone sono sorridenti e velocissime nello scambio di battute pungenti, ma sempre, in qualche modo, poetiche. Ogni scutarino è un po' un poeta, sarà per la brulicante vita culturale e non a caso Scutari è considerata 'la culla della cultura albanese'. Vi sono associazioni, enti pubblici e privati che svolgono svariate attività, tutte ben radicate nel territorio. Per quanto riguarda la musica c’è lo Shkodra jazz festival e il già citato festival Lule Borë al teatro Migjeni", dice il nostro interlocutore. Per le altre forme d’arte, certamente non mancano musei, gallerie e decine di negozi che non aspettano altro che mettere in mostra le creazioni dei concittadini. 

Gli Shkodra Elektronike nascosti dal buio
Gli Shkodra Elektronike nascosti dal buio

Tra gli ascolti guida per il progetto Shkodra Elektronike, oltre ai grandi interpreti scutarini come Bik Ndoja, Luçie Miloti, Marie Kraja, Florinda e Ndrek Gjergji, le maggiori influenze riguardano molti gruppi, cantanti e musicisti che mettono la tradizione al centro della loro creatività, aggiornandola con un sound contemporaneo. Tra questi, sicuramente Salvio Vassallo, gli Almamegretta, la cantante kosovare Andrra, Mercan Dede, Mentrix o progetti più blasonati come Björk, Gotan Project, Moby e Arca.

Chiudiamo con un'immagine, dal profilo Instagram del duo elettronico:

 
 
 
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Un post condiviso da kole laca (@shkodraelektronike) in data:

Qui è Beatriçe a erompere nella risposta: "Questa immagine è l’unione di due foto famosissime: una ritrae la piazza principale della città di Scutari e l’altra una coppia di sposi con indosso gli abiti tradizionali – uno dei tantissimi scatti del grande Pietro Marubi, fotografo piacentino naturalizzato albanese, famoso per aver aperto in Albania il primo laboratorio fotografico e per aver immortalato, con estrema perizia, la realtà socio-culturale del Paese intorno alla fine dell’800 –. Con l’aiuto del grafico umbro Lunio, abbiamo unito e 'glitchato' queste due foto: un'operazione analoga a quella con cui sovrapponiamo vecchi campionamenti su nastro ai nostri arrangiamenti".

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L'articolo Shkodra Elektronike, un gemellaggio electrofolk tra le sponde dell'Adriatico di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2020-10-14 12:30:00

Tag: singolo

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