Hail to the frail

Hail to the frail

Lameba

2020 - Sperimentale, Elettronica, Ambient

Descrizione

"Hail to the frail" nasce dalle paure, dalle incertezze e dalle inquietudini generate dal tragico periodo che tutti stiamo vivendo. Ma non vuole affatto rientrare nell'effimero (e per certi versi ridicolo) ambito degli "album nati dal lockdown" che in troppi si sono affannati ad affollare pur di sperare di ricevere un minimo di considerazione. Vuole invece essere un resoconto sonoro di un concetto tangibile – quello della fragilità (ora più che mai) – se preso per il verso giusto e inteso per quello che realmente è: una forza, non una mancanza; la dignità della stanchezza di doversi confrontare con sedicenti eroi ogni giorno che passa su questa Terra, quando i veri eroi sono altri e di certo non lo declamano ai quattro venti; un inverno consolante, al riparo dal finto calore di riferimenti mai consolidati; il diritto di fermarsi mentre tutto invoca velocità e abilità performative; il dovere di percorrere vie giudicate parallele dall'eccessivo potere usurpato all'esistenza terrena dai "maestri" del vivere contemporaneo.

La fragilità non è una debolezza. La fragilità è una virtù. Essere fragili non vuol dire soccombere per mancanza di coraggio e non vuol dire dimostrare inadempienza dinanzi a un impavido vivere collettivo. Essere fragili significa sprigionare il potenziale dei propri limiti per cesellare un'identità veritiera, reale, concreta. Ciò che è è ciò che è. Non appare. Perciò ode al fragile, perché un mondo in cui l'essere risiede in regolarità precostituite è un mondo sterile, privo di quella varietà emotiva necessaria a cogliere l'ultima grande occasione per rendersi utili al paesaggio umano. Il tutto è solo un insieme di frammenti diversi tra loro.

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