Beniamino Noia S/t 2008 - Alternativo

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Beniamino Noia è in realtà Paolo Tizianel, una delle figure centrali della musica padovana degli ultimi dodici anni, anche se non ancora emerso come punta di diamante. Mentre negli anni 90 impazzavano grunge e metal, Tizianel con i suoi Infinity Within (una band che avrebbe meritato molto) si ispirava al folk rock iperdepresso dei Red House Painters; nei primi anni di questo decennio, ha dato vita al progetto Descanto, in cui influenze reggae e dub si univano a quelle della canzone d'autore di Ivano Fossati; e si è unito in qualità di bassista ai (br)itpoppers Diva, altra band che molto meriterebbe e naviga nell'anonimato. L'anno scorso Tizianel intraprende il progetto solista Beniamino Noia, in cui mette a frutto un po' tutti i suoi ascolti e le sue esperienze, dando vita a un gradevole milieu fatto di dub, rilassatezza malinconica, uso della chitarra minimale, emozionale, intimistico, basi elettroniche che da necessità diventano vera virtù e in qualche sprazzo rivelano l'ascolto dei Nine Inch Nails più morbidi. Ma tante sono le spezie che convergono in questo lavoro: "Silence" ha un arpeggio che ricorda le migliori cose del David Crosby solista di "If I Could Only Remember My Name"; in "Rugiada" la voce si muove su coordinate tra Moltheni e Fossati, mentre in "Malavanità" il modello pare essere Max Gazzé, e altrove un Tom Waits insolitamente pacato. Tra tutti i brani, il migliore è forse "Little Ray", così americano, raccolto e dolente. Un disco e un progetto non originalissimi, ma sicuramente gradevoli, d'atmosfera e in grado di regalare emozioni. Queste canzoni potrebbero trovarsi inaspettatamente a girar spesso sul vostro lettore mp3.

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-30 00:00:00

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