StereOID, lo studio aperto a tutti ai piedi del Vesuvio

Il duo elettronico formato da Luca e Domenico, dal 2018 produce da una casa trasformata in studio la sua musica improvvisata, in maniera del tutto indipendente. E chiama amici e chiunque voglia suonare ad unirsi, per collaborare a un collettivo artistico che osa e sperimenta nuovi linguaggi

Domenico e Luca - live set ai piedi del Vesuvio - collettivo StereOID
Domenico e Luca - live set ai piedi del Vesuvio - collettivo StereOID

Provincia di Napoli, Pomigliano d’Arco, ai piedi del Vesuvio: nel 2018 Domenico Rea e Luca Norma, due informatici di 28 anni con la passione per la musica, decidono di trasformare in studio uno spazio a disposizione in una casa. Un progetto homemade – come lo definiscono –, che con il tempo è cresciuto e ha tirato dentro sempre più persone: "StereOID nasce come duo di musica elettronica sperimentale: io percussionista/polistrumentista – dice Luca – e Domenico chitarrista/bassista. Negli anni siamo maturati e abbiamo cominciato ad accompagnare la musica elettronica a quella suonata, quella acustica e così via".

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Con il tempo StereOID si è ampliato e si è trasformato in un collettivo: tra una prova e l’altra i due hanno cominciato a coinvolgere amici e chiunque volesse fare musica, ma non solo. StereOID accetta e combina qualsiasi forma di arte possibile e accoglie non solo musicisti, ma anche artisti visivi, grafici, poeti: "Ci piace molto trasmettere questo messaggio: 'Siamo un collettivo artistico collaborativo, incentrato sulla creazione di esperienze audiovisive e sulla trasformazione degli spazi, con lo scopo di creare suoni, immagini ed emozioni'", spiega il percussionista. In maniera del tutto indipendente: "Tutto quello che si può ascoltare e vedere di StereOID, tutte le grafiche, i video, qualsiasi cosa è fatta da noi. Cerchiamo di mettere la nostra professione nell’arte e nella musica", afferma.

Home studio di StereOID - Luca e Domenico improvvisano
Home studio di StereOID - Luca e Domenico improvvisano

Alla base del progetto, l’improvvisazione: "La porta della nostra home studio è sempre aperta. Non è necessaria alcuna specifica preparazione: se sei un bassista, porti il tuo basso e ci mettiamo a suonare insieme, ci divertiamo e creiamo della roba", dice Luca. Proprio su questa strada il collettivo ha fatto uscire A Listen to Everything pt.1, pt.2pt.3: 90 minuti circa in tre EP che raccolgono gran parte delle improvvisazioni e delle prove di questi anni. "Una roba sconnessa che non ha senso, ma è proprio questo il bello", commenta Luca.

Anche Call If Off, l’ultimo singolo uscito a settembre 2020, è nato nel corso di una lunga jam session casalinga. Dopo, è stato editato a tavolino e le parti sono state assemblate per creare delle scene: "Si parte da un attacco elettronico e molto minimale, fino ad arrivare a una sperimentazione più acustica", spiega il percussionista di StereOID, e continua: "Si tratta di un brano composto da tre parti, ma non c’è un vero e proprio filo conduttore, è tutto molto etereo, sospeso. Per il video ci immaginiamo qualcosa di molto acceso e colorato". E in effetti Call If Off è il pezzo più allegro uscito finora. Il prossimo sarà molto più oscuro e ambient, anticipa Luca.

La terrazza dove suona il collettivo StereOID, difronte: The Holy Mountain
La terrazza dove suona il collettivo StereOID, difronte: The Holy Mountain

I video concretizzano in immagini la musica del progetto e sono molto concettuali e spesso sconnessi, noisey e sempre introspettivi. Anche le grafiche che accompagnano i brani sono un po’ distopiche e accostano spesso la natura – l’acqua, le rocce, il deserto – a elementi digitali e robotici. Un insieme sonoro e visivo che delinea l’immaginario all’interno del quale si muove il progetto: "Si tratta di esprimere il contrasto tra la natura e la società attuale, ossia l’eterno contrasto tra l’edificio e l’albero. Una dicotomia dinamica e fluida, non per forza vista in maniera negativa", spiega Luca.

