Elettrodust Elettrodust 2001 - Rock, Pop, Elettronica

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Et voilà, sulla scorta della moda dilagante, l'ennesima proposta elettro/dance anni '80.

Ma attenzione: ridurre il lavoro degli Elettrodust ad un'operazione di puro revival, un mero pizzico di Subsonica ed una buona dose di Bluvertigo vorrebbe dire non rendere onore al quintetto di Ascoli Piceno, capitanato dal lucido Dario Dust.

Lucido, come il domopack che avvolge la persona-manichino di copertina, come la plastica di un'elettronica molto wave che non disdegna però un lato umano (testi in prima persona, stra-ispirati da certa letteratura beat e cyberpunk (?), come non disdegnano di dichiarare). E se la voce di Dario Dust nella bella opener "Disconnesso" può ricordare la banda di Max Casacci, è pur vero che manca la componente "ragga", mentre la successiva "Blade walker" soffre la presenza del Vocoder, che (vacca d'una miserialadra) è purtroppo diventato un marchio di fabbrica degli Eiffel 65, e di una costruzione che rimanda, ancora, ai Subsonica.

Altra considerazione, che certo non mancherà di far incazzare i nostri, è probabilmente la doverosa menzione dell'altro grande nume tutelare del gruppo: i Bluvertigo appunto, come ben evidenzia "Lakrime". Ma, dove altri gruppi si limitano ad una rilettura pedissequa (ed arrogantemente ritenuta originale) dei maestri (vedi gli Invitro), agli Elettrodust va riconosciuto che, per quanto derivative, le canzoni proposte sono dotate di un proprio appeal, specie sotto il punto di vista arrangiamenti-melodie. Immancabile la prescindibile ghost track, che riporta su sentieri più danzerecci riletti, ovviamente, in chiave (pesantemente) anni '80, ipotetico connubio incestuoso fra Morgan Castoldi ed Alberto Camerini.

Da un lato, quindi, la padronanza innegabile della materia e dell'armamentario tecnologico, che porta alla costruzione di canzoni esteticamente perfette e con valide melodie di sicura presa; dall'altro, la noia (meglio: il disappunto) per un costante odore di già-sentito, l'eccesso di tributo pagato ad altri artisti, che simili territori hanno già ampiamente ed ottimamente esplorato.

Gli amanti del genere troveranno buona elettro-polvere per i loro denti, nasi ed orecchie, io ne sono già sazio. Quasi stomacato.

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La recensione Elettrodust di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-05-14 00:00:00

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