X Factor, bella musica per i pescecani dello streaming

Al via il talent di Sky nella sua edizione rivoluzionaria, in cui la conta degli ascolti decreta chi rimane e chi va. Arrangiamenti troppo pop, trucco troppo marcato, abbigliamento troppo sopra le righe: un sacco di bravi talenti soccombono alla legge dello spettacolo

Vergo, uno dei protagonisti della prima puntata di X Factor Live
Vergo, uno dei protagonisti della prima puntata di X Factor Live

Inizia X Factor live, l'edizione rivoluzionaria che rimette al centro la musica, e per la prima volta si parte con gli inediti, per far capire che gli artisti in gara sanno scrivere e hanno un futuro reale davanti. Effettivamente questa edizione ha gli inediti e i talenti più fighi da un sacco di anni a questa parte, frutto di una selezione fatta bene, a parte alcuni casi misteriosi. Purtroppo, quanto di buono è stato fatto in audizioni, bootcamp e last call, viene vanificato dal circo assurdo che viene messo su in puntata e dalla classifica di chi vince e chi va al ballottaggio nella puntata successiva: la conta degli streaming. Quando si parla di qualità della musica, il numero di ascolti non dovrebbe entrarci in alcun modo, o pensate che i dischi d'oro ai tormentoni estivi siano Premi Nobel?

Il primo live è dominato dai balletti e dal make up sui concorrenti in stile cosplay – forse per solidarizzare con la nuova edizione online del Lucca Comics – e da una minor dose di allegria. Alessandro Cattelan, per fare l'esempio di uno di solito brillante, non riuscirà a fare un sorriso pieno per tutta la durata dello show. Grande abbraccio a distanza agli artisti in gara, che hanno salvato il programma nonostante quel mostro chiamato discografia abbia tentato in ogni modo di snaturarli. Tutti i variegati gruppi d'ascolto che ho frequentato durante la puntata convergevano su un fatto: non c'era nessun bisogno di creare le hit radiofoniche quando le canzoni già funzionavano, non c'era bisogno di agghindare i ragazzi in stile Extreme Makeover per renderli nel migliore dei casi simili ai famosi che ci sono già, nel peggiore dei casi parodia di loro stessi.  Passa la brutta sensazione che prima fossero dilettanti e che si arrivi al professionismo solo conciati come il corpo di ballo della Carrà. Per tutti gli aspiranti musicisti alla lettura: non è così.

video frame placeholder

Veloci con gli inediti: inizia Blind con Cuore nero, buona l'esibizione, il pezzo è trap commerciale, lui ha la faccia giusta per piacere alle ragazzine, passa. Cmqmartina porta Serpente, un pezzo che non rende assolutamente giustizia alla musica che di solito fa. Altissimo potenziale radiofonico, ma non ce ne frega un cazzo della radiofonicità, lei è più brava di così e farle fare pop da heavy rotation al primo live è una mossa che non sa di niente. Passa. Eda Marì porta la sua canzone Male, e se il pubblico a casa inizia ad avere dei deja vu, non è per demenza senile: la maggior parte degli inediti che sentiremo stasera sono pezzi ascoltati nelle audizioni, resi più commerciali dalla produzione. La sua canzone funzionava meglio senza scenografia e arrangiamento, va al ballottaggio.

Quando entrano i Little Pieces of Marmelade, tutta la rivoluzione promessa cade come una casa di foglie (gran libro, l'avete letto?). A parte che la loro esibizione di One cup of happiness presenta sbavature tecniche, ma visto il genere noise ci sta pure. Purtroppo li hanno adornati in modo assurdo, a metà fra il circo dei freak e la Francia bohemienne, e per gente che si trova a proprio agio con jeans, maglietta e fuzz, non è proprio il massimo. Passano. Pensate ai Butthole Surfers vestiti così in concerto e alla gente che urla "poser" da sotto il palco.  

Tocca dare contro i miei giudici preferiti, Manuel Agnelli – uno che si è fatto centinaia di palchi sudati e che, quando introduce  suoi è molto pertinente – e Hell Raton: quando si fanno scrupoli se l'Italia sia pronta o meno a un certo tipo di artista o se un musicista più fragile potrebbe essere stritolato dalla discografia, dimenticano che, in un momento in cui nessuno può diffondere arte dal vivo, la discografia sono loro. Non basta fare una prima puntata con gli inediti se quasi tutti i talenti sono stati omologati e se chi rimane e chi se ne va lo decidono gli ascolti su Spotify. Fanculo la discografia. Se volete davvero cambiare fate arte, e non lo dico neanche io che mi sono svegliato col socialismo reale nel cuore, lo disse in un altro modo Glen Hansard quando – da indipendente – vinse l'Oscar per la migliore canzone con Falling Slowly nel 2008. Make Art.

Continua la gara, passa anche Blue Phelix con South Dakota, su di lui il makeover ci sta ma non emoziona la sua performance. Ultima di questa manche è Casadilego, a cui cuciono addosso un pezzo in italiano dal titolo Vittoria, a metà fra Elisa e tutte le cantanti pop italiane senza cognome. Che enorme spreco di potenzialità. Passa e si capisce molto bene il piano di Manuelito, di coinvolgere tutta Machete – il pezzo è stato scritto da Mara Sattei – per creare dei fenomeni. Ma non ce n'è bisogno, alcuni artisti sono più belli se lasciati crescere rispettando quello che sono.

