Madame: "Per la scuola italiana è arrivato il momento della rivoluzione"

La 19enne, in gara a Sanremo con "Voce", giovedì omaggerà Celentano e il rap pionieristico di "Prisen". Per rappresentare l'incomunicabilità cui ormai siamo assuefatti e portare il grido di dolore di una generazione abbandonata, a cominciare dal disastro del sistema scolastico italiano

Madame - foto di Mattia Guolo
Madame - foto di Mattia Guolo

È la prima volta a Sanremo per Francesca Calearo, rapper classe 2002 di Creazzo, in provincia di Vicenza. Sarebbe strano il contrario: ha 19 anni ed è la più giovane di un'edizione del Festival dall'età media parecchio bassa. Ma di più, sarà la portavoce di una generazione che – come le altre, ma da una posizione differente – si è trovata vivere un periodo molto, troppo complicato. E che ora sente per lo meno il bisogno di dire la propria. 

Intanto, Madame sembra serena, ed è dal terrazzo di casa sua a Vicenza che risponde alla mia chiamata: "In questo momento sono sotto il sole e non voglio pensare se sono pronta o meno ad affrontare Sanremo. Quando sarò lì, ci penserò. Adesso, sono a casa con Barney Simpson, il mio cane, e penso a tenerlo d’occhio altrimenti si mangia tutte le api del vicinato", ride Francesca, mentre Barney ne butta giù una, "e non va affatto bene, le api rischiano l’estinzione", dice.

Poi, non ambisce alla vittoria. Vuole dare la visibilità che merita alla sua canzone preferita, Voce: "È una lettera d’amore alla mia identità e alla mia libertà d’espressione. Parto da Voce e scelgo l’Ariston per questa canzone, non viceversa. Ho scelto di regalare il palco più grosso d’Italia alla mia canzone del cuore", spiega la rapper.

Madame - foto di Mattia Guolo
Madame - foto di Mattia Guolo

Madame ha sempre avuto a che fare con il mondo dei grandi artisti. Sin dagli esordi si è confrontata e ha lavorato con alcuni big della musica italiana (non solo rap), come Fabri Fibra, Marracash, Negramaro, Ghali, Mecna e Elodie. Dopo tante collaborazioni – l’ultima, l’apparizione nel capolavoro di Mace – e dopo vari singoli, il 19 marzo uscirà Madame, il suo album di debutto.

Il disco sarà un quadro della sua vita, dal momento peggiore al migliore: "Anche se è impossibile racchiudere una vita in un disco, ci sarà gran parte di quello che mi è accaduto in questi anni. Saranno molte tracce: un disco gonfio in cui comunque non sono riuscita a dire tutto", spiega la rapper.

Prima, però, c’è Sanremo con Voce. E durante la serata delle cover, Madame interpreterà il rap ante litteram di Prisencolinensinainciusol, brano di Celentano del 1972. In una lingua inventata (un grammelot simile ad una sorta di inglese maccheronico), Prisen entrò fin nelle classifiche statunitensi ed ebbe un successo enorme anche al di fuori dei confini italiani.

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Madame sceglie di portare il brano per riprendere il tema dell’incomunicabilità e denunciare lo stato di abbandono della scuola italiana, in una performance che farà direttamente riferimento all’anno assurdo che tutti gli studenti hanno vissuto e stanno vivendo. E chiamerà in causa i suoi compagni in una performance tutta rivolta al mondo della scuola, con lo scopo di rappresentare gli studenti dal punto di vista di una studentessa: Francesca Calearo, anche lei figlia della generazione che più di tutte sta soffrendo i cambiamenti di questo anno così difficile.

Quindi canterai Prisen di Celentano. Perché questa scelta?

Prisen parla di incomunicabilità. È un brano simbolo della comunicazione e della non comunicazione, del dialogo e del non dialogo. Attraverso la performance di questo pezzo, costruirò un ponte con la scuola per toccare un tema a cui tengo moltissimo: l’istruzione e il sistema scolastico. Mettendo un punto su alcuni i problemi che affliggono la scuola, e parlare di incomunicabilità su più livelli: tra professore e alunni, tra compagni, e tra sistema scolastico e l’esterno. Spero di sensibilizzare sulla questione in generale e contribuire nel mio modo al cambiamento.

