Dufresne AM:PM 2010 - Hardcore

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Un urto che scuote i capannoni del nord est produttivo e l'immobilismo di una città come Vicenza, prosciugata dalla noia e deturpata dal cemento della nuova base militare americana che ormai svetta macabra sulla campagna violentata. I Dufresne fanno tremare la terra ancora una volta, questa volta giocando con le ombre del giorno e i bagliori della notte. Giunti al terzo disco l'influenza di Deftones e Refused lascia ormai spazio a una personalità ben scolpita che ormai è marchio di fabbrica.

Idealmente divisa in due parti - l'ascesa del sole e la sua parabola verso il tramonto che annuncia l'oscurità - la narrazione inizia nel buio della notte, quasi un risveglio di soprassalto da un incubo che assomiglia all'ordinaria realtà. L'inconscio è spezzato. Chitarra ruvidissima e sezione ritmica martellante si uniscono a un grido disperato che si muove tra sensi di colpa e voglia di andare avanti nonostante tutto il marcio che cola da ogni parte. La voce di Dominik non brilla soltanto negli episodi più melodici e riempie di intensità le considerazione esistenziali gridate nel microfono. Tastiere non proprio in primo piano, l'anima elettronica della band si manifesta nei suoni sintetici di due intermezzi che fanno tirare il fiato per un attimo: i sessanta secondi di "AM" potrebbero introdurre una mazzata drum'n'bass e invece arriva puntuale la scossa hardcore di "Omega". Passa in studio anche Andrew Neufeld dei Comeback Kid che spiega come non arrendersi in "While the city sleeps". L'atmosfera insegue il disco di fuoco nell'ascesa fino allo zenit per poi iniziare la sua parabola verso il tramonto. "L'ultimo sole" gronda rabbia come fosse sangue che bagna una ferita aperta da troppo tempo. Il cerchio si chiude a mezzanotte con un pezzo che sfiora un rock più tranquillo e meno forsennato, territorio ancora inesplorato per i vicentini ma percorso con stile senza cedere ad alcuna virata verso il mainstream.

La loro prova più compatta e immediata non è certo un ascolto che scivola via come acqua fresca in una giornata troppo calda. Piuttosto un bicchiere di whisky con ghiaccio per assaporare meglio la notte che si confonde con le prime luci dell'alba.

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La recensione AM:PM di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-01-28 00:00:00

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