Ka Mate Ka Ora Thicks as the summers stars 2009 -

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Mai nome fu meno azzeccato di quello che questa band ha scelto come ragione sociale. Per chi non lo sapesse "Ka mate ka mate ka ora ka ora" sono le prime parole della celeberrima Haka, la danza rituale maori che gli All Blacks, mitica nazionale neozelandese di rugby, rivolge minacciosa e terrificante agli avversari. Una roba dalla potenza emotiva e fisica difficilmente immaginabile ed eguagliabile, insomma una roba che punta a far rimpiangere all'avversario il fatto di trovarsi dall'altra parte del campo.

Bene, anzi male: qui non c'è niente di tutto ciò, zero impatto, zero potenza, nessuna minaccia, nessun guizzo, niente che possa minimamente avere a che fare con quel nome. Spiace dirlo, ma i ragazzi qui andrebbero citati per appropriazione indebita, nonchè, cosa ancor più grave, per istigazione al suicidio.

Spiego brevemente la mia esperienza con il loro cd, cercando di non essere sarcastico, né gratuito. Trovandomi a dover percorrere in auto un tragitto di una mezz'ora e siccome sono un ligio collaboratore di Rockit (in redazione si staranno sbellicando), penso bene di infilare il cd e "studiarmelo" per poi scriverne: ebbene, prima traccia, strumentale, mi ricorda episodi di doom metal misti a blues destrutturato, misto a post-rock, di quello noioso forte, penso a una intro e proseguo, hai visto mai. Seconda traccia: stessi identici suoni, medesime atmosfere cui si aggiunge la voce di Samuel Katarro salmodiante, il paesaggio scorre assolato e sembra chiedermi perchè cavolo non ascolto qualcosa di più adatto alla primavera che sta esplodendo. Proseguo. Non cambia nulla, Katarro continua a salmodiare, le chitarre ad arpeggiare tre note piatte come un laghetto autunnale con tanto di foglie morte. Insomma, avanti così fino all'ultima traccia e alla fine del mio viaggetto. Depressione a mille. Mi spiace ma non sono in grado di dare un'altra possibilità a questo disco. Per salvarmi l'umore, più che altro. Passo a chi mastica abitualmente questo genere. Solo, per favore, restituite quel nome: siete decisamente fuori strada.

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La recensione Thicks as the summers stars di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-06-12 00:00:00

COMMENTI (7)

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  • janedoe 15 anni fa Rispondi

    Il mio era solo un piccolo consiglio, nessuna costrizione di alcun genere, tranquillo, tutto qua. E' un argomento su cui mi scontro ormai troppe volte soprattutto con quelli che fanno il mio stesso mestiere. Inoltre, lungi dal voler passare da avvocato difensore della band, la quale saprà sicuramente risponderti meglio di me sulla loro musica.
    Ciao.

    jay.

  • nicko 15 anni fa Rispondi

    vittima del grunge adolescenziale? interessante punto di vista, forse dovresti leggere meglio le altre recensioni. E' innegabile che si tratti di una situazione musicale a me cara, ma non è certo l'unica e anzi, non c'è niente di peggio del grunge slavato che si sente spesso in giro oggigionro. (a titolo d'esempio, ho appena recensito con grande gioia gli underdog, un meraviglioso esempio di jazz, avanguardia e sperimentazione... niente a che vedere col grunge).
    Per quanto riguarda i ka mate ka ora ritengo di averli ascoltati quanto basta per capire che non ho nessuna voglia di tornarci su e se c'è un lato profondo da scoprire lo lascio volentieri ad altri, tutto qua. questo è il mio punto di vista e lo rivendico con decisione, non sei/siete d'accordo? non vedo il problema, la mia recensione non è legge, è un punto di vista che chiunque può prendere come meglio crede.
    Quanto al tuo consiglio, non ti preoccupare: mi sforzo di capire ciò che ritengo valga la pena di essere capito, non è presunzione, è necessità di scegliere e scelgo (per ora) di non approfondire oltre la musica di questo gruppo, vedremo in futuro, nessuno può escludere ribaltamenti di fronte: chissà che tra qualche tempo non sia qui a darti/vi ragione e ad ammettere di aver cambiato idea, ma non ora. Ora è così e stop.
    Ciao.

  • janedoe 15 anni fa Rispondi

    Credo che il disco dei ka mate ka ora (tra l'altro mi ci sono imbattuto per sbaglio) non sia per tutti, certe cose non tutti arrivano a capirle e comprendere, e tu molto probabilmente non ci arrivi. Ormai l'ascoltare ed il "sentire" è una cosa di pochi, e la situazione attuale che stiamo vivendo ce lo dimostra sbattendocelo sotto il naso tutti i santi giorni. La cosa che mi rattrista è sapere anche che le recensioni vengono fatte a volte (come in questo caso) ascoltando di sfuggita una volta sola il disco; Disco che secondo me ha bisogno di piu ascolti più attenti per essere compreso. So che ormai non siamo più abituati ad approfondire le cose, a cercare il lato più profondo...Questo mio discorso va al di là dei gusti musicali ovviamente! (leggendo altre tue recensioni si capisce il motivo, sei vittima ancora del grunge adolescenziale) Il mio è un consiglio sul come approcciarsi alle cose che uno fa, ad impegnarsi un pochino di più su tutto. Alla fine si vive una volta sola e dunque abbiamo il dovere di sforzarci a capire...

    jay.

  • hias 15 anni fa Rispondi

    Vabbè, anche il mio insistere sulla questione "primavera" voleva essere "sopra le righe", o sarcastico, se vuoi. Quello che mi premeva sottolineare, al di là di tutto, è come forse fosse necessaria una situazione differente per ascoltare questo lavoro, tutto qua. Ovviamente, e qui concordo con te, il genere non può piacere a tutti, magari in un "contorno" differente poteva dirti qualcosa di più.
    Ciao,
    Demetrio

  • nicko 15 anni fa Rispondi

    "Mi spiace ma non sono in grado di dare un'altra possibilità a questo disco. Per salvarmi l'umore, più che altro. Passo a chi mastica abitualmente questo genere."

    tutto qua.
    disco di una pesantezza inimmaginabile (secondo me) e dunque (sempre secondo me) inascoltabile.
    la frase sulla primavera era volutamente sopra le righe, mi spiace non si sia capito.




  • hias 15 anni fa Rispondi

    "il paesaggio scorre assolato e sembra chiedermi perchè cavolo non ascolto qualcosa di più adatto alla primavera che sta esplodendo"

    Quindi, se ho ben capito, il recensore non apprezza l'album in quanto inadatto alla primavera: suggerisco di prendere in considerazione l'ipotesi di cambiare hobby. Comunque io il disco l'ho sentito, e in effetti non è musica che può piacere a tutti: anzi, per fortuna. E' un genere particolare, e io credo che sia anche un lavoro estremamente personale, che attinge a numerose fonti rielaborandole in una chiave tutta nuova e "propria". Non credo, personalmente, che sia musica carente di "potenza emotiva": semmai è vero il contrario. Probabilmente, ma questo è solo un consiglio, non andrebbe ascoltata distrattamente in auto durante "un tragitto di una mezz'ora"... Qui chiudo perchè certamente i Ka Mate Ka Ora non hanno bisogno di farsi difendere da me.
    Alla prossima,
    Demetrio

  • magnificaossessione 15 anni fa Rispondi

    a me non dispiaciono cosi tanto, sentendo qualche pezzo dal myspace, piaciono a chi piaciono Slowdive, Ride, Telescopes, Low, Idaho e campagnia bella..