Pulseve Magnet 2011 -

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Si sente che i Pulseve, da Torino, hanno macinato parecchi ascolti e probabilmente anche parecchie ore in sala prove a lavorare sulla propria musica. Le quattro tracce che compongono la loro nuova uscita autoprodotta sono infatti quattro lunghi viaggi, attraverso suggestioni provenienti dall'heavy metal variamente declinato (il suono generalmente aggressivo di basso e batteria, le atmosfere doom), dal math rock (la complessità e lunghezza dei singoli brani, i repentini cambi di tempo), persino da certa drone music (la presenza di effetti elettronici "estranei" agli strumenti del power duo). In un caso addirittura ("The last bullfight (ultimatum por el matador)") non si rinuncia nemmeno a un accenno di melodia, che porta l'ascoltatore lontano dalla cerebralità spesso insita nei generi accennati. Sarebbe interessante, a questo punto, poterli sentire dal vivo, per capire se l'impressionante impatto sonoro del disco riesca a trovare dignitoso seguito anche in carne ed ossa.

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La recensione Magnet di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-22 00:00:00

COMMENTI (15)

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  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    Kissing Like Pirañas threads together the deliciously distorted bass of Maurizio Veglio with Diego Franchino’s tight, tidy drums into an invigorating curtain raiser that nods towards David Bowie‘s Berlin-era via Nine Inch Nails experimental jams, establishing firmly the modus operandi of this instrumental duo. This eight minute opener is arranged brilliantly, the twosome each getting their moment under the spotlight, and the track twisting and turning like a cyborg python on a helter skelter.

    Second track Night Skydiving has a sneering bassline garnished with twinklier notes here and there, flitting between murmuring asides and sneaky sections that sound like a detective movie being scored by Vangelis. The Last Bullfighter has pleasingly grungey wallops of bass and drums grunting in unison, it floats through a lengthy mid-section that has an eighties industrial feeling to it before building towards a chrome-polished, mellow close.

    Final track Vulchaos is a cool and menacing number, Maurizio’s bass intermittently gurgling and then swishing like synthesised strings the next whilst Diego’s drums strut along, every so often breaking out in playful flourishes here and there, before building towards an elegant and abrupt close.

    This four track EP is a good listen, the compositions are segue into one another well, which means, at times it all becomes a soup concoction, more a record to swim in than one to put on for a quick fix. Diego and Maurizio’s styles compliment one another excellently and it’s easy to drift away enjoying their intriguing jazzy yet mechanical style.

    godisinthetvzine.co.uk/inde…

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    Tappeti sonori minimali e ma densi di suono. I Pulseve giocano su piccoli scarti emozionali per creare tensione e attesa in chi ascolta. Un sottofondo inquietante e al limite, per film che chiedono a gran voce di essere girati.
    edisonchangethemusic.it/blo…

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    Ep d’esordio per questo duo torinese basso-batteria, dedito ad un prog rock dalle bellissime contaminazioni, gravitanti per lo più tra il post-rock ed il math. Interamente strumentale, questo EP a nome "Magnet " presenta quattro brani dai titoli lunghissimi ed affascinanti, ed un sound decisamente originale, seppur accostabile, più per amor di recensione che per altro, un po’ ai Tool, un po’ agli OSI di Kevin Moore, ma senza gli eccessi metallici di entrambe. Progressive al più alto livello, il duo è composto da professionisti dello strumento, che in questi 27 minuti riescono a spremere sensazioni e sonorità molto coinvolgenti, calamitando l’attenzione dell’ascoltatore.

    Ascoltatore che, è d’obbligo precisarlo, deve comunque essere versato nel prog rock e nella passione per lo strumento, che in questo caso è discriminante indispensabile per godere appieno della musica dei Pulseve. Bravi, mai ripetitivi o noiosi, e colti nel saper creare, quasi soltanto con basso e batteria, un interessantissimo intreccio sonoro, passibile di molteplici ascolti, senza che questo debba pesare sulla freschezza del prodotto. Ottimo inizio.
    metal.it/album.aspx/15477/1…

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    Solamente due strumenti utilizzati, basso e batteria, insomma la sezione ritmica alla base di tutto.

