Il senso dei Sottotono per i millennial

Il duo formato da Big Fish e Tormento torna 20 anni dopo lo scioglimento con "Originali", dove compaiono 6 inediti e 7 nuove versioni di altrettanti classici, con ospiti che vanno da Gué a Mahmood. Per dimostrare anche ai più giovani che "essere di rottura, oggi, vuol dire essere musicisti"

Big Fish e Tormento - foto di Luca Scalia
Big Fish e Tormento - foto di Luca Scalia

Il primo ha firmato le basi per la creme della scena hip-hop, da Bassi Maestro a Chadia Rodriguez, da Marracash a Young Signorino; il secondo, quasi a voler espiare le colpe del troppo successo acquisito ai tempi, si è nascosto dai riflettori per diventare una delle più valide penne dell’underground italiano. Big FishTormento sono due delle colonne portanti della storia del rap nazionale, ma è normale (e quasi scontato) che tanti ragazzi, magari nati nel nuovo millennio, abbiamo imparato a conoscerli principalmente per il loro percorso come artisti solisti.

Io stesso, quando mi è stato comunicato che dovevo intervistare i Sottotono, sono stato preso da un mix di emozioni. Quando è uscito il loro lavoro più famoso avevo da poco passato i 4 anni, Sotto effetto stono è uno di quei dischi che ho scoperto solamente in seguito, scaricandolo illegalmente da eMule o grazie al passaggio di consegne effettuato da qualche cugino più grande. I Sottotono, in un certo senso, sono del tutto accomunabili ai Nirvana – o ai Sangue Misto e Joe Cassano per rimanere nell’ambito dell’hip-hop italiano –: episodi musicali che hanno assunto un peso specifico nella mia formazione, ma che, in definitiva, non ho mai riconosciuto come miei, perché impossibilitato a viverli in prima persona.

Originali è un disco in cui l’idea dell’avvicinamento prevale su tutto, non è solamente l’album che segna il ricongiungimento dell’iconico duo a vent'anni da ...In Teoria, è un lavoro che contiene tante altre storie parallele (il famoso dissing con Fibra) messe da parte a favore della buona musica. Sei canzoni inedite e sette brani storici rielaborati con diversi ospiti d’eccezione: Tiziano Ferro, Gué, Marra, Fabri Fibra, Emis Killa, Jake La Furia, Mahmood, Elisa, Elodie, Coez, Stash, Luché, Coco. Come i pittori manieristi che si rifacevano ai grandi classici del rinascimento, Tormento e Big Fish hanno guardato agli evergreen del rap italiano – i loro stessi singoli – reinterpretandoli con la perizia tecnica degli artisti ottocenteschi, in nome di una rinnovata originalità che non risiede nello stile, sempre inconfondibile, ma nel fare le cose per bene. Dando finalmente la possibilità a tutti di sentire una canzone dei Sottotono come propria.

È la prima volta che tornate col nome di Sottotono, ma con anni di carriera solista alle spalle. Cos’è cambiato?

Big Fish: Tra di noi sembra non essere cambiato nulla, nonostante questi vent’anni che comunque ci hanno fatto crescere. Ci siamo ritrovati più maturi musicalmente, ma soprattutto sul piano umano: forse per questo siamo riusciti meglio di allora a cogliere il punto, a realizzare quello che volevamo. Sicuramente oggi abbiamo le idee più chiare. L’album che ascolterà la gente è davvero un lavoro sincero, ci rappresenta in pieno, non ha sovrastrutture. Le prime persone che volevamo rendere felici con questo disco eravamo noi stessi.

Ci sarà gente più grande di me che vi segue dagli albori, ma anche ragazzi ben più giovani che magari non vi conoscono come band. Non ne faccio un discorso di mercato: avevate un target di riferimento?