Anche in Lybia e nel logo che accompagna il singolo – che è quello di StereOID – è evidente questo contrasto: da una parte il deserto, la natura, l’arte. Dall’altra il robot, il computer, la razionalità. Un conflitto che in qualche modo esprime anche il dualismo in Luca e Domenico: "Siamo entrambi degli informatici: io mi occupo di digital strategies e marketing, Domenico invece è uno sviluppatore di software. Siamo molto razionali, lavoriamo con la tecnologia e dobbiamo vestirci in giacca e cravatta. Ma siamo anche degli artisti e con StereOID abbiamo trovato la dimensione perfetta per staccare dalla routine e tornare umani”.

L'irrazionale e il razionale in StereOID - un dualismo perfetto
L'irrazionale e il razionale in StereOID - un dualismo perfetto

Nell’ultimo video caricato sul canale Youtube del collettivo, Enjoy Life, si cerca di ricordare che tutti siamo parte di qualcosa di infinitamente bello, e che dobbiamo sfruttare tutte le opportunità che abbiamo per essere felici, perché la vita è una: "Con StereOID cerchiamo di portare avanti dei concetti positivi molto semplici, ma fondamentali. Vogliamo diffondere energia e fiducia nelle idee, nell’arte, nell’amore, senza sollevare questioni negative e senza fossilizzarsi sul periodo storico che stiamo vivendo", spiega il percussionista.

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Dal 2018 ad oggi, il collettivo napoletano ha suonato relativamente poco in giro per la città: "È complicato portare avanti un progetto del genere a Napoli, e credo in generale in Italia. Una volta abbiamo suonato al Maschio Angioino, insieme a Luigi Dario Izzio, un cantante che era con me anche in Babel, un altro esperimento di quache anno fa", racconta Luca, e continua: "Ci piace molto suonare all’aperto e molte volte ci piazziamo su un magnifico terrazzo fronte Vesuvio, The Holy Mountain, e organizziamo un live set, con tre/quattro telecamere a filmarci. Vorremmo portare avanti questo progetto in linea con un live concept", confessa il musicista-informatico.

Magari all’estero, perché a Napoli non ci sono gli stage adatti e un progetto concettuale e particolare come quello di StereOID difficilmente soddisfa davvero i gusti del pubblico, afferma Luca: "Non pensiamo solo all’Italia (al Reset Festival o al Meeting del Mare), ma vorremo portare la nostra roba all’estero e girare un p'’. Forse, il nostro concetto di musica e di arte è molto più orientato verso la Germania o la Francia, dove le influenze elettroniche e sperimentali sono navigate. Altrove c’è un’altra intelligenza e una diversa empatia verso l’arte – lo sappiamo tutti – e sono molto più aperti nei confronti della musica sperimentale in genere o nei confronti dell’improvvisazione".

Ai piedi del Vesuvio - la terrazza dove StereOID suona
Ai piedi del Vesuvio - la terrazza dove StereOID suona

Al momento, però, si resta a Napoli, e per forza di cose. "Abbiamo in mente di organizzare un live in un giardino o in una villa. Una cosa molto friendly che prevede un pubblico intorno, ma aggregato naturalmente. Un live non inteso come un evento, ma come qualcosa di improvvisato", spiega Luca. Il pubblico verrebbe da sé: loro vogliono solo montare la strumentazione in un posto figo e suonare con chiunque voglia aggregarsi. Per divertirsi, fare musica, e stare bene: questo è StereOID.

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L'articolo StereOID, lo studio aperto a tutti ai piedi del Vesuvio di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2020-10-20 13:30:00

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