    Questa la formula dei Pulseve, un duo proveniente da Torino che sulla scia di alcune formazioni come gli Zeus! ci propone dell’ottima musica strumentale all’interno della quale si ha un incontro tra differenti sonorità.
    “Magnet” è il titolo dell’EP di debutto della band composto da 4 pezzi nei quali troviamo un po’ di noise, un po’ di math, un po’ di grind, anche se fondamentalmente si ha a che fare con del drum’n’bass dalle tendenze sperimentali che virano verso territori prog/space-rock.
    Nella loro semplicità i due musicisti, Diego Franchino e Maurizio Veglio, riescono a giocare con le atmosfere disegnando paesaggi oscuri tra i quali si viene aggrediti da vere e proprie scosse telluriche come in “The Last Bullfight (ultimatum por el matador)”, concedendo anche qualche attimo di tregua all’ascoltatore.
    I Pulseve sono dotati di buona tecnica, suonano con passione, con grande intensità, e questo già basta per compensare una leggera mancanza di originalità alla quale sono sicuro verrà posto rimedio nel prossimo futuro. Una formazione giovane che potrebbe sorprendervi dunque concedetegli un ascolto perché non ve ne pentirete (whitelocust, 3/08/2011).
    groovebox.it/band_della_set…;-PULSEVE

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    I Pulseve (Diego Franchino, Maurizio Veglio) vengono dalla nebbiosa Torino. Sono in due e propongono canzoni strumentali-sperimentali basate solo su basso e batteria. Una combinazione strumentale che negli ultimi tempi si è rivelata piuttosto diffusa e affermata (vedi gli Zeus!). Magnet è il loro debutto autoprodotto, a noi l'ascolto.
    Ad iniziare è la cerebrale e algida Kissing Like Piranas (self destruction disguised as love) che, tra temi ricorrenti, ritornelli (che non sono ritornelli) e un finale in crescendo (sempre più urgente e vibrante), ci introduce in un mondo binario, dove a reggere tutto il gioco ci sono solo basso e batteria. Night Skydiving (desire to men is gravity to earth) si espande su paesaggi freddi, oscuri e spaziali. E' come perdersi in galassie primordiali, tra il ribollire dell'energia, il vuoto, il silenzio eterno e il nero profondo (e intanto suoni incisivi, singhiozzanti, in continua tensione, intrecci e tumulti sonori). The Last Bullfight (ultimatum por el matador), sempre dal suono alieno, rettiliano, aggredisce fin nelle viscere, tellurica e feroce, concedendosi finte tregue e ben più concreti assalti sonici. Infine, Vulchaos (chill magma before use), squadrata, ritmica e geometrica, chiude l'opera tra incedere ansiogeni e umori apocalittici.

    Il combo torinese basso-batteria non le manda a dire. Quattro pezzi, un debutto rapido ed efficace. C'è il post, il prog, il math e tematiche space. La tecnica c'è tutta e viene sfruttata fino all'ultima goccia. Forse c'è da lamentare che il lavoro, nella sua totalità, resta algido e impersonale, ma, di fronte a brani di questa caratura, non si può che concedere comunque un plauso (Francesco Cerisola, 14/06/2011).
    iyezine.com/recensioni/1309…

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    Sin duda este dúo procedente de Torino (Italia) me ha sorprendido bastante, y muy gratamente, con su innovadora combinación de estilos a partir de un drum & bass moderno y audaz. El grupo en cuestión toma el nombre de PULSEVE y lo que nos presentan es precisamente su debut con un EP titulado “Magnet” que contiene cuatro cortes de música instrumental repleta de estilo y vanguardia. Algo así como una combinación entre Math, Post-Rock y Progresivo con algunas pinceladas de Ambient e incluso un cierto rollo Industrial. Parece mentira que en tan solo cuatro temas sean capaces de hacer algo tan variado y difícil de encasillar en una sola etiqueta, pero así es PULSEVE.

    La música del dúo es muy atmosférica, con un ambiente misterioso que consigue captar al oyente para transportarlo a su mundo, en el cual todo se mueve de una forma mecánica en un escenario post-moderno. Por supuesto el bajo y la batería son los protagonistas indiscutibles en el sonido de PULSEVE, pero también hay otros matices sonoros propios de la música ambiental. Lo cierto es que en conjunto todo suena muy coherente e innovador a la vez, con la única pega de que se puede llegar a hacer un tanto monótono por la similitud que hay entre las composiciones. De todas formas prima sin duda el valor de la originalidad del grupo y su personalidad, la cual deja ver a una banda diferente que no tiene miedo a experimentar y que va recogiendo los frutos de su creatividad.

