Maria Lapi Ignote melodie 2010 - Pop

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"E mi spiego perché l'uomo scelga spesso l'immobilità, prevale la paura della quotidianità". "E vorrei ringraziarti perché mi hai voluta proteggere spingendomi lontana da te". "E scegli la tua via di fuga... ed ora inseguila... ed ora abbracciala". "Il tempo è inesorabilmente capace di filtrare dolori e gioie, senza chiedere il permesso ricopre con un velo ogni ricordo". Non sono citazioni condivise su facebook da mia cugina quindicenne tramite LinK pEr tuTTi i gUstI. Sono estratti dalle canzoncine di Maria Lapi. Eh sì, canzoncine, non si possono definire in altri modi. A parte le liriche ingenue (e anche abbastanza monotematiche: io sono io, sono complicata, prendimi così, che noia la gente noiosa...), l'album è davvero troppo leggero: cantautorato pop solare, con quella patina di jazz che fa subito raffinatezza, con la voce virtuosa e maliziosa. La Lapi potrebbe fare colpo a Sanremo, dove in mezzo all'orgia di neomelodici spiccherebbe con la sua grazia soffusa. Ma qui, nel mondo reale, l'aggettivo "carino" non è abbastanza per guadagnarsi il premio della critica.  

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La recensione Ignote melodie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-01-28 00:00:00

COMMENTI (51)

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  • pierluigipiucci 13 anni fa Rispondi

    Non sei ironico, vero?

    Rispondendo a giuve, invece dico semplicemente questo.
    Ho ripetuto, e non solo io, lo stesso concetto dodicimila volte e questo sembra non portare da nessuna parte.
    Se qualcuno, un critico nella fattispecie, sostiene che io nelle mie canzoni abbia trattato argomenti che non ho trattato, dimostra in maniera lampante di non aver ascoltato il disco. Non si può equivocare.

    Il resto è fuffa, ma veramente fuffa.



  • giuve 13 anni fa Rispondi

    Un sacco di artisti sono persone meravigliose, anzi forse la maggior parte, non è questo il punto. E che secondo me criticare i metodi usati da un recensore, additandolo per esempio di superficialità o di scarsa cultura musicale, è un gesto poco elegante e antipatico da parte di un artista e ancora di più di chi se ne sente mentore. Le recensioni negative capitano, anche quelle fuorvianti, ma le difese d'ufficio sono inutili e antipatiche. I lettori possono benissimo giudicare da soli, specie se contestualmente hanno modo di ascoltare la musica. E' normale invece che siano proprio i lettori a manifestare la propria disapprovazione qualora un recensore si comporti a loro avviso in modo scorretto. I fan di vasco rossi fanno sempre un sacco di chiasso, ma va bene così. Non è che arriva vasco o il suo produttore a insegnare il mestiere al recensore.

  • quid 13 anni fa Rispondi

    Il vero capolavoro è questa frase.

  • pierluigipiucci 13 anni fa Rispondi

    YEAH! :)

  • livere 13 anni fa Rispondi

    Io una volta ho conosciuto Robert Plant. Ed è una persona meravigliosa.

  • mlapi 13 anni fa Rispondi

    Giuve, non mi conosci e non puoi pertanto parlare di delusione.

    Io ho cercato in tutti i modi solo di far notare che si è parlato di temi che non esistono nel mio disco.
    Non si è mai risposto nulla a riguardo.
    ..se avessero scritto qualcosa di falso sul tuo lavoro non l'avresti fatto notare?

    il loro gusto invece è assolutamente intoccabile, lo rispetto. Non il loro modus operandi, approssimativo.



    mi arrendo, parliamo lingue diverse.

    con questo passo e chiudo.
    e torno alle mie canzoncine. :)

  • giuve 13 anni fa Rispondi

    Per un artista sarebbe più saggio limitarsi a parlare attraverso le sue opere, dove almeno mantiene quel pizzico di mistero che può consentirgli di passare per più grande di quello che è. Scoprire la persona dietro l'artista spesso è causa di grande delusione. Su questa cosa dovrebbero riflettere non solo gli artisti ma anche quelli che gli stanno intorno e li "aiutano".

  • faustiko 13 anni fa Rispondi

    Pensa che sono molto più mainstream e popular di quanto tu possa immaginare... :)

    Però ho il difetto di apprezzare le "cose" non scontate e non banali...

  • pierluigipiucci 13 anni fa Rispondi

    ... eh dai, the funker, non lo sai che ci vuole elasticità mentale?
    E poi in questo momento Faustiko non può rispondere, è con l'amico Von Trier ad una retrospettiva di Ken Loach.







    Sottotitolata in afghano.

