Descrizione

1981
“Catania mi chiamava da diverso tempo, il vulcano, l’odore di zagara e gelsomino, il fermento musicale, il barocco con gli oscuri palazzi, l’odore della carne alle fiamme nei quartieri popolari.
Decisi di andarci a vivere verso la fine del 2013, contemporaneamente all’uscita de “La Mattanza dei Diavoli”. Fra le date del tour e il vivere quotidiano trovai un lavoro di ripiego e decisi di spostarmi in città a piedi per calpestare e riconoscere le strade, incrociare gli sguardi, travolto dal folclore, dalle ‘vuciate’ della pescheria e della fiera in pieno centro.
Catania mi ha dato le storie, i racconti, le vite in fila alla sorte, le emozioni di uno spettacolo teatrale e i sorrisi al Teatro Coppola, un tavolo preferito al bar dove masticavo storie che subito dopo scagliavo sul taccuino.
Catania mi ha donato mio figlio, l’amore più forte che potessi sentire nel sangue e nello stomaco. Un viaggio nel passato a riscoprire le sensazioni di quel che ho vissuto all’età di 6 anni; analisi, ricordi, momenti fotografati e messi in canzoni che vi consegno anche questa volta.
1981, una data, crocevia di due vite dove il tempo è annullato, il figlio si fa padre e il padre rivive il figlio”.
Nazarin

Più che la registrazione di un album, una bellissima avventura umana e artistica nata tra Catania e Milano, germogliata dall’incontro con il produttore Paz De Fina, con un team di amici e musicisti felici di esserci ed emozionarsi insieme, in un momento storico difficilmente dimenticabile. E così tra l’eco di uno strumento iraniano, il pianto felice di una steel guitar, la voce inconfondibile di “Giò” Giovanardi, l’urlo liberatorio del sax di Roberto Romano, nasce dopo sette anni dal predecessore – una infinità – il nuovo disco di Nazarin.
Dieci canzoni in cui la vena intimistica di Nazarin, la voglia di esprimere musica per troppo tempo tenuta dentro, si combina con l’apporto multipolare degli artisti coinvolti; una vera esplosione creativa favorita dall’incontro/scontro tra amici di sempre e nuove collaborazioni nate in studio. Suoni, rumori e ritmiche che a tratti ci riportano indietro negli anni per poi catapultarci nell’oggi di altrove.
Parole cresciute col figlio, tra una ninna nanna e un viaggio nelle campagne sicule, note mutuate da lustri di ascolti, voci di popolo e amore per i Grandi Maestri omaggiati con rispetto e ammirazione; un album controverso come i nostri “strani giorni”. Tanta roba.

Credits

Parole e Musica: Salvo “Nazarin” Ladduca

Hanno suonato:

Salvo “Nazarin” Ladduca: Voce; chitarra ac; chitarra el.
Marcello Caudullo: Chitarra el.
Paz De Fina: Programmazioni; chitarra el; cori.
Mauro Ermanno Giovanardi (voce e cori)
Pierpaolo Latina: Pianoforte; tastiere.
Michele Musarra: Basso; tastiere; theremin.
Max Pontrelli: Pedal steel guitar.
Roberto Romano: Sax; flauto; cori.
Enzo Ruggiero: Basso
Rana Shieh: Kamancheh
Enzo Velotto: Batteria; percussioni.
Mauro Ermanno Giovanardi: voce e cori in “Artaud al Macello”.
Edizioni: Viceversa Records

Produzione artistica: Paz De Fina & The Brotherhood (Paz De Fina, Michele Musarra, Enzo Velotto) tranne “Aspettando L’Alba” (Michele Musarra)
Ingegnere del suono: Michele Musarra
Registrato a Catania presso Phantasma Recording Studio
Masterizzato da Andrea “Bernie” De Bernardi presso Eleven Mastering
Progetto grafico: Laura D’Agate (Uta Dag)
2021 copyright Viceversa Records

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