Un Ep punk rock schietto e onesto, che non bara affatto, ma vince lo stesso.
Una bisca clandestina o il tavolo verde di un casinò. Importa poco dove ti trovi, con le carte da gioco il brivido è lo stesso. Ostinata speranza di vincere, timore ad ogni mossa dell'avversario. Quando, durante la partita decisiva, ti accorgi di trovarti in seria difficoltà, la rabbia si trasforma in un'amara consapevolezza. "Cheaters never lose": chi bara non perde mai.
I Radio Shakedown lo sanno bene e scelgono di dichiararlo sin dal titolo del loro primo Ep, sette tracce punk rock che hanno tra i riferimenti principali la scanzonata irriverenza degli U.S. Bombs. Seduti al tavolo da gioco della propria realtà quotidiana, non rinunciano a giocare, affidando a riff impietosi e a una sessione ritmica sostenutissima una visione del mondo lucida e disincantata. E mentre le chitarre descrivono una gioiosa rivoluzione (“Silly laughs” su tutte), i testi ereditano dai Clash l'impegno e la volontà di smascherare senza alcuna pietà i fallimenti di chi pure ha provato a scuotere le fondamenta di una società bigotta e conservatrice (“Son of '68”) e le bugie di coloro che hanno reso la coscienza una lontana voce fuori campo (“Vulture of saints”).
Un uso sapiente dei cori e intelligenti virate rock n'roll piratesche solcano l'intero ep: “Get up” e “The loot song” sono gli esempi più significativi. E si approda così a “Your best is not enough”, dal sapore quasi folk, con una splendida linea di violino. E proprio questo brano conclusivo mi convince del fatto che i Radio Shakedown si trovino ben lontani dall'appiattimento stilistico a cui spesso il punk costringe. “Cheaters never lose” è un Ep schietto ed onesto, che non bara affatto, ma che, per quanto mi riguarda, vince comunque la sua prima partita.
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La recensione Cheaters never lose di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-04-17 00:00:00
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