LUX MENOMALE 2012 - Rock, Indie, Alternativo

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Contro il logorio della vita moderna.

Ricetta del medico: contro la musica vuota e scarsa, dieci compresse di Lux da prendere prima o dopo i pasti ingerite con un bicchiere di buon vino rosso. Così il paziente che in vita sua di pessima musica ne ha sentita tanta, acquista il medicinale fiducioso: d'ora in poi solo scorpacciate di rock, pop, folk di qualità.

I Lux sono una cura contro la depressione da malascolti, sanno suonare, sanno comporre e hanno l'ispirazione giusta. Menomale diciamo tutti in coro ascoltando le loro ultime fatiche, affidiamoci alla terapia che arriva dalla Sardegna a suon di ottime vibrazioni, trangugiamo una dopo l'altra le canzoni come pasticche dandoci il tempo per ogniuna: "one, two, figli di puttana", come fanno loro in "Volentieri". E poi giù di vino rosso.

La medicina è omogenea vista dalla scatola, ed anche all'interno le compresse hanno lo stesso colore, un'attitudine al folk-rock costante e trasversale in tutta la tracklist che ha il potere di coinvolgere sapidamente il paziente, portarlo a desiderare l'ascolto della traccia successiva per gungere alla guarigione definitiva.

La posologia inizia con "Siamo", pezzo rock arioso con stacchi in acustico dall'effetto trasognante e quasi mistico, il cantato richiama come in molti altri pezzi ("Io sono felice","Volentieri", "Il mio miglior nemico") i ritornelli dei Timoria di "Viaggio Senza Vento". Alla seconda pillola, "Consenso", forse si storce un pò il naso per il sapore, un facile facile accostamento nella strofa a "Veleno" degli Afterhours, rende un tantino amaro il proseguio dell'ascolto ma la mamma ci ha insegnato che la medicina anche se non ci piace tanto dobbiamo continuare a prenderla.

Il corpo centrale dell'album ("Forse lo sai anche tu", "Egoista" e "Gelido") racchiude i testi più scuri e riflessivi: non si nasce davvero stupidi, qualcosa, qualcuno ci aiuta a superare i momenti bui, raramente ci si accorge dell'egoismo che a volte ci accieca e ci fa mancare di sensibilità, siamo muri che non danno né ricevono, freddo e solitudine ci ammutoliscono. E' quì che anche il colore del suono tende al nero, le chitarre si distorcono, il violoncello si introduce greve tra le percussioni che, per l'occasione si trasformano in vera batteria, il pianoforte opacizza di malinconia.

L'ultima capsula prima del passagio definitivo dalla malattia al benessere ha un lato psichedelico che raduna i sensi chiudendo gli occhi, ci si concentra sul gusto in bocca e si conviene che dopotutto anche un farmaco può essere gustoso e sostanzioso se si chiama Lux. Un bugiardino misero nella confezione, poche sono le controindicazioni, una volta lette le componenti basta solo lasciare che l'effetto arrivi, attraverso le orecchie fino al cervello ed il beneficio è garantito.

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La recensione MENOMALE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-19 00:00:00

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