    De modo que si de verdad te gustan las cosas que se salen de lo habitual, manteniendo siempre la calidad, no deberías perderte a estos dos italianos que son capaces de hacer maravillas y dejar volar la imaginación con su fantástico drum & bass.
    noizzwebzine.blogspot.com/2…

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    I Pulseve sono un duo drum & bass che è tutto fuorchè quello che si può pensare. Il loro suono è dannatamente strano, in verità inetichettabile ma per gli amanti di qualche definizione posso lasciare solo che qualche parola salti in aria senza un senso, giusto per far capire che non sono rinchiudibili in una categoria. Uno stile che non è progressive, math/post-rock o avant-garde ma per capire attraverso le parole di cosa si tratta non ci si può non fare aiutare da queste parole. La loro è una mentalità lontana dalla realtà contemporanea, che orgogliosamente potrebbero definirsi neo-futursti, sfoggiano ritmi psichedelici, fulminanti, inusuali ma profondamente umani perché mostruosi, ritmi figli di sonorità cinematografiche da poter affiancare a nomi come Ennio Morricone o Riz Ortolani.
    Ogni traccia di questo Ep possiede lo sperimentalismo per divenire un classico, "Magnet" è la colonna sonora perfetta per quei film che guardano l'esotico con l'occhio dell'occidentale e ne sono irrimediabilmente attratti. Pulseve è il nome di un duo di Torino che potrà stare ovunque o da nessuna parte, il loro chillout movimentato è figliastro dei Goblin e degli anni '70/'80 ma al tempo stesso è catapultato al trentesimo secolo con uno sguardo che ha già del vissuto.
    Da provare per chi è in cerca di nuove sensazioni.
    aristocraziawebzine.blogspo…

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    "Magnet" es el título del primer EP de este duo de bajo y batería procedente de Italia que responde al nombre de PULSEVE. Una combinación de Math, Post-Rock y Progresivo nada convencional, que sin duda despertará el interés de quines busquen sonidos originales e innovadores.
    noizzwebzine.blogspot.com/2…

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    Pulseve ist ein Instrumental-Duo aus dem italienischen Torino, das allein durch Einsatz von Bass und Drums überzeugen kann. Mit “Magnet” liefern Pulseve ihre Debüt EP und holen in knapp 20 Minuten und vier Songs alles aus ihren Instrumenten. In feinster Math-Rock Manier werden vertrackte Bass und Drum Rhythmen aufgebaut, die mit melodiösen Prog-Rock Basseinlagen ergänzt werden. Was Bassist Maurizio da aus seinem 5-Saiten-Bass zaubert, ist an der ein oder anderen Stelle echt erstaunlich und klingt nicht immer wie ein Bass. Hörenswert.

    “Magnet” ist kostenlos auf Bandcamp erhältlich und wartet darauf, aus den Lautsprechern zu schallen. Mehr gibt es hier nicht zu sagen.

    thepostrock.de/tag/pulseve/

  • pulseve 13 anni fa Rispondi

    I Pulseve sono un duo torinese che pubblica in questo momento il primo disco, Magnet, cavalcando l’onda del prolificare congenito di post-rock che ancora non si è arrestato, anche in Italia. In realtà non potremo limitarci a definirli così, perché le confluenze che entrano a far parte dell’universo di questa band toccano anche altre formazioni, anche se non ci discostiamo molto da quelle atmosfere: Mogwai, Sonic Youth, Slint, My Bloody Valentine, forse improntandosi ancora più in profondità nel math e nello shoegaze.
    E dopo questo fiume di parole cosa ci resta? Un ottimo disco, basso e batteria, inusuale quanto ben suonato, confezionato con la giusta taglia: poco meno di mezzora di graffiante math infettato con psichedelia e post-rock più classico, sversamenti melodici scostanti che tappezzano il disco di sentimentalismo space rock, e una possente vena chitarristica (strano a dirsi dove la chitarra non c’è, vero?) che straccia tutte le componenti più frivole dell’album per trasformarle in crudele e distorta acidità nineties. Manca la prova della maturità, ma con queste premesse sarà raggiunta presto, questo è certo. Bel disco di debutto.
    thewebzine.wordpress.com/20…