Angeli e Ribelli (2005)

Angeli e Ribelli (2005)

Alberto Cantone

2005 - Cantautoriale, Folk, Acustico

Descrizione

Già vincitore del premio Ciampi quale co-autore del brano “6 Marzo” dei Marmaja, Alberto Cantone, ha una lunga esperienza alle spalle che lo ha portato a comporre numerose canzoni dal 1982 in poi. Sempre diviso tra impegno politico e concerti, il cantautore trevigiano ama definirsi zingaro della canzone d’autore in quanto più incline alla dimensione live rispetto a quella in studio. È questo forse il motivo che il suo esordio arriva solo adesso, nonostante circa duecento canzoni alle spalle e un’infinità di concerti. E’ bello dunque definire “Angeli e Ribelli”, questo il titolo del disco, non un semplice album di debutto ma come una sorta di diario di viaggio in cui Cantone ha cristallizzato la carica emotiva dei suoi concerti. Al suo fianco ci sono gli amici di sempre ovvero Sandro Gentile e Gianantonio Rossi (che dividono anche la copertina con Cantone), e ospiti come Leo Miglioranza, i Marmaja e i Manodopera. Ciò che quasi sorprende al primo ascolto è la sua impressionante somiglianza vocale con Fabrizio De Andrè, una cosa voluta, studiata, ma mai fastidiosa. Prese le misure con questo “ingombrante” particolare, arrivano le canzoni. Si va dalla canzone di protesta di “Siete venuti a cercare” (una condanna senza mezzi termini della guerra in Iraq) agli spaccati poetici di “Con un nickel”, ispirata a Dos Passos, fino a ricollegarsi con la tradizione popolare con “Rosellina” e “Riva dell’Amor mio” per poi ritornare alle origini con un brano in pieno stile deandreiano, “Il Dottore del bar del porto”. Quest’ultima, insieme a “Marlene” (dedicata a Marlene Dietrich), sono senza dubbio i brani meglio riusciti del disco in quanto influenze musicali e originalità trovano un equilibrio quasi perfetto. Imperdibili sono inoltre le canzoni a sfondo satirico-umoristico come “Sempre Centomila” e “Il Pornoattore”, quest’ultima in versione dal vivo con tanto di esilarante intro parlata in cui Cantone spiega il vero intento del brano, ovvero una critica senza mezzi termini del mondo del lavoro.
Salvatore Esposito (da "Folk Bullettin")

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