Pausa, arriva come ospite Ghali che mashuppa Thriller di MJ cantandoci sopra "Bell'atmosfera, ti prego non mi uccidere il mood dai". Mai canzone fu invecchiata peggio, visti i tempi. In ogni caso, applauso gigante per lui, che devolverà i soldi del suo nuovo box ai lavoratori dello spettacolo. In conferenza stampa ho chiesto al direttore delle produzioni originali di Sky Nils Hartmann se in questa edizione ci sarebbe stata un'attenzione e una sensibilizzazione particolare verso questa categoria professionale, ferma da quasi un anno. Lui mi ha risposto di sì, che X Factor Italia è da sempre impegnato a comunicare questi messaggi. Forse intendeva "partendo però dalla seconda puntata dei live", perché nella prima ne abbiamo visti ben pochi.

video frame placeholder

Seconda manche: i Manitoba sono resi più pop e La domenica è una canzone carina, solo che il pubblico li ha presi sul cazzo in precedenza e vanno al ballottaggio finale. Vergo è il protagonista della puntata, l'unico che sta da Dio col truccoparrucco, figo da dio mentre canta Bomba, una hit clamorosa che fa venir voglia a un'anima nera come la mia di fare acquagym in riviera ad agosto. Mandiamolo subito a vincere l'Eurofestival.

Santi non so perché sia lì, io sono del #teamroccuzzo e l'esibizione di Bonsai, il suo inedito in cui sembra Grignani che fa Calcutta, è insopportabile. Passa, mi chiedo ancora il motivo. Mydrama è brava, anche lei è arrivata lì con un progetto ben preciso: pianoforte, pochi suoni e la sua voce melodica con influenze trap che crea il ritmo. Canta Cornici bianche, ma sembra una canzone che potrebbe cantare chiunque, una resa pop che, di nuovo, sgonfia l'esibizione. È il momento di NAIP che ricanta Attenti al loop, ma l'abbiamo già sentita e l'effetto sorpresa è sparito. Simpatico, bizzarro ci sta, genio aspetterei un attimo. 

I Melancholia sono tra i vincitori annunciati di questa edizione e, nonostante portino di nuovo Leon e abbiano iper truccato Benedetta, che alle audizioni si era presentata senza alcuna sovrastruttura, son sempre dei gran fighi. Ci sento un sacco di roba oscura che mi piaceva da adolescente e non posso che essere felice di ascoltarli. Ballottaggio tra Eda Marì e Manitoba, i giudici scelgono di salvare questi ultimi, ma nessuno è salvo perché all'inizio della prossima puntata sarà lei ad andare al ballottaggio contro chi è stato ascoltato meno durante la settiman. Chi perde va a casa. Che ansia, Black Mirror in confronto è una gita alla Spa.

video frame placeholder

Da spettatore a casa sul divano durante un semi lockdown, avrei preferito un X Factor dal profilo scenografico e spettacolare più basso, ma più emozionante nelle esibizioni, invece di mettere su il solito circo mediatico, quasi grottesco visti i tempi che corrono. Se un artista ci piace, ci piace anche in pigiama. Se una canzone ci piace, ci piace anche chitarra e voce. Non c'è bisogno di iper produrre tutto per omologare i pezzi a quelli che girano in radio, perché in radio gira una quantità industriale di merda. Alla prossima puntata.

---
L'articolo X Factor, bella musica per i pescecani dello streaming di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-10-30 08:49:00

Tag: x factor

COMMENTI (2)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • leonocupa 4 anni fa Rispondi

    Ehm.... "I Vergo" non esistono, Vergo è una persona sola.

  • mario.miano.39 4 anni fa Rispondi

    Non guardo X Factor ma ho ascoltato gli inediti su New Music Friday e ho idea che ieri sera ci sia toccato uno dei punti più nei bassifondi nel pop Italiano. Cantanti che avevano mostrato qualcosa di interessante nelle precedenti puntate che vengono omologati con un trattamento "SATTEI OUTTAKES" perché poi qualcuno davvero pensa che Mara Sattei darebbe le sue migliori idee e melodie a questi sprovveduti? Perché solo una che non capisce ancora un kaiser come Casadilego potrebbe accettare di cantare uno scempio epocale come "Vittoria" che poi oltre ad essere una melodia bruttissima, si adatta alla voce di Casadilego come il kaki alle patate fritte.
    Anche su Cmqmartina ci metterei una croce sopra, se anche lei accetta di cantare un brano così mediocre e che anche in questo caso ha a che fare con lei come la pizza con i cannoli siciliani sopra. Scusate ma non vado oltre, ho ascoltato qualcosa da film horror a parte la personalità dei Melancholia che hanno un pezzo con un riff interessante ma dovremo capire dove vogliono andare. Penso che avrei dovuto chiamare il Dottore per una flebo se poi non mi fossi imbattuto in "bomba"dei Vergo, che non so chi sono e dove vanno ma hanno un pezzo che è pazzescamente "popolare" nel senso buono, anni luce da tutto il resto.
    Cosa dire? Che siamo finalmente al punto più basso del pop italiano (vedi anche la nuova produzione di Charlie su Sfera, per i bambini dell'asilo. Sono sicuro che Charlie Charles non stia molto in sé ultimamente vista la sparizione e la misteriosa mancata collaborazione praticamente con quasi ogni artista con cui aveva spaccato all'inizio). Davvero sconcetante!