New Vague 15

New Vague 15

Lef

2015 - Rock, New-Wave, Dark

Descrizione

Etichetta: O’Disc / Audioglobe
Release date: 24 marzo 2015
Sul web: lefmusic.it -
facebook.com/lefdoppelganger
“New Vague 15” è il terzo disco in studio del sestetto italo-inglese Lef, in
uscita il 24 marzo 2015 per O’Disc/Audioglobe e che segue di due anni il
precedente “Doppelganger”. Nove brani più una ghost track che a livello sonoro
proseguono il percorso iniziato con il precedente lavoro, affondando le proprie
radici nella new wave e contaminandola con l’elettronica, il post punk e le
sonorità degli anni ’10. A differenza del precedente “Doppelganger” però, in
cui era stato il cinema espressionista tedesco ad esercitare un forte influsso
sulla stesura dei testi, in “New Vague 15” sono la “nouvelle vague” e la
cinematografia italiana anni ‘50 e ’60, unite all’esplorazione del tema
dell’amore nelle sue diverse manifestazioni, le fonti di ispirazione primaria per
i Lef, a partire dall’utilizzo del bianco e nero in copertina e dal titolo che gioca sulle parole “new wave” e “nouvelle vague”.
Si parte con Escape from the City, che rappresenta concettualmente il cordone ombelicale con il precedente lavoro,
introdotto dal monologo di Peter Lorre tratto da “M” di Fritz Lang. Con 4 Volte Cento si affronta l’amore per la libertà e la
forza di comprensione citando “I 400 colpi” di Francois Truffaut, mentre I can’t save the world without you sposa una
melodia diretta ed efficace all’amore per la sperimentazione e la creazione testuale, indagando il “cut up” di Burroghsiana
memoria. New Vague 15, title track del disco, è una dichiarazione d’intenti in cui i Lef attraverso una voce narrante (uno
degli elementi tipici della loro discografia) raccontano l’amore per le pellicole in bianco e nero, che producono sentimenti di
nostalgia per tempi mai vissuti. In 21 grammi si parla dell’amore in grado di completare l’essere umano, mentre Love is a
weapon of mass destruction affronta la possibilità che quest’ultimo possa implodere, causando una reazione a catena di
dimensioni catastrofiche. All’ultimo respiro esalta l’amore per l’arte e per la sua capacità di frantumare il “senso comune”,
tornando a citare una pellicola simbolo della nouvelle vague: “Fino all’Ultimo Respiro” di Jean-Luc Godart (1960). In
Sessantanove il protagonista è l’amore per le idee e le passioni politiche, mentre nella conclusiva Lineamenti di Ghiaccio
l’amore è in grado di determinare una sofferenza da paralisi emozionale, fino ad arrivare alla ghost track 11.11 e al suo
racconto di un amore immaginato.
“Tra le novità di questo nuovo lavoro c’è sicuramente il cambio di etichetta. Infatti abbiamo deciso di interrompere i rapporti con la Toast Records e firmare con la neonata O’disc, il cui staff ci ha convinto grazie al proprio entusiasmo e voglia di fare. Crediamo che questo disco rappresenti la naturale evoluzione di “Doppelganger”, sia musicalmente che a livello di testi. Il sound è diventato più grintoso e ha aggiunto alla new wave elementi post punk alla Television, mentre l’approccio compositivo questa volta è stato più spontaneo e meno mentale. I testi sono delle istantanee in bianco e nero ispirate, appunto, ai vecchi film in bianco e nero degli anni 50 e 60 e alla Nouvelle Vague francese dei vari Truffaut e Godart. Il tema centrale del disco questa volta, anche se non si può parlare di un vero e proprio concept, è l’amore nelle sue diverse forme e sostanze, l’amore come aspetto fondamentale dell’esistenza umana. Infine, visto che tre di noi sono per metà inglesi da parte di madre, abbiamo deciso di dedicare parte delle composizioni alla nostra lingua “madre”. Alcuni
brani quindi sono completamente in inglese.”

Credits

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