Tormento: Su Instagram si possono vedere le divisioni dei follower per fasce d’età, la fetta più consistente è quella occupata da ragazzi tra i 18-34 anni. È un discorso più ampio – ascoltatori e follower non sempre coincidono e l’età media dipende anche dalla piattaforma presa in considerazione – ma è sicuramente un dato interessante. Pensavi ci seguissero esclusivamente over 40? Fortunatamente abbiamo ancora tanti fan storici esaltati da quest’uscita, ma la realtà che la maggior parte delle persone della nostra età, con gli anni, magari ha messo su famiglia e ora segue con meno interesse la scena musicale. Sono rimasti i fedelissimi, ma la maggior parte del calore ci arriva dai ragazzi che hanno più dimestichezza con i social e hanno scoperto i Sottotono facendo ricerca. Giovani che magari fanno tutt’altro genere di rap ma volevano conoscere gli albori dell’hip-hop italiano.

La scelta di proporre alcuni vostri brani storici va in questa direzione?

Tormento: Esatto, per i fan della prima ora i nostri pezzi classici rimarranno sempre degli evergreen, ma ascoltandoli con orecchio critico, riconosco il sound possa sembrare vecchio. E in effetti è lo stile dello scorso millennio. Tutto l’album va in questa direzione: far rivivere un certo mood, riportare in auge il suono classico senza farlo sembrare vecchio. L'ammodernamento dei nostri vecchi brani vuole proprio essere la chiusura di un cerchio, un modo per rendergli omaggio con artisti che con queste canzoni sono cresciuti, ma anche la possibilità di presentarle a chi, per ragioni anagrafiche, non ha mai potuto viverle.

I Sottotono insieme a Marracah, Guè Pequeno e Tiziano Ferro sul set
I Sottotono insieme a Marracah, Guè Pequeno e Tiziano Ferro sul set

Vi siete messi d’accordo con l’artista o avevate già in mente l’interprete che poteva star meglio in ogni canzone?

Big Fish: La realtà che avevamo stilato una scaletta ipotetica iniziale, al netto di quel che sarebbe stato il disco, una prima lista di nostri vecchi brani che, a nostro avviso, avrebbe avuto senso riportare in un album del 2021. Nel frattempo però la voce ha iniziato a spargersi, almeno nell’ambiente, e sono iniziate ad arrivarci le prime proposte. Abbiamo scoperto fan che non avremo mai sospettato, Guè Pequeno e Marracash, ok, ma anche artisti come ElisaCoez, che pensavo stessero ai nostri antipodi musicali. Da lì in poi tutto è stato più facile, ogni autore si è praticamente autoproposto per interpretare la sua canzone preferita. Scoprire di piacere a nomi così diversi, sapere di aver rivestito un ruolo importante nel loro percorso è un grande attestato di stima artistica.

Avete descritto Mastroianni, il primo singolo che ha anticipato l’album, come un brano classico senza intenzioni di rottura, un’idea che amplierei anche al resto del lavoro.

Tormento: Hai detto bene, è un disco in cui l’idea di ricongiunzione prevale su tutto, sia a livello ideologico che musicale. Anche il titolo non è stato scelto a caso: Originali nel senso che siamo i fondatori, la prima manifestazione di un certo stile di hip-hop in Italia, ma anche Originali perché diversi, almeno nel 2021, pur proponendo della musica dalle sonorità anni '90. Originali vuole essere un punto d’incontro tra le vecchie e le nuove generazioni. Magari non nuovissime, io sono un grande fan di Sfera, Ghali, thasupreme, ma sarebbe stato un passo troppo lungo. I featuring che abbiamo scelto, oltre che per le questioni umane, ci sono sembrate le scelte stilisticamente più naturali.

In fonda la rottura l’avevate fatta 20 anni fa. La rottura, nel 2021, è fare le cose per bene?

