Cut Will u die 4 me? 2001 - Rock'n'roll, Punk, Noise

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I bolognesi Cut giungono al secondo disco tre anni dopo l’eccellente esordio intitolato “Operation Manitoba, e riescono nell’impresa di bissare ciò che di buono avevano fatto col primo lavoro. Tra l’altro questo “Will u die 4 me?” li vede ridotti da quintetto a quartetto, perciò con una chitarra in meno ed un nuovo, potentissimo, batterista - pur se colui che ha registrato il cd non li seguirà dal vivo. Dicevamo della riduzione d’organico, ma se il famoso detto che “più è meno” è sempre valido, i Cut lo confermano in pieno. Chitarre ruvide e abrasive, ritmiche da togliere il fiato e testi in linea con l’attitudine selvaggia del gruppo, sono i 3 elementi fondamentali che risaltano per primi ad un veloce ascolto. Già l’iniziale “The doc’s blessing”, con Ferruccio che sembra James Brown nel film “The Blues Brothers” (!!!), è un chiaro proclama d’intenti: di lì a mezz’ora verrete letteralmente sommersi da un’onda di rock ‘n’ roll, che pian piano raccoglie le sfumature più svariate, in cui le due 6 corde sembrano macchine sferraglianti alimentate da chissà quale carburante. Mezz’ora in cui vi sembrerà di essere in apnea, a chissà quanti metri dalla luce del sole, dove la band vi farà prendere qualche boccata d’ossigeno (si fa per dire!) solo col singolo “Sugar babe” e la successiva “Superbad”.

Tutto il resto è pura violenza sonora, adrenalina che scorre a fiumi: la title-track, “Go”, “Too much style”, “Big lover”, “Out in the street”, sono solo alcune delle 12 stilettate raccolte in questo lavoro. E la mano del produttore Juan Luis Carrera si sente: ogni singolo passaggio è essenziale, nulla si spreca e tutto suona quindi al meglio, a dimostrazione che si può tranquillamente competere con blasonati nomi al di fuori dei patri confini.

Conviene quindi godere per intero il cd, senza improbabili pause che rovinerebbero il piacere dell’ascolto. Sempre che il verso della vostra preghiera, al momento del risveglio e prima della nanna, sia il solito “it’s only rock ‘n’ roll, but i like it!”. Fosse altrimenti, correte a confessarvi: avete già commesso peccato!

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La recensione Will u die 4 me? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-02-20 00:00:00

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