Federico Sirianni Onde clandestine 2002 - Cantautoriale, Acustico

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In una scena italiana rock (a 360 gradi) che sempre più spesso produce opere dal valore mediocre, l’esordio di questo ‘bandautore’ (definizione attribuitagli dal produttore GianGilberto Monti) genovese alza di una spanna il livello complessivo. Perché tutto si può dire di Federico Sirianni, ma non che non sappia scrivere canzoni.

D’altronde è questo il suo mestiere, considerando che nel suo curriculum conta una partecipazione al ‘Premio Tenco’ nel 1993 e, l’anno successivo, la vittoria al ‘Premio Regionale Ligure per la Canzone d’Autore’. Ci sono voluti però 8 anni per pubblicare il suo primo parto, quasi a voler significare che non basta solo saper suonare uno strumento per andare in studio, ma al contempo occorrerebbe maturare sotto diversi punta di vista (stile, idee, sonorità, etc.). E questo 33enne non sembra aver avuto fretta nel mettere insieme gli 11 episodi contenuti nell’opera prima, di certo selezionati in base al materiale raccolto in questi anni di gavetta.

Ad ascoltarlo, però, i miscredenti non faticherebbero ad accusarlo di influenze caposseliane, indubbiamente presenti in alcuni frangenti, ma di certo non compromettenti ai fini del nostro giudizio. Anche perché rispetto al cantautore ‘affermato’, questo esordiente avrà mosso i primi passi nello stesso periodo in cui Vinicio si apprestava a calcare le scene per la prima volta. Sicché “Onde clandestine” siamo sicuri sarà di vostro gradimento se nutrite un debole per certi personaggi - oltre che musicisti - tutti intenti a raccontare storie solo apparentemente al di fuori dal comune. Senza contare, poi, il grande lavoro sugli arrangiamenti realizzato in fase d’incisione, aiutato non poco sotto questo aspetto dalla Molotov Orchestra, importante featuring di tutto l’album.

Commentare a questo punto le singole canzoni non renderebbe forse giustizia alle atmosfere, comunque molto varie, che si alternano nel disco. Si va infatti dal folk bandistico di “Navigante”, “Vesna” e “Ultima fermata biscione”, passando per l’incedere jazzy di “Al campo rom” e al sussuro pop di marca cantautorale intitolato “Caldo da impazzire”, senza dimenticare i sussulti etno di “Porta palazzo” e il western-swing di “Il viaggio continua”. Il resto scopritelo voi, perché ne vale veramente la pena.

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La recensione Onde clandestine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-12-14 00:00:00

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