Madame - foto di Mattia Guolo
Madame - foto di Mattia Guolo

Cosa pensi di Celentano?

Che è una grandissima rockstar. Un artista che considero molto libero e lontano dalle convenzioni sociali. Ho deciso di prendere le sue vesti per qualche minuto sul palco di Sanremo con Prisencolinensinainciusol, che è stata battezzata la prima canzone rap della storia italiana: una canzone enorme, che ha avuto un successo mondiale. Io l’ho adattata alle mie movenze, al mio modo di parlare e di cantare, modellando il brano sulle vocali che stanno meglio sulla mia voce.

Come si svolgerà la serata?

Ti lascio il punto di domanda, voglio fare una bella sorpresa.

Ti farai portavoce della tua generazione?

Lo spero tanto, perché è questo il mio obiettivo. Non è detto che lo raggiunga, e non è detto che tutti si troveranno d’accordo con me. Ma se qualcuno dovesse seguirmi, potrebbe essere l’inizio per cominciare a parlare di cambiamento. Per il sistema scolastico è davvero arrivato il momento di una rivoluzione.

Quali sono i problemi che affliggono la scuola?

Ci sono troppe cose del sistema scolastico da aggiustare. Sono problemi che vanno avanti da anni e che ho vissuto in prima persona. Avrei voluto affrontarli in futuro, 'da grande', facendo l’insegnante di italiano o psicologia. Ma le vie del Signore sono infinite, e sono finita a fare altro. Spero, allora, di riuscire a insegnare qualcosa con lo strumento che ho a disposizione: la mia musica.

Madame da piccola voleva fare l'insegnante - foto da IG @sonolamadame
Madame da piccola voleva fare l'insegnante - foto da IG @sonolamadame

Sono anni che in Italia la scuola viene trattata come un ente di serie B. In quest’anno tremendo, in particolare. Come ve la state vivendo voi studenti?

Ci diciamo continuamente che il mondo sia cambiato e la scuola no, il che è un grossissimo problema. È una bestemmia pensare di non fare una riforma scolastica e di non decidere di modificare il metodo di istruzione, nel mentre che fuori tutto sta cambiando in tempi iper-accelerati. È un argomento di discussione costante tra noi studenti, e in particolare ne parlo con la mia compagna di classe e migliore amica Matilde, perché sa benissimo che è un argomento a cui tengo molto.

Matilde, la ragazza presente nel video di Baby?

Sì, ci siamo conosciute in terza, quando cambiai classe dopo la bocciatura. La prima volta che incrociai il suo sguardo era lì tutta triste, con le occhiaie, apatica. Pensai: "Che sfigata, sicuramente ascolta il rock alternativo". E infatti. Fatalità, un pomeriggio dovevamo uscire io, una mia amica e lei per studiare. L’amica ha paccato e quella è stata l’occasione per conoscerci un pochino meglio. Da lì ho iniziato a rivalutarla, anche se non conosceva Rkomi e ho pensato che avesse dei problemi.

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E quando è sbocciato "l’amore"?

Quando un giorno, dopo una brutta chiamata, le ho raccontato cosa mi stava succedendo. Ero in balia di emozioni pessime e casualmente ero con lei. Mi sono abbandonata tra le sue braccia e da lì è nata un’amicizia splendida. Ha saputo trattarmi da Dio e ci siamo educate e curate a vicenda. Penso sia un rapporto che non finirà mai. Un'amicizia più intima di un amore.

Litigate?

Quasi mai. Se capita, litighiamo perché io sono molto irosa e a lei da fastidio. È una tipa molto calma e non sa gestire la rabbia. Ad esempio, se parte con la macchina senza tirare via il freno a mano, io mi incazzo, e lei di conseguenza: questi sono i nostri litigi. Ogni tanto non ci capiamo su alcune cose, ma concretamente la nostra è quasi una convivenza e non ci stanchiamo mai l’una dell’altra.