Big Fish: Bravo. Essere di rottura, oggi, vuol dire essere musicisti. La corrente ideologica che sostiene la musica sia solamente l’ultimo degli aspetti di un artista, il corollario di un personaggio che deve innanzitutto generare attenzioni, sta prendendo sempre più piede, specialmente tra i rapper. L’aspetto più importante della musica è impegnarsi per generare qualcosa di rilevante, un prodotto di cui si possa andare fieri, un discorso che vale ad ogni livello, mainstream o underground, e non solo per noi “vecchi”, ma anche per gli artisti che fanno la trap. Sfera, TeduaRkomi dominano le classifiche perché fanno ottima musica e sicuramente sono i migliori nel loro genere.

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A parte Coco, presente nel vostro album, e Tiziano Ferro, che com’è noto avevate già scoperto negli anni 90, forse oggi è la prima volta che si può parlare di una scena urban\r’n’b in Italia. Vi piace?

Tormento: A me piace un sacco. Ed era ora, se mi posso permettere, ai nostri tempi ci avrebbe semplificato la vita. Ghemon l’ho portato in giro in uno dei suoi primi tour, ha un po’ ripetuto la storia di Tiziano, e se dovessi farti un nome, direi Davide Shorty. Davide non ha solamente portato il rap a un altro livello, è anche un ottimo cantante, è accompagnato da musicisti jazz e funk fortissimi, tratta temi non banali. È più bravo del sottoscritto, è la mia rivisitazione 2.0. Scoprire gente che ci ascoltava ed è riuscita a “portare questa roba uno step più in là” è un ottimo esercizio per migliorarsi e rimanere sempre calati nel presente.

Solo a me, nella sua versione nuova, Solo lei ha quel che voglio sembra molto più romantica? Forse è semplicemente più matura.

Tormento: In fondo è sempre stata una canzone d’amore. Una canzone d’amore dedicata alla ragazza di qualcun altro. Per questo mi è sempre risultata un po’ spocchiosa. In questa nuova veste, pur suonando stilisticamente più fresca, più giovane, paradossalmente, ha veramente acquisito maturità. Un po’ perché siamo cresciuti noi, un po’ per il contributo fondamentale di Tiziano, Marra e Gué. Tratta sempre lo stesso argomento, un amore extraconiugale, ma ha veramente perso la componente ludica per mantenere quella più romantica e sensibile.

L’amore come tema leggero è sempre stato un paradosso del rap italiano. Anche lo sdoganamento dei sentimenti nell’hip-hop è un po’ merito vostro?

Big Fish: C’è da dire che, più che argomenti leggeri, noi trattavamo temi che gli altri non trattavano, e oggi, ad esempio, il tema del “divertimento” nel rap italiano è totalmente sdoganato. Quando un artista rap parlava d’amore doveva sempre recitare la parte del “duro”, non ci si poteva dimostrare sfigati nella scena rap del tempo. Tormento invece riusciva a essere fico anche quando parlava di una ragazza che lo aveva scaricato, e lo faceva con parole così stilose e dirette che ogni persona ci si poteva rivedere. Non è che la nostra musica fosse pop, era normale la gente s’immedesimasse nei nostri testi.

Massimiliano Cellamaro e Massimiliano Dagani, alias Tormento e Big Fish
Massimiliano Cellamaro e Massimiliano Dagani, alias Tormento e Big Fish

Come vi è venuto in mente di aggiungere una strofa di Primo a un vostro pezzo cult come Cronici?

Big Fish: Penso fosse semplicemente doveroso. In un ambiente che, purtroppo, ai suoi tempi, non era così aperto per apprezzare la gente così brava, è un omaggio a un amico, a un fratello ma anche a uno dei migliori rapper mai esistiti nello Stivale.

Tormento: Quando Fish mi ha proposto di rifare Cronici ho subito detto di sì. L’avevo già reinterpretata proprio in un mixtape di Primo, ma oggi ha tutt’altro significato. Dovevamo sfruttare quella strofa che, seppur datata, suona ancora potentissima. I versi di Primo rimarranno sempre immortali.

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L'articolo Il senso dei Sottotono per i millennial di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2021-06-01 18:00:00

Tag: album

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