Il Muro riversato: l'underground italiano dal VHS a YouTube

Tra il 1997 e il 1998 – prima di MTV – un programma del canale Odeon portava nelle camerette degli italiani Verdena, Afterhours, La Crus, Scisma e altre magiche band fuori dal mainstream. Grazie a un box di cassette saltate fuori per caso, quelle immagini "perdute" ora sono in rete

C'erano una volta gli anni '90, quelli della musica in tv. Le band andavano in televisione a suonare dal vivo, per la gioia della scena alternativa del tempo, e nessuno storceva la bocca, anzi. C'era l'ormai veterana Videomusic, che dal 1984 trasmetteva programmi musicali sperimentali e fuori da ogni schema, ma in concomitanza col lancio di MTV Italia nel 1997, una trasmissione di Odeon TV ha portato nelle camerette degli adolescenti coi poster attaccati alle pareti e la prima Playstation, band emergenti come Verdena, Afterhours o La Crus.

Il programma, andato in onda dal 1997 al 1998, si chiamava Il Muro ed era condotto da Massimo Coppola, Petra Loreggian, Mario Nutarelli e Valeria Sgarella. Quest'ultima, insieme ad Alfredo Cappello detto Kappa, ha ritrovato le registrazioni delle puntate del programma e le sta riversando su YouTube, sul canale Tape Trading, per la gioia dei nostalgici e di chi si vuol godere qualche bel concerto in un momento in cui non se ne possono fare. 

Un modo per rivedere gli amori della nostra adolescenza da giovani (o giovanissimi, nel caso dei Verdena), nella fantastica cornice dei colori della VHS, mentre fuori fa freddo e stiamo tutti sull'attenti per sapere di che colore sarà la nostra regione anche questo weekend. Ho fatto qualche domanda a Valeria in proposito.

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Perché avete scelto questo momento storico per riportare alla luce gli spezzoni del programma?

Non c'era una strategia precisa, ti dirò. Il lockdown ha avuto come effetto collaterale lo svuotamento di un box, nel quale ho ritrovato i VHS della trasmissione, che i miei genitori registravano ogni sera che dio mandava in terra. Io e il mio amico Alfredo Cappello di Ammonia Records abbiamo capito di avere in mano dei documenti di straordinaria bellezza. Una volta appurato che i nastri fossero ancora intatti, li abbiamo riversati e riportati in vita. Ora che siamo orfani di musica dal vivo, abbiamo pensato che dei reperti così potessero essere ancora più apprezzati.

Ti saresti aspettata tale attenzione, e come te la spieghi?

Me la spiego con il fatto che, tra la metà e la fine degli anni '90, la scena indipendente italiana traboccava di band strepitose, e di materiale video di quel periodo non ce n'è molto. Il Muro era forse l'unico contenitore, oltre ai programmi di Videomusic/TMC2, a dare uno spazio a queste band, che, allora muovevano i primi passi, anche se avevano per lo più una fanbase già affermata. E poi, nell'immaginario collettivo, fa sempre un certo effetto vedere delle band di culto agli albori.

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Che ricordi hai di quel tempo in cui eravate un po’ pionieri?

Come spesso accade, quando sei "pioniere" non te ne rendi conto, nel momento stesso in cui le cose succedono. Il ricordo più acceso è legato alle persone che lavoravano al programma, tra autori e redattori; gente che aveva i radar accesi sulla scena alternativa, non si perdeva un concerto e faceva un vero e proprio lavoro di scouting, non solo nella musica. E poi, anche se era una produzione low-budget, c'era gente validissima dal punto di vista tecnico, sia sul palco che in regia. Quei live, per i canoni estetici del tempo, sono di un livello superiore. Per quanto riguarda me, come del resto gli altri conduttori, ero all'inizio del mio percorso.

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Ti piacevano le band con cui avevi a che fare?

Non mi sembrava vero di dover intervistare ogni giorno gente che, per la maggior parte dei casi, amavo e riverivo. Grazie al Muro ho anche conosciuto nuova musica. E poi era un ambiente totalmente informale; ricordo che il nostro produttore, che conosceva ogni singolo artista, diceva sempre: "Andate a pranzo con la band!". Nel senso: conoscetevi, parlate, stabilite un contatto, così l'intervista viene meglio. E poi ho tanti altri ricordi, ma andiamo lunghi.

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Che idea di programma avevate in testa?

Avevamo in testa un contenitore di arte varia. L'idea era quella di discutere di musica, letteratura e arte alternativa in un'ambientazione che richiamasse la strada (anche se poi la scenografia suggeriva forse di più un locale alternativo o un centro sociale). C'era sì il musicista, ma anche l'artista alternativo, il graffitaro, il comico, l'artigiano, il tattoo artist, lo scrittore, il comico etc. Mi piace ricordare che abbiamo avuto tra gli ospiti gente come Filippo Scozzari, Lia Celi, Tommaso Labranca, Andrea Pinketts... insomma, non proprio nomi di secondo piano. E poi avevamo anche contributor esterni che ci mandavano materiale da vari club alternativi italiani.

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Che effetto ti fa la musica in tv oggi?

È una domanda semplice che richiede una risposta articolata. Il punto è che non ci sono contenitori televisivi, a parte rari casi – citerei Ossigeno su Rai 3, ma è il primo che mi viene in mente e al momento non lo fanno più – in cui le band indipendenti e/o alternative italiane trovino spazio per suonare. In questo momento storico sarebbe molto utile, oltre che apprezzabile. Mi pare che la musica in tv ora come ora sia più un pretesto per twittare e dar sfogo al nostro debordante egocentrismo. Cosa che tra l'altro, faccio anche io con grande slancio.

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L'articolo Il Muro riversato: l'underground italiano dal VHS a YouTube di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-01-22 14:15:00

Tag: tv

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