  • thefunker 13 anni fa Rispondi

    Uh, ma che bella discussioncina che ha sollevato il lavoro della Lapi. E’ stato detto già molto, forse troppo, ma mi permetto di dire la mia.
    Io, il disco della suddetta, l’ho scaricato e ascoltato ben bene più volte. Questo, per avere un’idea REALE del disco ma poi, perché mi sono accorto che mi piaceva ascoltarlo.
    Devo dare ragione a Pierluigi quando dice che le critiche mosse dalla recensitrice o recensora, come preferite, non hanno granchè senso. Dai testi della Lapi non si evince mai (MAI) “io sono io, sono complicata, prendimi così, che noia la gente noiosa”. Neanche metaforicamente, neppure tra le righe.
    Il punto della critica alla recensione della Bognanni sta tutto qui. Sta SOLO qui. Ha recensito un disco, i testi delle canzoni, con parole che non corrispondono alla reltà. E sfido chiunque a provare il contrario.
    Gli altri recensori di Rockit si sono mossi in difesa della collega, non analizzando il CD e cecando di capire le varie critiche, ma si sono mossi in difesa della collega. Punto. Così non si fa, o meglio si fa spesso, ma non si dovrebbe fare. Noto che faustikò, che ha risposto un paio di volte con velate citazioni anti-berlusconiane” ( madrelingua - 110 e lode - conflitto d'interessi ) si comporta come il suo acerrimo nemico quando dice che ce l’hanno tutti con lui e le indagini su di lui sono paragonabili ai metodi della DDR. Scrivendo: “direi che mi basti la descrizione delle canzoni che c'é sul sito di Maria per sottoscrivere ogni singola parola di Letizia”, tutto quello che scrive perde di credibilità.

    Per quanto riguarda l’argomento 15enne, trovatemene una che scrive così e l’adotto come figlia. Anche a distanza.

    Venendo al disco, che dovrebbe essere l’unico oggetto di discussione, trovo che la scrittura non sia così infantile, l’ultimo aggettivo che mi ispira è : banale. ( vedi 15enne ). Non mi soffermo sulla voce dell’autrice, c’è poco da dire: brava, sia tecnicamente che espressivamente. Ma può non piacere, di questo bisogna prenderne atto. Non si può paragonare ( anzi, asserire che sia neanche all’altezza ) di una Turci degli esordi. E' un’altra cosa, e ancora una volta fuorviante, soprattutto musicalmente. Ecco, musicalmente: era da un po’ che non sentivo un disco dove la musica e i musicisti si esprimano con ( abbastanza ) libertà, soprattutto in un prodotto italiano che vorrebbe essere “pop” ma non lo è. ( giudicate voi se nel bene o nel male ) Forse l’unica critica che mi sentirei di fare, riguarda la poca o quasi assente ricerca nei suoni. Della serie: attacco il jack, accordo la batteria e vai che si suona! Ma questa cosa potrebbe anche essere una scelta pensata e, addirittura, una carta vincente, in anni dove contano più gli arrangiamenti modaioli che le canzoni stesse. E per arrangiamenti modaioli, vado da Jovanotti a Le Luci della Centrale Elettrica. Personalmente avrei gradito se il sound generale fosse stato un po’ più grezzo ( ma sempre raffinato )e un po’ meno fighetto, ma ce ne fossero di dischi suonati come questo. Ma definire “patina jazz” la presenza di accordi minori e qualche “svisata” black, beh, mi sa proprio di adolescenziale.

    Chiudo dicendo che la sfera dell’opinabile è obbligatoria quando si parla di recensioni, ossia di giudizi. Il fatto, a mio avviso, è che in questo caso non sia un problema di gusti, ma di PERTINENZA. E’ sacrosanto accettare le critiche ma non lo è affatto, anzi,non deve esserlo, quando queste non sono argomentate e non corrispondano al vero su elementi tipo i testi, che di opinabile hanno ben poco. I testi possono essere decifrabili, ma il significato non può essere opinabile, soprattutto se non si sta parlando di un Kant o uno Schopenhauer, come in questo caso ( non me ne vorrà la Lapi, non mi dispiacciono le sue liriche , ma non esageriamo! )

    Detto questo, mi spiace molto, in generale, vedere che dischi che meritino (almeno) un ascolto, siano bellamente messi lì, impilati sulla scrivania delle “cose brutte”, da quattro parole che non corrispondono alla realtà. Perché l’utente medio che legge recensioni come questa, non è, ovviamente, invogliato non tanto all’acquisto, ma neanche ad un “ascoltino” sul myspace/sito/iTunes del caso, per farsi un’idea PROPRIA del lavoro di cui si parla.
    A mio avviso, un disco come questo, non se lo merita. Ma questo è chiaramente opinabile. Ecco, questo si che lo è.

    Saluti.
    Cri

    EDIT - Faustikò, mi ero ripromesso di non entrare in polemica con nessuno ma, come già scritto, dopo le tue parole che ho sottolineato nel post, la valenza dei tuoi giudizi ha poco valore per il sottoscritto. Ma “fammiltelo” dire: la pertinenza delle tue risposte mi commuove. Cerca di analizzare un poco l’argomento, e anche tutto quello che ti circonda già che ci sei. E non lasciarti andare alle prime cose che ti vengono in mente. Credimi, di solito funziona.