Nowhere Blues

Nowhere Blues

King of the Opera

2019 - Psichedelia, Folk, Elettronica

Descrizione

“Nowhere Blues” è il titolo del nuovo album di King of The Opera, il progetto musicale del chitarrista, cantante, songwriter toscano Alberto Mariotti.

Le nuove canzoni che finalmente trovano luce, rompono il lungo silenzio in studio dell’artista, se si pensa che dopo il debutto “Nothing Outstanding” che segnava il passaggio artistico dal progetto Samuel Katarro a quello King of The Opera nel 2012, erano seguiti solo un EP nel 2014 ed un album di cover nel 2016.

“Nowhere Blues” riprende il filo del discorso, dove era stato lasciato. Il titolo è un tributo agli amati bluesmen afro-americani del primo dopoguerra, che intitolavano i loro blues col nome della città che li aveva ispirati o dove li avevano scritti.
In questo “Nowhere”, però, non si trovano città, ricordi, sentimenti limpidi, ma solo le impronte di un viaggiatore perso sul suolo lunare. In un certo senso “Nowhere Blues” è un album costruito su vuoti incolmabili (“Find Me”), ritmi remoti (“I’m in Love”), spazi stellari (“Nowhere Blues”). Quasi come quei bluesmen fossero proiettati verso una galassia lontana, unici testimoni di un mondo così arido, statico, etereo, che ci costringe ad un viaggio ininterrotto solo per riscoprire il nostro “luogo dei sogni”, un posto che non esiste se non dentro tutti noi, perché noi stessi l’abbiamo creato.
King of the Opera torna a circondarsi di una vera e propria band di nuova formazione. Ad affiancare Mariotti ci saranno infatti Andrea Carboni (tastiere, programmazione, voce) e Elia Ciuffini (batteria, percussioni).

Le 7 canzoni (o meglio flussi di canzoni) di Nowhere Blues ripropongono il personale songwriting psichedelico di Alberto Mariotti in un formato decisamente più elettronico e quasi totalmente inedito per il musicista toscano. Lo spettro stilistico oscilla infatti dal blues-rock allucinato della title-track al synth-pop decostruito di Monsters in the Heart, fino alla “quasi techno” The Final Scene.

Nowhere Blues è stato registrato quasi completamente in casa e quasi tutte le parti sono state suonate da Alberto (eccetto dove indicato nei credits qui sotto). La traccia finale Places vede la collaborazione della band fiorentina /Handlogic, co-arrangiatori del brano.



“L’idea che mi ha portato a scrivere le canzoni di Nowhere Blues nasce da una mia piccola curiosità: cosa succederebbe oggi, dopo 10 anni, se provassi a comporre qualcosa di simile alle prime cose di Samuel Katarro? Cosa succederebbe se tentassi di imitare la scrittura e le atmosfere del mio primo disco Beach Party? Cosa accadrebbe nella mia testa se tornassi anche solo per un attimo a far vista a quei luoghi?

Quei luoghi non esistono più, nemmeno dentro di me. Si sono trasformati e hanno perso la loro forma originaria, hanno assunto confini indistinti e impalpabili come se qualcuno o qualcosa li avesse definitivamente cancellati dalle mappe geografiche.
Il nuovo approdo è un mondo senza nome, un non luogo, un “nowhere” appunto, tutto da esplorare e definire. Così ho indossato la tuta da astronauta e sono partito per vedere cosa c’era. Era arrivato il momento di iniziare a raccontare le cose da una prospettiva completamente diversa e per me ancora sconosciuta.

Sebbene avessi scritto la maggioranza dei pezzi qualche anno prima, ho colto l’occasione per slegarli da una concezione chitarrocentrica e spingerli al di là della forma canzone classica, utilizzando nuove soluzioni negli arrangiamenti e nelle strutture direttamente in fase di registrazione. Per questo ho evitato di lavorare in uno studio, preferendo una dimensione casalinga (nello specifico la cameretta di un mio amico ribattezzata La Villa Strangiato in omaggio ai suoi beniamini Rush) che mi permettesse di sperimentare e sbagliare tutte le volte che avessi avuto bisogno di farlo.

I 5 mesi che ho impiegato per portare a termine Nowhere Blues li ho trascorsi giocando con la musica a 360 gradi, cercando di convertire in risorse tutti i limiti e gli imprevisti che una registrazione “fatta in casa” comporta. L’uso di sequencer, campioni e tutto ciò di elettronico che c’è dentro questi 7 pezzi è la diretta conseguenza del contesto in cui ho scelto di lavorare, in cui ho dovuto rinunciare alla batteria acustica e altre mille cose di cui sono stato costretto a fare a meno. Per fortuna.

Credo che questo abbia dato un’identità e un’organicità precisa alle canzoni, ogni brano ha un suo elemento di ripetitività che lo caratterizza ma che allo stesso tempo lo accomuna agli altri, il riff di chitarra in Monsters in the Heart, il campione vocale in I’m in Love, il tema di synth in Nowhere Blues e così via.

Il testo di Places, che vede la collaborazione degli ⁄Handlogic, è quello che meglio incarna lo spirito dell’intero lavoro e quel senso di meraviglioso disorientamento, non solo musicale, che è la principale fonte di ispirazione di Nowhere Blues

My place is the one I can’t hold on to, wherever I am“

Alberto Mariotti – King of the Opera

Credits

Alberto Mariotti: voce, cori, chitarra elettrica, chitarra acustica, banjo, tastiere, sintetizzatori, midi sequencer, samples
Alessio Gorgeri: basso elettrico midi sequencer, samples
Elia Ciuffini: Midi drum sequencer su “Monsters in the Heart”, “I’m in Love”, “Never Seen an Angel” e “The Final Scene”, risate su “Never Seen an Angel”
Fabrizio Marchetti: Fender Rhodes e Hammond B-3 Organ su “Never Seen an Angel”
Stefano Orzes: Congas su “The Final Scene”
⁄handlogic: arrangiamento e produzione su “Places”
Registrato da Alessio Gorgeri a La Villa Strangiato
Tutte le tracce vocali registrate da Alessio Pangos al Sonic Studio
Chitarre elettriche su “Monsters in the Heart” e “Find Me” registrate da Alessandro Sportelli (Ale Sportelli Recording Studio)
Fender Rhodes e B-3 Hammond Organ su “Never Seen an Angel” registrato a SPM da Fabrizio Marchetti
Congas su “The Final Scene” registrate al Vacuum Studio da Bruno Germano
Post-produzione, mix and mastering: PATCHANY Studio (Firenze)
Prodotto da Alberto Mariotti e Alessio Gorgeri

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