Megaron Dopo l’alluvione (ep) 2002 - Rock, Psichedelia, Noise

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Dalla grafica del cd e dalle note allegate, e ancor più dal nome della band e dai titoli dei brani che facevano presagire un tentativo di concept, mi aspettavo un gruppo prog-metal. Se si eccettua però la prima traccia strumentale, comunque più metal che prog, caratterizzata da suoni pesanti, cambiamenti di tempo, e comunque molto breve per gli stilemi del genere, i Megaron non sono un gruppo prog-metal. Le successive tre tracce, rispetto alle quali “Il 26 ottobre 1946” risulta decisamente disomogenea, sono infatti un esempio del più classico ‘rock italiano’ e fanno venire più volte in mente gli attuali Timoria, oltretutto anche per una certa atmosfera seventies che traspare dal loro rock, corposo anche nei momenti più rallentati, (vere e proprie ballads) e per certe tematiche dei testi in italiano cantati un po’ alla maniera di Pedrini. Probabilmente il brano migliore è l’ultimo, non privo di certe sfumature psichedeliche.

Registrazione e scelta dei suoni sono sicuramente all’altezza (buono anche l’uso azzeccato delle tastiere beatlesiane in “Lucidità”), anche se forse occorre migliorare un minimo la voce. Premesso che non siamo certo in presenza del genere musicale che entusiasma chi scrive, il gruppo risulta comunque dignitoso. Potrei sbagliarmi, ma dall’unica fotografia presente sul loro sito, i quattro ragazzi della provincia di Cagliari sembrano molto giovani. Se così fosse, al di là di certe inevitabili pecche e fermo restando che non c’è nulla di nuovo - pretesa comunque notevole oggigiorno - i Megaron hanno nelle loro potenzialità ampi margini di miglioramento a patto di lavorare seriamente anche sulla scrittura dei testi.

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La recensione Dopo l’alluvione (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-07 00:00:00

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