ManzOni S/t 2011 - Cantautoriale

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L'esordio dei ManzOni non può lasciare indifferenti. Con i suoi toni e i suoi tempi chiede all'ascoltatore un dentro o fuori. Pur non avendo tratti estremi o particolarmente sperimentali, è un disco radicale. Difficile che qualcuno possa liquidarlo con un "non male" o, peggio, con un "carino" accompagnato da un piccolo innalzamento delle spalle. Il primo impatto parla di una voce che ricorda Vasco Rossi e i 57 anni fanno del cantante Gigi Tenca un quasi coetaneo del famigerato di Zocca. Per fortuna, le somiglianze si fermano qui. L'album dei ManzOni è infatti misurato, attento, mai debordante, tutto giocato sulla sottrazione. Quella di Tenca è una poetica da bloc-notes: i testi sembrano nascere da situazioni e sensazioni percepite nel quotidiano, appuntate interiormente e poi rielaborate. Per capirci, è quello che accade nel primo brano, che elenca una serie di possibili incontri (epifanie?) sulla strada di tutti i giorni. Persone e cose che in apparenza non smuovono nulla, ma che, sommate e messe in fila, possono produrre riflessioni e cambiamenti importanti. All'interno di queste continue sottrazioni, spuntano qua e là versi di grandissimo impatto e sintesi. Come la conclusione di "Scappi", in cui una storia d'amore terminata (o mai iniziata davvero) viene descritta come "una scatola di Mon Cheri con la ciliegia ormai rinsecchita, che non ti ho mai potuto dare. Se la vuoi è qua, è per te" . Come si può in parte capire da queste poche parole, di metrica ce n'è poca, di forma canzone pochissima e di cantato ancora meno. C'è invece un'interpretazione sentita, mai sopra le righe eppure intensa, che, unita a musiche in totale sintonia, porta il disco sulla scia di opere importanti per maturità e forza, come l'ultimo dei Massimo Volume. Radicalità, si diceva. Una categoria fondamentale, perché c'è un gran bisogno di dischi come questo: coraggiosi e con un'identità scolpita nella pietra.

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-01-25 00:00:00

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