Cadabra Sound Moquette 2002 - Rock, Pop, New-Wave

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Attivi ormai da mezzo decennio, con tre demo alle spalle, i Cadabra arrivano all'esordio discografico e confezionano un album di otto tracce, già presenti in buona parte sul demo omonimo.

Subito dopo il primo play il tentativo di raccontare il cd si propone immediatamente come una difficoltosa lotta con la nitida tentazione di elencare gli infiniti riferimenti (tutt'altro che azzardati...) che i Cadabra evocano, in una lista che, con gli ascolti successivi, non mostra la minima intenzione di raffinarsi, scartando qualche nome non proprio attinente, o assottigliarsi, andando invece a richiedere aggiunte ed integrazioni ulteriori: la matrice new wave è nitida, tanto quanto l'approccio pop -che focalizza gli obiettivi su target non inavvicinabili, aumentando le possibilità di riuscita- ed il tentivo di non adagiarsi sui canoni del genere, ma davvero sarebbe ostico provare a concentrare l'attenzione su un solo pajo di nomi, anche se 'esemplari'.

A prescindere da questo -con qualche riflessione scontata sul fatto che se da una parte rifarsi devotamente a qualche modello ingombrante può generare cloni sterili dall'altra essere in grado di sintetizzare armonicamente suggestioni multiple è testimonianza di buone capacità-, il quintetto pugliese realizza un album che scorre fluido e certamente gradevole, con una buona registrazione a valorizzare i contributi dei singoli, costruendo con puntualità strutture valide e prive di complicazioni inutili: esemplare in questo senso il lavoro fatto sulla voce femminile, per la quale vengono evitate completamente performance plateali, scegliendo invece inserti sobri, ben dosati ed indubbiamente efficaci.

Ne esce un disco che alterna momenti pacati (le tracce che aprono e chiudono il lavoro, ad esempio) a passaggi decisamente sostenuti ("The Jesus I need" e "Working on the sun") senza perdere colpi: sarà anche pop/rock/new-wave 'facile', sarà che non ci sono passaggi singoli che strappano applausi, sarà che continuano a spuntare qua i Depeche Mode, là qualcosa di Bowie, un passo dopo una certa elettronica teutonica ed avanti così praticamente all'infinito, ma nell'insieme "Sound Moquette" non dispiace affatto.

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La recensione Sound Moquette di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-07-15 00:00:00

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