Paola Turci Questa parte di mondo 2002 - Cantautoriale, Rock, Pop

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Sarò sincero: se dovessi dire a quale puntata della carriera sia arrivata Paola Turci con “Questa parte di mondo”, episodio discografico che inaugura il suo rapporto con la Nun entertainment, avrei molte difficoltà a dare una risposta esatta. Ciò perché non sono stato un assiduo frequentatore dei suoi dischi e né, tantomeno, delle sue migrazioni fra le major della penisola. Questo nuovo lavoro, perciò, la colloca idealmente nella sezione ‘cantautori italiani’ della giovane etichetta milanese, andando così ad affiancare l’esordio di Pinomarino, ormai vecchio di due anni.

Rispetto al collega romano, però, l’eterna ragazza preferisce solcare ambiti diversi, pur navigando all’interno dello stesso genere. Se infatti il primo opta per percorsi obliqui, la Turci è decisamente più vicina al pop e, in maniera minore, alla tradizione italiana, sempre alla ricerca di melodie e liriche tanto accessibili quanto mai banali. Una ‘mosca bianca’, insomma, al pari dell’amica Carmen Consoli, con la quale lo scambio di idee e sonorità, magari anche inconsapevole, ci sembra evidente. Non che quest’aspetto faccia storcere il naso, ma crediamo sia utile evidenziarlo prima di dedicarci alle 12 tracce del lavoro.

Lavoro che, nel complesso, può considerarsi riuscito, ma che ha comunque bisogno di molti ascolti prima di essere completamente ‘assorbito’. Forse perché in alcuni passaggi gli arrangiamenti non convincono del tutto, in modo particolare quando si tenta di ‘vestire’ le canzoni con abiti fin troppo leccati; é il caso, ad esempio, della title-track e di “Groviglio di regole”, a tratti ruffiane ma comunque godibili. Stesso discorso per “Adoro i tramonti di questa stagione”, intensa ballata che strizza l’occhio tanto alla Cantantessa quanto al mood tipico dei Cousteau, e “Verso casa (6 luglio)”, episodio acustico arricchito da un arrangiamento d’archi.

Ma di fatto questi sono piccoli dettagli in un contesto sonoro di tutto rispetto, dove l’unico difetto da rimproverare alla produzione è quello di essere stata fin troppo meticolosa. Quando però la cura maniacale funziona, i nodi vengono al pettine: “Mani giunte”, “Un bel sorriso in faccia” e “Meccanismi diabolici”, caratterizzate da un impatto rock, non presentano praticamente sbavature.

In definitiva “Questa parte di mondo” ha tutte le carte in regola per pretendere attenzione da parte vostra; per la scelta, però, molto dipende dai gusti e dalle personali debolezze.

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La recensione Questa parte di mondo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-01 00:00:00

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