Lei come va a scuola? Secchiona o meno, come te?

Assolutamente secchiona. Sta 15 ore al giorno sopra i libri a studiare, ci tiene moltissimo ad andare bene e a fare le cose con criterio. Ma non ha una vita oltre la scuola. Si sta bruciando gli anni migliori: mentre io sto girando per il mondo, lei è in casa. E questo mi fa pensare.

Ti fa pensare che "La strada è l’Università che laurea", come diceva Jovanotti con Clementino in Fratello, nel 2014?

Mi fa pensare che io ho imparato tantissimo in questi due anni, pur non andando a scuola. Anzi, ti dirò: ho imparato molto di più di quanto non abbia fatto a scuola in tutta la mia vita. Ho studiato in maniera diversa. E mi domando: ci sarà un punto d’incontro tra queste due dimensioni? La risposta è: dev’esserci per forza. Ripeto: mentre il mondo è cambiato, la scuola è stata abbandonata.

La politica sta facendo finta di nulla?

Più che altro, non sembra pienamente consapevole di quello che sta succedendo. È anche normale che se ad occuparsi della scuola c’è qualcuno esterno al sistema, lui o lei non sappia realmente quali siano i problemi da risolvere. Soprattutto se si parla di persone che hanno frequentato la scuola 40 anni fa.

Quindi, si tratta di una rivoluzione che deve partire dagli studenti?

Assolutamente. Dagli studenti insieme agli insegnanti, aggiungerei. Loro si lamentano anche di più del sistema scolastico, perché spesso sono consapevoli che non si può lavorare così: a scuola si studia troppo sui libri, si apprendono tante nozioni e poca pratica. Le nozioni le abbiamo sottomano tutti, ora c’è Google e, certo, la teoria è fondamentale, ma molte cose sarebbe utile studiarle a 14 anni. Per evitare di imparare tutto quello che non sai fare usciti da scuola, con una mente meno elastica.

C’è dialogo tra studenti e insegnanti?

Spesso c’è incomunicabilità, ma nel mio caso ho sempre avuto un bellissimo rapporto con loro, e con alcuni parlo tranquillamente anche al di fuori della scuola. Discuto della situazione scolastica attuale anche con gli insegnanti della mia migliore amica. Siamo tutti d’accordo che sia arrivato il momento di fare qualcosa.

Madame - foto di Giulia Bersani, da IG @sonolamadame
Madame - foto di Giulia Bersani, da IG @sonolamadame

Avete immaginato un'alternativa allo status quo del sistema scolastico italiano?

Non penso ancora a una soluzione. Prima vorrei mettere luce sul problema, e Prison a Sanremo sarà un buon momento per farlo. Quando tutti saranno lì a guardare, allora sarà il tempo per fare qualcosa. La scuola è una società gerarchica: non sceglie lo studente, non sceglie l’insegnante, non sceglie nemmeno il direttore della scuola. Sceglie qualcuno che è ancora più in alto ed è lì che bisogna andare per intavolare un dialogo. Immaginare una soluzione significa avere delle competenze e significa parlare di politica.

La politica non ti interessa?

Eccome, ma non è il mio interesse principale al momento. Prima di immaginare delle soluzioni ai problemi che colpiscono la scuola, vorrei sensibilizzare sulla questione e farla arrivare a più gente possibile. Quando la mia voce sarà arrivata fino ai piani alti, magari mi farò da portavoce. Greta Thunberg ha messo sotto un buonissimo riflettore la questione dell’ambiente e ha risvegliato i politici: non vedo perché non potrei farlo io con la scuola italiana.

Quest’anno sei in quinta e avrai la maturità. Come è andata con la DAD?

Io praticamente non ho mai fatto didattica a distanza. Lavorando, per me è stato impossibile frequentare e non ho avuto l’occasione di capire a fondo i suoi pro e i suoi contro. Le poche volte che ho sperimentato la DAD, ero a microfono e telecamera spenti per evitare commenti o qualsiasi cosa, perché quest’anno ho cambiato scuola e si trattava di compagni e compagne che non conoscevo.

