ofeliadorme Bloodroot 2013 - Rock, Indie, Alternativo

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Un raffinato ritorno, sensuale e malinconico. Una conferma.

Il ritmo attutito di un cuore galoppante ci introduce all'interno di uno scrigno che racchiude un fiore bianco grondante sangue. Dopo un album ed un ep, dopo la consacrazione del remix di "Paranoid Park" a cura di Howie B., gli Ofeliadorme ci consegnano un album raffinato ed intenso, personale al punto renderne difficile la collocazione tra i generi del sempre più ipotetico negozio di vinili sezione Italia. Il songwriting rimane intatto, puro come la "bloodroot" dalla quale il lavoro prende il nome, fatto di chitarre leggere che si muovono senza posa sopra ritmi sospesi, che in alcuni casi si concedono alla potenza. A legare il tutto, la rara bellezza della voce di Francesca Bono, sfuggente e letale negli affondi.

"Stuttering morning" è un singolone di wave rock arricchito dal banjo, poco più di due minuti di perfezione stilistica mentre la opener "Last day first day" fa suo l'emozionante dream folk dei Daughter. "Magic Ring" rimanda alla Sinead O' Connor dell'esordio, quella voce che ti dilania l'anima, mentre l'oscura e lisergica "Brussels" sembra una incursione di Cat Power nelle dilatazioni di un morbido ed emozionante shoegaze. "Ulysses", altro potenziale singolo, epico per definizione,  con la forza di una condanna disperata: "You were bewitched, shame on you." Poi, la finale "Otherwise", il colpo basso, degna conclusione di un ottimo lavoro, conturbante affresco che mischia sensualità, malinconia e ricordi di giovinezza. Vale la pena chiudere gli occhi e far scivolare una lacrima. Di gioia o di nostalgia, decidete voi.

La formula che mi fece innamorare del precedente "All harms ends here" rimane invariata e mi rapisce con rinnovata intensità e con una conseguita maturità. La produzione di Bruno Germano e gli special guests Angela Baraldi, Marcello Petruzzi, Alberto Poloni e Vittoria Burattini (Massimo Volume) sono ciliegine su una torta già buona in partenza. Il disco è pubblicato dalla Prisoner Records di Michele Bitossi (Numero6, Mezzala). L'unico rammarico, la lontananza dall'America, terra nella quale questa band girerebbe nei grandi festival. I migliori auguri.

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La recensione Bloodroot di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-04 00:00:00

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