Honeybird & the birdies Mixing berries 2010 -

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Cosa succede se l'attitudine indiefolk della California incontra la tradizione cantautorale romana e l'ironia tagliente tipicamente siciliana? Succede che tre tizi strani, che sembrano usciti dalla Melevisione, s'inventano un sound del tutto originale, unendo le bacche di svariati stili in un grande frullatore di idee: "Mixing Berries".

L'ironia, certo, spadroneggia in queste quindici tracce dal gusto esotico. L'umorismo e il dileggio, sono armi formidabili, che i tre birdies sfoderano con saggezza, a cominciare dal booklet fino all'uso degli strumenti più strampalati. Ma non c'è solo questo. L'acceso sperimentalismo e la voglia di portarsi oltre la soglia della semplice canzonetta non provocano mai difficoltà d'ascolto. Tutt'altro: da uno strato piuttosto spesso di abilità e tecnicismi, spuntano semplicità e gusto del tutto inaspettati. Non solo: a discapito dell'immagine con cui i tre si presentano, "Mixing Berries" non è fatto soltanto di colori chiari. In diversi punta, infatti, emerge un'attitudine più oscura, come per contrastare l'esplosione vitale di cui si nutrono molti brani. Uno stile eclettico, che permette di svincolarli da etichette di genere. E questo non è poco.

In un'ora di ascolto, gli Honeybird & The Birdies ci regalano un bel manuale di suoni dal mondo, addolciti per conquistare i nostri palati. Si spazia dalla bossa nova di "Pequeninho frango" al funky frizzante di "Sexy tour guide"; dal cabaret di colori di "La bete mouffette" alla Cina sottile ed intrigante di "Don't trust the butcher". E stiamo citando solo gli episodi più duri (se così si può dire): "Tommy" e "Charlas" sono, invece, piccole e delicate perle nascoste. Se poi all'eclettismo si aggiunge che i tre sono poliglotti, il frullato è bell'e pronto: inglese, francese, svedese, portoghese, spagnolo e persino dialetto siciliano sono solo alcune delle lingue che compongono le liriche dell'album.

Con un buon margine di miglioramento e appesi al rischio che questa flessibilità di suoni causi perdite di identità, per ora i birdies hanno trovato la formula magica per suonare a un livello veramente elevato. Vale la pena scoprirli.

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La recensione Mixing berries di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-16 00:00:00

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