enri.co 23anni 2012 - Cantautoriale, Acustico

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Una voce, una chitarra acustica e due tracce. In così poco, con l'essenziale, Enrico ha dimostrato molto. Che siamo molto-molto lontani da un lavoro che possa anche solo sfiorare il piccolo sussulto emotivo.

Una voce, una chitarra acustica e due tracce. In così poco, con l'essenziale, Enrico ha dimostrato molto. Che siamo molto-molto lontani da un lavoro che possa anche solo sfiorare il piccolo sussulto emotivo.

Il primo pezzo "23anni", ricorda vagamente la "Canzone del sole", ma suonata da un Lucio Battisti quindicenne alle prese con la sua prima sbronza: tre accordi messi insieme male e decisamente poco fluidi. Il testo non aiuta, anzi: "Te pensi che sia facile ma non lo è, ci sono troppi cazzi per la testa e già inizi la giornata di merda". Questa frase (insieme al resto del testo), sono quasi sicura che potrebbe averla presa da un dialogo di Dawson's creek.

"La tematica sociale dell I.M", stesso discorso sopracitato, ma questa volta Enrico si lancia sulla denuncia sociale: "E' questa è la storia di una società che non ha palle e fa pietà". La banalità in rima baciata.
Certo, Enrico è giovane, alle prime esperienze cantautorali, ma in questo caso non si può scrivere neanche la solita frase accademica di incoraggiamento: "le basi ci sono, ma la strada da percorrere è lunga..". Qui, la strada è proprio tutta da costruire. Purtroppo, l'unica cosa che si può fare con questi due pezzi è prenderli e nasconderli, magari nella custodia della chitarra acustica dalla quale sono nati e, tirarli fuori solo nella seguente occasione: per intrattenimento personale, davanti a un bel falò estivo, con al massimo 3-4 amici (stretti). E attenzione, intrattenimento -non musica- è la parola chiave per comprendere "23anni"

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La recensione 23anni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-20 00:00:00

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