Madame - foto di Mattia Guolo
Madame - foto di Mattia Guolo

Come è cambiato il rapporto con i tuoi compagni e con la scuola in questi due anni, da quando sei diventata così nota?

In generale negli ultimi due anni ho frequentato pochissimo, e per forza di cose. Quando ho cambiato classe dopo la bocciatura in terza superiore, ho pubblicato Anna, il mio primissimo singolo. Sono entrata nella classe nuova che non mi conosceva nessuno con il mio primissimo singolo, e sono uscita che avevo fuori il pezzo con Marra. Quindi, è stata una crescita che i miei compagni hanno seguito e non è cambiato nulla nel rapporto con loro. Ovviamente, se entrassi a scuola ora, forse sarebbe diverso. Nel momento in cui, poi, ho cominciato a fare le cose sul serio non sono proprio più andata a scuola. È andata così.

Ricapitolando: sei stata bocciata in terza e ora studi indirizzo economico. Qual è il tuo percorso scolastico?

Ho studiato tre anni al liceo Fogazzaro di Vicenza. Studiavo "scienze umanistiche", poi sono stata bocciata, nell’anno in cui ho scritto Sciccherie (quindi non è stata una bocciatura poi così sofferta). Ho rifatto la terza in un’altra scuola, e lì ho conosciuto Matilde, la mia migliore amica. In quarta ho continuato a frequentare quel liceo, ma poi ho cambiato scuola. Sono andata prima in un liceo paritario con lo stesso indirizzo di Scienze Umanistiche, ma vedevo che i risultati non cambiavano (perché non riuscivo a lavorare e andare a scuola contemporaneamente). Allora, ho deciso di andare da privatista a fare economia e marketing, perché era l’unica strada per avere un diploma.

Madame - foto di Mattia Guolo
Madame - foto di Mattia Guolo

Pensi di continuare gli studi con l’università?

Può darsi, ma non sono una persona che pianifica. Ho sempre degli obiettivi, ma mai dei piani.

Cosa ti piace della scuola?

Il fatto che quando incontri l’insegnante giusto, inizi ad amare la materia attraverso quella persona. Ci sono insegnanti che si ricorderanno per il resto della vita, e questa è la cosa più bella che la scuola può donare: delle persone da cui imparare.

Materia preferita?

Grammatica. Sono sempre gasata prima di una verifica di questa materia. Sto lì con l’adrenalina, che non vedo l’ora di dare le risposte giuste ­(ride, ndr). Anche filosofia e letteratura italiana, ho sempre amato studiarle.

Cosa non sopporti, invece, della scuola (oltre alle interrogazioni)?

Tutto ciò che riguarda la burocrazia. L’iter burocratico mette in ginocchio un po’ tutti. Poi, il modo in cui è pensata l’alternanza scuola-lavoro, che mi sembra sempre una questione sì affrontata, ma mai risolta. Io andavo al liceo di Scienze Umanistiche e lavoravo con i bambini, e anche i miei compagni e compagne. Ma non è detto che tutta la classe voglia andare a lavorare in un asilo. Perché non posso andare nell’ufficio di Chiara Ferragni? Perché non posso andare in ufficio da Paola Zukar e imparare quel mestiere lì? Aspettare di avere 25 anni? È troppo tardi.

Concordo in pieno e mi dispiace deluderti, ma all’università le cose non sono poi così diverse.

Tra l’altro! È un pozzo senza fondo, un tunnel senza possibilità di uscita. Poi si lamentano che i giovani scappano dall’Italia, ma è normale! All’estero ci sono metodi completamente diversi: sicuramente meno validi sotto alcuni punti di vista, ma molto validi sotto altri. In Italia il sistema è troppo ferreo e ancora troppo accademico, ma non si può andare avanti così.

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L'articolo Madame: "Per la scuola italiana è arrivato il momento della rivoluzione" di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-03-01 17:15:00

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